“Aprite le porte” sono le parole iniziali del Cantico per il mio Grifone e hanno esaltato nel giorno di San Valentino 2023 la fedeltà del popolo genoano, anziano e giovane, che si è dato appuntamento alla riapertura del Pio Signorini. Tutti hanno confermato che la fede calcistica, al pari della mamma, è l’unica certezza in giro quando si parla di colori rossoblu.
Chi non è abituato alla Gradinata Nord, a sentire cantare a squarciagola da vicino i giovani, si è emozionato e qualche lacrimuccia sarà scesa, e non per colpa dei fumogeni. Invece qualcuno dei soliti habitué del passato agli allenamenti è rimasto a bocca aperta nel vedere il nuovo Pio Signorini. Rifatto e costruito in modo funzionale dall’ingegner Ricciadella, attuale Direttore Generale Corporate del Genoa. Finito nella stagione 2019/2020, ne hanno frenato la riapertura anche la rifinitura e sicurezza dei lavori e, dopo, la pandemia. Fino ad oggi era stato visto da pochi addetti ai lavori, dai giornalisti che partecipano alle conferenze stampa e da qualche tifoso. Era tutto un mormorio per conoscere i nomi dei calciatori in campo eccetto i più noti.
I giocatori del Genoa accompagnati da Gilardino e da tutto lo staff prima di iniziare l’allenamento sono andati sotto la Gradinata accolti da canti, fuochi d’artificio, fumogeni e da un discorso dalla “voce della Nord”. Poche e sentite parole: “Vogliamo tornare in Serie A, ogni partita sarà una battaglia ma non sarete mai soli al Ferraris o in trasferta“. La retrocessione del Genoa non è stata struggente o bruciante come in tante altre piazze che hanno abbandonato la squadra.
L’arrivo dei 777 ha moltiplicato la voglia di Genoa. L’entusiasmo è stato subito alto e la società ha contribuito allargando la capienza dentro il Tempio con abbonamenti calmierati, tanto che in qualsiasi ora si giochi, del giorno, del pomeriggio o della sera, il Ferraris è pieno e non solo per gli oltre 20mila abbonati, ma anche per la partecipazione di giovani e giovanissimi accompagnati da papà e mamme e tifosi più anziani anche se la gara fosse contro il “Roccacannuccia”. In questo senso, un allenamento a porte aperte alla settimana od ogni quindici giorni aumenterebbe l’entusiasmo che gira già vorticosamente intorno al Vecchio Balordo.
Importante riportare la gente a vivere la squadra, diceva il Prof. Scoglio ogni volta che si sedeva sulla panchina del Grifone. “Il Genoa va avanti, vince se coinvolge il suo popolo“. I genoani vivono di queste cose, ma anche ai calciatori e allo staff sentire questo calore piace.
Parlare coi tifosi alle fine, fare selfie, firmare autografi potrebbe sembrare una menata o un sacrificio: in realtà sono situazioni che spronano i giocatori a ricaricarsi e dare di più. Fra l’altro il Pio Signorini ha due uscite e chi ha premura potrebbe utilizzarle. Abbiamo iniziato con le parole dell’Inno del Grifone, finiamo con uno della Nord: “Serie A o Serie B, i Grifoni sono sempre qui”. Basta coinvolgerli. La prova sono i 4mila o 5mila tifosi nelle trasferte al Nord, anche a 400/500 chilometri di distanza, e migliaia anche più in fondo allo Stivale, nel tacco o nelle isole.
Sul campo i calciatori sono arrivati dopo le 13.30 e fino all’entrata in campo intorno alle 15 sono rimasti in palestra per finalizzare, con alternanza di esercizi a bassa intensità e ad alta intensità, quelli che si svolgono durante una partita. Dopo la dose di applausi, alcuni di minuti di riscaldamento a secco tra cinesini, birilli e altro. Dopo 10 minuti di lavoro aerobico con il pallone. Allenamento con gli elastici per rinforzare le gambe. A seguire esercizi per tre calciatori con passaggi alla ricerca della profondità nel saltare sagome.
La prosecuzione dell’allenamento è stata nove contro nove in campo ridotto più tre jolly per effettuare un gioco di posizione, passarsi il pallone di prima in spazi ristretti con corsa e pressing e raggiungere un certo fine, ossia quello di fare gol nelle quattro piccole porcine agli angoli del rettangolo di gioco. La posizione di un calciatore è fondamentale per lo sviluppo del gioco e per cercare superiorità non solo numerica, ma anche qualitativa.
L’allenamento è finito con una partita 10 contro 10 utilizzando mezzo campo. Nell’esercizio precedente e nella partita ridotta Gilardino ha sempre utilizzato i calciatori nel proprio ruolo. Assente “giustificato” Gudmundsson: aveva un permesso della società rossoblu che lo autorizzava a ritornare domani ad allenarsi. E così sarà: domani sarà regolarmente in campo. Nessun infortunio lo ha bloccato.
Tanti i complimenti a Martinez e Semper e l’occhio è caduto inevitabilmente sul lavoro di Scarpi. Un maestro, un allievo della scuola di Gianluca Spinelli al Genoa. Una scuola che Scarpi ha fatto sua non solo grazie agli esercizi, ma anche grazie alla psicologia, facendo diventare più sicuri di sé i portieri che allena.