Altra vittoria e prestazione da Grifoni dentro la fortezza di Cittadella. Parliamo di vittorie che non sono più d’oro, bensì di platino perché si è vista un’altra gara giocata e inzaccherata dal poco gioco degli avversari e condita da troppi falli. Più calci e foga agonistica da parte dei veneti, che hanno comunque fatto fare una sola parata a Martinez nei primi 10’ di gara.
Difficile giocare per il Genoa tra pressing portato con voglia e con poco costrutto: quel solo tiro in porta ha fatto storcere il naso ai tifosi in tribuna. Bene il giovane arbitro Dionisi che per venti minuti non ha utilizzato il cartellino giallo, dopodiché ecco quattro ammoniti tra le file granata e uno doppiato per Giraudo. Genoa in superiorità numerica per 55’ minuti compresi i recuperi.
Giocare in superiorità numerica non è stato facile contro un Cittadella ancora più chiuso. I tentativi di palleggio erano tanti, ma difficilmente andavano a buon fine da parte di Badelj e compagni. Gilardino con i cambi che hanno fatto entrare Dragus e Puscas ha aumentato le incursioni in area di rigore avversaria, operazione premiata con un triangolo tra Coda, Puscas e Gudmundsson (innescato da una battuta veloce e intelligente di una punizione da parte di Badelj) con l’islandese che ha centrato il nono gol stagionale.
Il Cittadella non si è arreso, ha cercato il pareggio facendo entrare due attaccanti di stazza ma la difesa genoana non ha battuto ciglio e il Vecchio Balordo ha legittimato il risultato con altre probabili azione da gol sprecate. Il tutto senza dimenticarsi della traversa colpita da Gudmundsson ad inizio ripresa.
Bene non solo i punti, ma anche la prestazione nelle due fasi di gioco, senza possibilità di estetica, con grande organizzazione e applicazione. Bene, inoltre, il modo con cui è stata conseguita perché garantisce sull’operato del Vecchio Balordo anche nelle prossime e ultime quattro gare da giocare.
La continuità della Gilardino “band” ormai è certificata dai numeri positivi dall’inizio 2023. Nello stesso tempo, il tecnico rossoblu non freme per il sorpasso del Frosinone, anche se sarebbe accolto con piacere per centrare quello che tutti. Il Genoa va avanti come previsto all’inizio della stagione cercando il fioretto, ma deve usare anche la sciabola o la clava.
Gilardino e la squadra cercano la positività e il gol, unico elemento per vincere, fare punti e restare in alto. Operazione non facile non soltanto per colpa del Vecchio Balordo, essendo in balia dell’ostruzionismo avversario.
La garra su calci d’angolo, calci di punizione diretti e indiretti, tiri da fuori area dovrà fare la differenza perché i piedi di qualche calciatore hanno la sensibilità giusta per affondare il colpo. In ogni caso, il Vecchio Balordo è spietatamente funzionale e trae linfa dagli schemi mandati a memoria, uniti ad una avallata comprensione tra i singoli calciatori.
Oltre curare la tattica e la preparazione della partita, la forza di Gilardino sono la varietà di moduli da cambiare in corso di partita e i cinque cambi, arma in più rispetto agli avversari. Nel Genoa attuale non ci sono prime donne, tutti sono dei lottatori con chiara visione della Serie B. Nessun si arrende, nessuno si specchia, nessuno conta i minuti di presenza in campo.
Lo zoccolo duro della squadra ha un buon rendimento e poi quando il solista effettua la giocata accendendo la candelina sulla torta del gioco la musica diventa rock. Gli avversari contro il Genoa danno il massimo e i rossoblu a quarti in ogni gara devono essere bravi a cogliere il momento delle loro difficoltà, del loro calo d’attenzione. Capitalizzare il massimo è sintomo di essere una squadra, e di essere una squadra pronta e matura. In qualche modo le stesse parole dette da Gudmundsson nell’immediato post partita di ieri.
Adesso schiacciare sull’acceleratore, ma senza dimenticarsi di come difendersi. In questa B i risultati arrivano non solo con i piedi, ma anche con la testa. Il primo maggio ci sarà un’altra partita tosta da dominare con il Südtirol, ma con il popolo rossoblu vicino. Emozionante quando Gilardino lo ha nominato: le strade per l’obiettivo sono vicine. Pazienza se chilometri e code sono tante, ma il Tuo Popolo sarà con te e i ritorni dopo aver cantato per due ore almeno sono molto piacevoli.