Al termine della prima amichevole della stagione contro il Fassa Calcio, mister Gilardino è intervenuto dalla sala stampa del “Benatti” per commentare questa prona fase di preparazione del Genoa.
“Le mie prime impressioni? Quella di oggi è stata una sgambata dopo giorni con carichi importanti, dove abbiamo lavorato sia a livello metabolico che sulla forza lunga, oltre che a livello tecnico tattico sul campo col pallone. C’era un carico notevole assimilato da parte dei calciatori e oggi pomeriggio volevamo concludere i sei giorni nel migliore dei modi con questa amichevole, anche per l’ospitalità che ci ha dato Moena col suo territorio e le sue autorità. C’è una organizzazione ottima sia in albergo sia al campo. Li ringraziamo. Dal lato sportivo ci sono massima disponibilità e voglia di migliorarsi da parte dei giocatori ed è fondamentale per un allenatore nel quotidiano. Continuiamo così. Da parte dei ragazzi c’è grandissima partecipazione e ciò mi rende felice. C’è grande disponibilità sia da parte di chi mi ha reso felice l’anno scorso, e come me tutti i Genoani – perché i ragazzi che ho ritrovato dopo la grande vittoria hanno un bello spirito, vincente, di voglia di mettersi a disposizione – sia da parte di chi è rientrato dalle esperienza fatte fuori e lo ha fatto col giusto piglio, con voglia. Sto lavorando con un gruppo che ha voglia di mettersi a disposizione“.
“Io sono sempre stato in pole position in questi giorni? Anche per esperienze personali passate questi sono momenti fondamentali per la stagione, dove si rafforzano gruppo, ma soprattutto anima e sofferenza. Con fatica e corsa. Qua si costruiscono le fondamenta di una casa, si costruisce il vero DNA. Normale che i ragazzi facciano fatica, ma c’è bisogno di fare determinate cose. Dobbiamo lavorare ed è l’unica soluzione che abbiamo”.
“Cosa mi aspetto dal futuro e dal mercato? Io penso ad oggi, a questa settimana. Settimana prima della quale ne abbiamo fatto un’altra a Pegli. Normale che mi confronti quotidianamente con la società, con Blazquez, Ottolini, Ricciardella, sentendo il presidente Zangrillo e Marco Rossi. Da parte mia ho già parlato alla società e le mie richieste sul mercato sono chiare. È davanti agli occhi di tutti che c’è da fare qualcosa, ma perché c’è da migliorare e perché sarà un campionato difficile. Dobbiamo aggiungere elementi che possano permetterci di sopperire a quel gap.
La società sa, e sotto questo punto di vista è normale che un allenatore vorrebbe la squadra pronta al 70/80 per cento, ma si vede che è un mercato particolare. Il calcio sta cambiando, sta cambiando il mercato, si vedono tanti giocatori che vanno in Arabia. C’è da pazientare, spero che prima della prima giornata di campionato possa avere una importante quadratura del cerchio. Le zone di campo dove intervenire? La società sa dove deve intervenire, ci siamo confrontati tante volte e sappiamo che la Serie A è un campionato difficile. Deve essere chiaro a tutti: la salvezza sarà come vincere un campionato. Sono molto onesto e chiaro fin dall’inizio e dovremo affrontare la Serie A battagliando fin dall’inizio, proponendo gioco quando ci sarà da farlo e difendendoci quando ci sarà la possibilità di aggrapparsi al risultato. Questo dovrà essere il nostro DNA. Rimango molto coi piedi per terra e voglio essere onesto col nostro popolo, con la nostra gente. Meglio dirle prima queste cose, poi se ci troveremo a poter fare qualcosa di importante durante la stagione lo dirà il campo”.
Su Accornero: “È un talento puro. Se guardassi i miei sentimenti con Federico, lo terrei al Genoa, ma è giusto vada a giocare, a fare un grande campionato, sbocciare e tornare al Genoa per vestire la maglia da titolare”.
Su Martin: “Ha fatto tantissime presenze in Bundesliga, dovrà trovare la sua migliore condizioni fisica, ha tantissima qualità col piede sinistro e può ricoprire non solo il quinto di sinistra, ma può giocare anche alto in un 4-4-2 o 4-3-3. Ha doti tecniche per le quali può ricoprire varie soluzioni tattiche“.
Sui giocatori tornati dalle nazionali e da qualche giorni di vacanza in più, subito coinvolti. Gudmundsson su tutti: “Puscas e Dragusin sono arrivati due giorni fa, stanno facendo lavoro a parte. Albert è rientrato da tre giorni, l’ho buttato dentro. Lui è un giocatore importante, ha margini di crescita incredibili. Dipende soltanto da lui”.
Sui cross che finalmente arrivano dalle corsi laterali: “Quando hai giocatori che hanno qualità, come Aramu e Martin oppure, come nel secondo tempo, Accornero e Jagiello hai più è possibilità di andare in gol. Biraschi? È una sorpresa per come si è presentato, per la sua condizione fisica, per l’impatto avuto dentro gli allenamenti, per la soluzione tattica perché so che è un braccetto centrale difensivo di destra e può giocare in quella posizione lì, ma è un modo per poterlo vedere a sinistra. Era un’opzione. Lo stesso Matturro può giocare braccetto a sinistra sia quinto in alcune partite. Devono saper fare tutti i ruoli della difesa”.
“Perché ho giocato in dieci nella ripresa? Ho giocato in dieci per creare un’inferiorità numerica e lavorare in inferiorità numerica, con la speranza che in stagione non succedano queste cose. In allenamento curiamo queste situazione per giocare in inferiorità numerica di uno o due difensori. È stata una scelta e coi ragazzi che hanno giocato il primo tempo avevamo programmato stamattina che avrebbero giocato solo un tempo. Prossime partite cambierò? Sicuramente continuerò a dare spazio a tutti. Magari faremo un minutaggio più evoluto in base alle condizioni dei ragazzi, perché continueremo ad allenarci e andare forte. È quello che so fare”.
Infine, una domanda sul calendario: “Ci mette davanti un inizio sicuramente in salita, ma stimolante ed emozionate perché giocheremo la prima in casa, davanti ai nostri tifosi, e ci sono tutti i presupposti per cominciare con ardore ed euforia agonistica”.
Genoa 12-0 Fassa Calcio, in archivio la prima amichevole. Poker Gudmundsson