Il Genoa c’è, il pareggio per 2 a 2 in casa del Como è stata una interruzione di gioco di 10’ alla fine del primo tempo e 15’ nel finale del secondo tempo. Gilardino riattaccherà subito la spina dal primo allenamento per continuare la corsa verso l’obiettivo finale e per adesso si tiene il vantaggio di 4 punti sul Bari più uno garantito dalla vittoria al San Nicola dell’andata.
Il pareggio sul Lago di Como non metterà in gioco l’autostima e la supremazia in campionato e non metterà in discussione, oltre i punti di vantaggio sulla terza posizione, la supremazia tecnica e tattica vista anche contro il Como nel primo tempo e nella prima parte del secondo. Per il Vecchio Balordo e Gilardino è un pareggio che brucia, chiaro, ma che non può mettere in discussione quanto di buono fatto fino ad oggi in campionato.
Brucia perché in vantaggio di 2 a 0 e dopo aver colpito un palo con Coda. Poi la squadra si è persa non gestendo la fase difensiva e la retroguardia ha ballato negli spazi lasciati tra centrocampo e area di rigore, oltre che sui cross laterali.
Brucia il pareggio perché al termine del primo tempo si era visto un’accenno del film in onda negli ultimi 15/20 minuti di gara, dove il Genoa con l’andare dei minuti perdeva la capacità di giocare più da squadra.
Brucia perché annullati un rigore e un gol dal VAR Mazzoleni per due fuorigioco millimetrici dei giocatori comaschi, nelle due azioni conseguenti la porta di Martinez è capitolata due volte, quasi con le stesse modalità.
È mancata una vittoria di tipo diverso, abituati a dominare in ogni partita come successo nel primo tempo, con il Grifone in tilt quando Badelj era pressato e quando Strootman non è più riuscito a sostituirvisi.
Saltato il controllo e il mantenimento della posizione dei centrocampisti in funzione difensiva, tutti quanti i difendenti, nel controllare i rispettivi avversari e la propria posizione in rapporto ai compagni, non sono più stati in grado di controllare la zona, che rispetto al pallone si trova dietro di loro. Così sono andati in difficoltà sui palloni lunghi lanciati dentro l’area genoana. I cambi proposti da Gilardino sono stati giusti vedendo la gara in campo aperto con ampi spazi da poter sfruttare con più freschezza da parte di Ekuban e Aramu.
La domanda in tribuna, non solo in quella per la stampa, era se il Vecchio Balordo scarseggiasse di condizione fisica. A precisa domanda, Gilardino ha risposto che non esiste il problema. E bisogna credergli considerato che tutti gli elementi in rosa sono controllati giornalmente con la tecnologia.
L’assenza di Bani in difesa questa volta si è fatta sentire in quei pochi minuti di crisi per mancato temporeggiamento, concentrazione difensiva, scaglionamento, collaborazione, controllo e mantenimento della posizione dei suoi compagni in campo. E l’assenza di Sturaro si è sentita in fase offensiva: allargamento del fronte d’attacco, improvvisazione e sorpresa nell’attaccare l’area avversaria. In quei quindici minuti finali, inutile girarci intorno, il Genoa non ha giocato una partita all’altezza degli standard a cui ci aveva abituato.
Non è successo nulla, i giocatori vorranno cancellare subito quei brutti momenti di non gioco e ripartire subito con una vittoria. È stata solo una prestazione sotto tono per alcuni momenti della partita, subito punita da due gol, ma fatta anche di momenti belli, con un Coda che ha timbrato per due volte consecutive raggiungendo la doppia cifra in classifica, tirando di più in porta, prendendo un palo. Il tutto non tirando un rigore da ormai diciannove giornate di campionato. Di fatto, da quando Gilardino siede sulla panchina rossoblu non si è mai visto concedere un rigore a favore.
Sicuramente la squadra del tecnico rossoblu sarà più preparata ad affrontare le prossime sei partite di campionato, consapevole che in ogni partita ci potrebbe essere un pericolo che l’attende.