Nel Genoa, dove non ci sarà la rivoluzione, non vi è necessità di chiacchiericci in piazza, malgrado con il Genoa di mezzo le spifferate ci siano, magari non quelle della Marchesa Rostan.
Il Genoa per l’ennesima volta con l’arrivo dei 777 sarà efficace in modo chirurgico cercando di cambiare il volto delle cose senza il rullare dei tamburi. È quanto ha saputo fare il Genoa nelle due ultime stagioni cercando di coniugare risparmi, modernizzazione della società e vittorie, il tutto in attesa di scoprire cosa riserverà la prossima Serie A. E Gilardino sarà il prossimo tecnico del Genoa in Serie A: questa volta la sua conferma è stata una scelta dove la ragione ha scavalcato l’intuito.
Meno male che la ragione c’è stata lo scorso gennaio puntando senza incertezze su Gilardino per raddrizzare non soltanto una classifica, ma un intero spogliatoio e la dirigenza non è andata al sodo, alla biografia specifica, a chi conosce il mestiere per ricordare allo spogliatoio che l’allenatore arrivava perché l’altra volta ce l’aveva fatta. Gilardino non aveva nulla da ricordare, ma ha avuto subito al suo arrivo al Pio Signorini molto da dire.
La forza di Gilardino era – ed è – aver subito intuito dove stava spingendo la forza d’inerzia del gruppo, cosa aveva dentro e soprattutto cosa non aveva. Cercare i piccoli spostamenti che possono fermare una deriva e dare un lento e graduale assestamento. Curando i particolari.
Per Gilardino il calcio è una cosa molto seria, da fare in gruppo e con l’idea di seguire regole sempre precise, sempre le stesse. La prima cosa resta insegnare a difendersi e significa fare dell’organizzazione la base di tutto. Organizzazione non solo sul campo, ma anche fuori attraverso la cura dei particolari.
I dirigenti a Pegli e i 777 bravi subito a capire, nella preferenza di Gilardino, che non si vince un campionato di Serie B se non c’è gruppo, se non c’è voglia di ottenere un risultato collettivo e piacere di giocare insieme. Gilardino fin da subito al suo arrivo ha dimostrato di avere senso del gruppo, senso dell’aiuto reciproco.
Altra caratteristica importante di un buon tecnico è la gestione della partita, il saper lasciare il segno anche dentro uno spogliatoio di giocatori esperti. Oggi si gioca in modi diversi la stessa partita, i cinque cambi rappresentano una variazione del 50%, cioè quanto basta ad invertire l’andamento di qualsiasi partita.
Adesso via la calciomercato che sarà anemico fino all’ultima settimana di agosto. Gli euro e i bilanci per tutte le società fanno andare a caccia di parametri zero, di prestiti o di calciatori in scadenza di contratto a fine giugno 2023 o fine giugno 2024.
Al Genoa si lavora su questa linea, Gilardino è consapevole che chi viene dalla B anche con una cavalcata entrata nella storia potrebbe avere un raggio d’azione non così lungo e per giocare con la conservazione a vista c’è un solo metodo: correre tanto e farlo bene; sfruttare al massimo i 100’ minuti di partita finché non arriva il tempo effettivo di gara; crescere e lavorare nei secondi tempi quando il campo si allarga anche per i campioni. Sarà il coro del Genoa a dover aiutare a fare la differenza giocando faccia a faccia con i più forti, in particolare nei duelli singoli. La svolta decisiva è battere le squadre alla pari e più deboli.
Il calciomercato del Genoa sarà di sostanza e di peso. La caccia a coloro che potrebbero aiutare con gamba e corsa è iniziata anche prima della fine del campionato nelle stanze del direttore sportivo e dello scouting in giro per tutto il mondo. Tante parole sul calciomercato e chissà quante squadre sono in attesa della fine dei playoff di serie B e C e dello spareggio tra Verona e Spezia per non cadere in Serie B.