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2023 e prima sconfitta azzurra

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Inizia male il 2023 per l’Italia, inizia male il cammino verso l’Europeo del 2024 regalando  ai Leoni inglesi non solo il  gioco e il primo tempo, ma anche due reti su palloni inattivi. Italia ancora ferita dalla mancata partecipazione al Mondiale nel deserto, ma anche gli  inglesi erano depressi dopo essere stati eliminati dalla Francia ai quarti di finale mondiale.

Nel luglio 2021 ce l’hanno lasciata i figli della Regina, ce la siamo presa vincendo l’Europeo. Ieri a Napoli stadio, dove si gioca il più bel calcio d’Italia e anche d’Europa ma con altri azzurri, l’Italia non solo ha lasciato la partita agli inglesi, ma gliel’ha proprio regalata. E gli inglesi non hanno fatto complimenti a prendersela con due calci d’angolo con annessa papera di Donnarumma, fermo sulla linea di porta, e marcature sbagliate come successo anche sulla seconda rete che ha visto Kane alle spalle della difesa e Di Lorenzo a commettere un calcio di rigore per fallo di mano decretato dal VAR.

Il primo tempo sottotono degli Azzurri, impalpabili in ogni zona del campo, è da dimenticare. Senza gioco, senza un tiro in porta, con una tattica e un modulo 4-3-3 che funzionava solo sulla corsia di sinistra con Spinazzola. A centrocampo i tre centrocampisti in balia delle marcature ad uomo, l’attacco mal confezionato con il solito Berardi assente e Pellegrini, il capitano della Roma, fuori dal gioco all’ala  sinistra. Attacco lasciato sulle  spalle del nuovo arrivato Retegui, italo-argentino lasciato solo nel deserto inglese al debutto. Qualcuno lo ha giudicato anche tecnicamente non avendo avuto neanche un pallone giocabile pur essendo abituato a giocare nella squadra del Tigre, in Argentina, dove in tanti riempiono l’area avversaria.

Nel primo tempo l’Italia e Mancini non sono riusciti a trovare come nella finale europea del 2021 le misure per contrastare gli attacchi inglesi, oltre ai movimenti di Kane, soffrendo sulle corsie laterali nella zona dei terzini e degli esterni attaccati con costanza dagli albionici. In particolare dalla stella Bellingham, che nel cuore del gioco ha marcato a uomo Jorginho, protagonista nella zona davanti all’area azzurra.

Mancini non ha studiato alternative all’inizio del secondo, è bastato agli Azzurri alzare ritmi e lasciare intravedere qualche qualità in più nelle giocate per arrivare al gol dell’argentino debuttante grazie all’assist di Pellegrini, più a suo agio nell’essere protagonista sulla trequarti.

Il gol italiano faceva immaginare la vittoria del luglio 2021 e anche questa volta per merito del tecnico inglese Southgate, in vantaggio per 2 a 0, si disponeva con un blocco basso  preoccupato esclusivamente a difendere il vantaggio acquisito. Anche a Napoli ieri sera, serata veramente difficile, Mancini ha cercato di giocare al calcio solo nel secondo tempo  trovando le misure giuste per contrastare gli avversari e cambiando sistema di gioco con uno più consono agli uomini che aveva in campo. Il tutto rafforzato anche dai cambi sulle corsie esterne, in particolare sulla destra dove la catena del Ciuccio Di Lorenzo con Politano ha messo in crisi gli avversari.

Con l’Inghilterra bassa negli ultimi 40 metri di campo, l’Italia è riuscita a organizzare il possesso pallone, grazie anche alle uscite dal campo di Barella, colpito duramente ad una caviglia, e Verratti, che le garantiva compattezza in fase di transizione negativa. Di conseguenza, è andata scemando la possibilità di aggredire immediatamente la difesa inglese ben strutturata fisicamente ma come sempre lenta. Attenzione: eccetto i gol che avevano illuso di poter pareggiare, l’Italia non ha poi fatto nessun altro tiro, pur con la superiorità numerica per un quarto d’ora. Sono arrivati solo cross non sfruttati. 

L’Italia ha continuato a far vedere di avere il solito problema, sempre annunciato da Mancini prima di ogni gara, ossia quello di non avere la punta che la butti dentro e soprattutto qualcuno che muova la difesa avversaria spostando i giocatori per portarli su un terreno meno congeniale. Questo contributo non lo poteva dare Retegui all’esordio e con soli tre allenamenti con gli Azzurri a Coverciano.

Mancini con ragione si lamenta del fatto che non ci sono centravanti, eccetto Immobile, che giocano competizioni europee. Non è colpa delle società di calcio che hanno l’obiettivo di fare risultato legato agli euro. È colpa della FIGC, senza palloni fra le gambe, che non riesce a fare una riforma dalla sconfitta con la Svezia e dalla mancata partecipazione al Mondiale russo. E può darsi anche prima…

Mancini da parte sua dovrà fare anche un esame al suo centrocampo prediletto che l’ha portato sul tetto d’Europa ma dopo è andato in crisi, con Verratti fuori un’altra volta dalla Champions pur giocando con Messi e compagni; con Jorginho trasferitosi all’ Arsenal non più titolare; e con Barella non abituato a giocare in un centrocampo a tre più e più portato ad attaccare in un 3-5-2. Oltre il difetto nel cuore del gioco, a questa nazionale mancano Bonucci e Chiellini, giocatori di grande personalità in grado di mantenere la squadra corta dettando con i centrocampisti il pressing e cercando di sfruttare il fuorigioco.

Centravanti da nazionale in Serie A, dove giocano solo stranieri, difficile trovarne. In B quelli più presenti e continui non sono tanti, anzi sono proprio pochi, ma di centrocampisti e di difensori qualcosa si può trovare in particolare sul piano del dinamismo.

Grande l’emozione nel ricordare Gianluca Vialli. Probabilmente poco segnalata sarà la fascia arcobaleno da capitano di Kane che in Qatar non ha avuto il coraggio di indossarla.  Invece, l’Inno di Mameli cantato da Gigi D’Alessio e Clementino si poteva evitare. Non era mica The Voice…

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