Poco dopo le ore 13, direttamente dalla sala stampa di Villa Rostan, il tecnico del Genoa, Alberto Gilardino, è intervenuto per presentare la prossima sfida contro la Reggina.
In queste due settimane è successo un po’ di tutto. Avete recuperato dei giocatori, ne avete persi altri. Un tuo bilancio di questi dieci giorni?
“Indipendentemente dall’infortunio di Haps, per il quale mi dispiace a livello personale, come ho sempre detto ci sono giocatori che possono ricoprire quel ruolo. Quando non c’era Haps, lo hanno coperto in maniera eccezionale. Ho possibilità di variare in diverse zone del campo a livello di caratteristiche dei giocatori e questi dieci giorni sono stati importanti, vuoi per aver recuperato tante energie fisiche e mentali, vuoi per aver proseguito nel lavoro tecnico, tattico e fisica o. Ci apprestiamo a questa sfida con grande voglia, con un entusiasmo che si percepisce già dal pienone che domani sera ci sarà, dal popolo genoano che riempirà Marassi. C’è percezione del sentimento da parte mia e dei ragazzi, e sicuramente non deve andare a discapito di lucidità e consapevolezza che fino ad oggi abbiamo messo in campo. Sarà determinante e fondamentale”.
Come sta Puscas?
“George si è allenato, è recuperato. Come lui Aramu e Coda. È rientrato Dragusin dalla nazionale, ha entusiasmo e lo valuteremo in allenamento avendo giocato due gare da titolare. Tutti gli altri ragazzi stanno bene, si sono allenati molto, molto bene. È un aspetto fondamentale e tutti sono coinvolti, soprattutto a livello mentale”.
Ti preoccupa più affrontare un avversario come la Reggina che sta attraversando un momento complicato o il fatto di tornare dopo la sosta?
“Credo che inizi un nuovo campionato, un mini-campionato di otto partite e dobbiamo pensare a questo. Non bisogna guardare la posizione in classifica della Reggina, che tra parentesi ha una gara da recuperare e dovesse vincerla avrebbe gli stessi punti del Cagliari, e quindi sarebbe in zona playoff e in corsa per la promozione diretta. Incontriamo sì una squadra ferita nell’ultimo periodo, ma che ha un allenatore che conosce molto bene la categoria, come Inzaghi, che ha vinto a Benevento e ha fatto molto bene a Brescia e Venezia. La Reggina ha grandi qualità tecniche e fisiche. Basti pensare al fronte offensivo, alle mezze ali come Fabbian, oppure a Menez, Canotto, Rivas, che abbinano caratteristiche tecniche e fisiche alla gamba. È una squadra improntata da inizio stagione per lottare alla promozione e sarà una gara diversa. Inizia un mini-campionato e noi dobbiamo avere una grande fiducia, una grande consapevolezza, una grande disponibilità al sacrificio. Questo deve essere il nostro DNA, come hanno fatto i ragazzi in questo periodo”.
Su Inzaghi, ennesimo ex compagno ed Campione del Mondo al pari di Giardino: “È un piacere rivederlo e rincontrarlo, abbiamo vissuto anni vincenti col Milan. Conosce molto bene questa categoria, l’ha vinta, e noi in questi 10 giorni ci siamo preparati cercando di capire tutte le situazioni e le insidie che ci potranno essere all’interno della gara. Conosciamo la Reggina, i loro punti di forza e dove cercare di andare a proporre per far loro male“.
Sulla presenza del pubblico, che domani sarà intorno alle 30mila persone, e sui meriti che la squadra ha nell’aver avvicinato questo numero di tifosi allo stadio: “I ragazzi sono stati bravi a risvegliare nel cuore dei tifosi quell’aspirazione e quella voglia che ci sono sempre state da parte del tifoso Genoano, e lo so perché qui ho giocato e trovato sempre grande entusiasmo e attaccamento a questi colori. I ragazzi sono stati bravi nell’atteggiamento, nel fatto di aver perseverato all’interno della gara e dovremo essere bravi a farci trasportare dal pubblico, ma sempre con lucidità ed equilibrio, non con frenesia. Come questa squadra ha imparato a essere, aspetto nel quale è maturata“.
Sulla corsia di sinistra c’è una possibilità di vedere Frendrup?
“Morten lo considero un centrocampista, ma in caso di emergenza potrebbe ricoprire più ruoli. Quello assolutamente. Ha capacità di duellare, di recuperare palla, e in emergenza potrebbe riaprire più ruoli assolutamente”.
Ieri sera in tv hanno trasmesso Reggina-Genoa. Il Genoa regalò di fatto il primo tempo, mentre domani giocherai al buio perché nessuno sa come giocherà Inzaghi, il quale ha detto che cambierà. In quegli ultimi 25′ abbiamo visto, forse, cosa succederà domani…
“Queste situazioni si sono riproposte al Ferraris in tante altre partite. Basti pensare alla mia prima panchina col Südtirol che aveva due linee difficili da scardinare. È lì che abbiamo lavorato e lì dobbiamo avere lucidità ed equilibrio nell’andare a ricercare i nostri giocatori con più estro e talento per creare superiorità numerica, anche in ampiezza. Dovremo assolutamente avere grande pazienza”.
Se giocherà Galabinov, penso che non potrai rinunciare a Dragusin. Ma la domanda è questa: con un pressing quasi ultra offensivo, compatto e chiuso, si può mettere in crisi questa Reggina?
“Se vengono coi tre davanti e la prima punta che può variare, con Menez prima punta e due esterni di grande velocità, allora sarà una cosa. Con Menez spostato più in ampiezza, una prima punta e un altro esterno di gamba, allora sarà un’altra cosa. Dovessero lavorare col 3-5-2 e più compattezza, con Hernani e Fabbian e una punta con Menez sotto, avranno giocatori molto offensivi. Per questo non penso che la Reggina verrà solo per difendersi, ma per sfruttare le ripartenze e i nostri errori. Dovremo essere molto bravi sulle preventive, lavorando da squadra e cercando di recuperare palla più avanti possibile con un pressing forte. Cerco sempre di mettere i ragazzi nelle condizioni migliori per affrontare ogni genere di partita. E domani sarà una partita tosta”.
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