Un piccolo passo nella storia. Stasera, nella cornice di oltre 33mila spettatori per Genoa-Bari, vi sarà un momento importante: la medaglia celebrativa del bronzo alle Olimpiadi di Amsterdam del 1928 consegnata postuma, ben 43 anni dopo la consegna ufficiale del 1928 da parte di Benito Mussolini, alla bandiera del Genoa Giovanni De Prà. Quella stessa medaglia andò perduta nei lavori di rifacimento dello stadio Ferraris per i Mondiali di Italia ’90. Nel 1979, infatti, era stata interrata a fianco della porta che alle sue spalle ha la Gradinata Nord.
Luca De Prà, nipote di Giovanni De Prà e colonna del settore giovanile rossoblu da tantissimi anni, ha raccontato la storia di questa medaglia ai canali del Museo del Genoa. Stasera una riproduzione fedelissima e identica di quel riconoscimento tornerà al proprio posto come esempio di lealtà sportiva e attaccamento ai colori rossoblu.
“Torniamo al 1928 e alle Olimpiadi di Amsterdam nelle quali la Nazionale italiana, di cui faceva parte mio nonno (Giovanni De Prà, ndr), conquistò il bronzo olimpico. Bronzo che diventò un grande risultato (all’epoca non c’erano i Mondiali) e non passò ovviamente inosservato al Duce, il quale volle richiamare successivamente alla conquista del bronzo la delegazione a Roma per consegnare una medaglia celebrativa da parte del regime. Il fatto, che non era noto al Duce, era che mio nonno avesse promesso di portare in viaggio di nozze insieme alla delegazione italiana mia nonna, unica donna accreditata all’evento in maniera non ufficiale, e quando ciò venne scoperto il Duce lo considerò un atto di insubordinazione al regime. Perciò venne deciso che la medaglia celebrativa non dovesse essere consegnata a mio nonno, come appunto accadde”.
“Nel 1971, Artemio Franchi, presidente federale, messo a conoscenza del fatto decise di porre rimedio a questa mancata consegna di una medaglia ad un grande atleta e grande campione. Così convoco mio nonno per consegnargli la medaglia celebrativa coniata da una società di Firenze, e gli venne consegnata con una cerimonia ad hoc. Lui la conservò gelosamente per moltissimi anni e poco prima di morire, il 15 giugno 1979, chiamò me e mio padre per chiedermi che fosse esaudito un suo ultimo desiderio”.
“Quale? Che quest’ultima medaglia, una delle maggiori conquiste della sua carriera, fosse interrata a fianco della porta della Nord difesa per anni conquistando scudetti e compiendo strepitose parate divenute poi leggenda affinché trasmettesse i valori di lealtà sportiva e attaccamento ai colori sociali anche alle generazioni future. Subito dopo la sua morte lo comunicammo al sindaco di Genova Cerofolini che presentò in Consiglio comunale una mozione, accolta all’unanimità, e nel settembre dello stesso anno, prima di un incontro Genoa-Matera del settembre 1979, venne interrata con una cerimonia a cui presenziarono i consiglieri comunali, il Sindaco, l’assessore allo sport e i familiari”.
Passarono poco meno di una decina d’anni ed ecco iniziare i lavori di rifacimento dello stadio Ferraris per il Mondiale del 1990. “Nel momento in cui venne rifatto il campo di calcio si perse memoria di questa medaglia e non sappiamo se sia sta rubata o sia finita maldestramente tra le macerie. Fatto sta che la medaglia scomparve. Grazie all’amico e numismatico Guido Lavagna, anche segretario del Little Club, venne rintracciato il conio originale e venne riprodotta questa medaglia. La medaglia è rimasta lì, pronta per essere nuovamente interrata, e oggi verrà riposizionava dove era stata posizionata nel 1979. Penso così che possa riposare degnamente sotto la Gradinata Nord e sotto il prato del Ferraris“.
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