Il Genoa sull’Isola avrà l’occasione di fare il Pirata. Gilardino cercherà di valorizzare il materiale a disposizione e potrebbe mettere in campo un’altra idea di gioco considerati gli infortuni. Non mancherà e la differenza potrebbe essere data dalla mentalità e la voglia di attaccare e rubare il pallone nel centrocampo avversario. Tutto questo è migliorato perché sono anche i risultati che ti fanno diventare più coraggioso.
Viste le probabili assenze, l’idea con i giovani davanti potrebbe essere quella di un calcio più verticale, con la ricerca della zona d’attacco con velocità e pochi passaggi, tentando di tenere il pallone lontano dalla porta di Martinez con una squadra compatta e corta. Seconde palle, profondità, esterni che accompagnano l’azione con il pallone o senza, pressione alta e lavoro comune sono dettagli che il Cagliari in questa stagione ha fatto fatica a digerire anche in casa, a prescindere dai numeri tattici e dagli uomini impiegati dagli avversari.
La costruzione dal basso per una volta potrebbe essere messa da parte. Difficilmente il Vecchio Balordo, pur annullando la pressione alta degli avversari, con tre, quattro passaggi fatti bene è riuscito ad aprire un buco nella difesa avversaria. Probabilmente per ottenere quella precisione di battuta servono anche i piedi buoni e calciatori con caratteristiche speciali e particolari, ma anche avversari non schierati con il chiavistello davanti ai portieri.
Una partita ghiotta, al di là dei cerotti. Gilardino probabilmente saprà mercoledì mattina chi se li toglierà. Di sicuro non Aramu e Coda, qualche speranza in più per Sabelli, perciò la partita di domani sera alla Domus di Cagliari chiamiamola come volete: un’opportunità, una chance, una possibilità per i Pirates of the Genoa.
In casa Cagliari, Ranieri è subentrato a Liverani alla prima gara del girone di ritorno e in sei gare ha confezionato 12 punti con tre vittorie casalinghe, tre pareggi e una sconfitta. La prima operazione utilizzare la sua semplicità, i suoi sorrisi e la sua umiltà per ricaricare i sardi dopo l’avventura con Liverani che in 19 gare aveva ottenuto 21 punti in classifica. Altri tre sono della gestione temporanea di Muzzi prima dell’insediamento di Ranieri.
Da Sir Ranieri, appena arrivato, tutti si aspettavano il suo marchio di fabbrica, il 4-4-2, invece ha optato subito per il 3-5-2 così da cercare una solidità nella fase difensiva superiore alla precedente gestione, anche se le disattenzioni non sono mancate come quelle viste in precedenza con Liverani. Appena arrivato, Ranieri ha cercato di modellarsi sull’avversario diretto a prescindere dalla classifica e dai valori sulla carta.
Dopo aver perso alla terza giornata dal suo arrivo in panchina a Modena, ha variato il modulo giocando con il 4-3-1-2. ma anche col 3-4-1-2 con due punte quali Lapadula e Pavoletti. L’ultima ha sorpreso tutti a Venezia mettendo in campo il 4-2-3-1 viste le assenze di Lapadula e Pavoletti, con Mancosu falso nove per non dare punti di riferimento e i tre dietro a fare le due fasi di gioco.
Con qualsiasi numero di modulo, fatto che conferma che i numeri non contano nulla, Ranieri ha alimentato i principi di gioco che lo fecero diventare Sir in Inghilterra: poco possesso pallone, rinuncia a tenere il pallino del gioco, non più passaggi orizzontali, nessun controllo sterile e lento, subito ricerca della verticalità (in particolare con lanci lunghi quando in campo c’è Pavoletti) e della profondità data da Lapadula alle sue spalle.
Calcio più verticale, quello fatto vedere con Leicester e Sampdoria per tenere il pallone lontano dalla propria area. In quei casi le sue squadre giocavano in prevalenza con il 4-4-2, ma in Sardegna appena arrivato ha dovuto rinunciare viste le caratteristiche dei calciatori a disposizione.
Ranieri contro il Genoa recupera sicuramente Lapadula dalla squalifica, e spera di avere per più tempo Pavoletti, già utilizzato per qualche minuto contro il Venezia. Oltre Pavoletti sono tornati in gruppo nell’allenamento della domenica anche Nandez e Deiola, ma difficilmente saranno utilizzati contro il Genoa. Per il tecnico sardo anche dubbi tattici in attesa di conoscere la formazione del Genoa.
Arbitra Valeri di Roma, classe 1978, ex internazionale a fine anno. Salvo proroghe dovrebbe appendere il fischietto al chiodo raggiungendo l’età di 45 anni il prossimo maggio. Libero professionista. Arbitra in Serie B dal 2007, in Serie A dal 2010. Internazionale dal 2011. Dal 2021 è VMO (VAR) ufficiale all’Uefadella UEFA, chiamato anche ai Mondiali in Qatar. Più di 200 gare, di cui 33 con le squadre di Genoa e Cagliari nella massima serie. In stagione cinque gare diretta: 4 in Serie A, 1 in Serie B, mai Cagliari e Genoa.
Primo assistente Di Gioia (Nola), secondo assistente Raspollini (Livorno), quarto uomo Monaldi (Macerata), VAR Mazzoleni (Bergamo), AVAR Muto (Torre Annunziata), entrambi VMO.
Diffidati Genoa: Strootman, Sturaro, Aramu. Diffidati Cagliari: Altare