In questa Samarcanda estiva che ufficialmente ha raggiunto 36 giorni di trattative con accelerate e rallentamenti tra le grandi e scambi di punte e di portieri, trainati da questa telenovela barbosa di Lukaku alla Juventus e Vlahovic al Chelsea, si è aggiunta quella dei portieri. Donnarumma alla Juventus, Szczesny al Bayern Monaco, Sommer all’Inter.
Nel calcio la finanza creativa è all’ordine del giorno e il Fair Play visti gli ingaggi (e non solo i prezzi dei cartellini) non conta nulla. A fine stagione si faranno i conti sui debiti.
L’estate non mi è mai piaciuta. Troppe chiacchiere, poca sostanza. In questo calciomercato, come sempre, sono solo le figurine ad agitarlo. L’attesa per i colpi di mercato è spasmodica soprattutto per i tifosi.
Ormai il mercato dura tutto l’anno e tutti i team hanno le idee chiare sui giocatori che servono, compreso il Genoa, anche se non si capisce perché gli allenatori debbano fare preparazioni monche. Calciatori ne sono arrivati tanti da tutto il mondo, mai usciti sui media. Altri nomi che escono sui giornali, negli show televisivi spesso non sono realmente seguiti dalle società ma sono scritti sulla sabbia.
Non si capisce se questi arrivi al buio siano un’opera dello scouting o dei soliti uomini “multi-affari” del calcio mondiale. Il testimone di questo calciomercato sarà solamente il campo.
I padroni del calciomercato sono sempre più i procuratori e gli agenti che non cercano soluzioni per i loro assistiti solo in entrata, ma anche in uscita quando se ne ritrovano molti pronti nel rifiutare trasferimenti perché sicuri dell’ingaggio percepito: un reddito di cittadinanza calcistico, come già scritto, che le società dovranno prima o poi cercare di eliminare facendo contratti non triennali ma in base ai risultati conseguiti.
Venditori di bufale e fandonie sono ogni giorno all’ordine del giorno e le fonti non possono che essere agenti: basta una notizia ad un network nazionale che si spande a macchia d’olio in pochi secondi sul web e prima di pubblicarla nessuno si confronta con la scarsa liquidità finanziaria presente in pressoché tutte le squadre del campionato italiano.
Il calcio italiano è in crisi profonda e le tre finali europee non hanno certo sancito la fine dell’affanno. I problemi in questo calciomercato non sono solo per la Nazionale. Le potenzialità delle big sono fortemente calate. Nessuna sta alzando la voce in sede di calciomercato che è qualcosa di diverso rispetto gli scorsi anni, un peccato che sarà scontato durante il prossimo campionato. Fino a qualche anno fa giocare in Italia non era un punto di partenza, anzi.
Adesso il nervosismo impera tra le squadre che sulla carta dovrebbero giocarsi l’Europa: in particolare sotto il Vesuvio è finita la festa scudetto e già si rimpiangono Spalletti e Giuntoli. Tanti sono i nodi da sciogliere, il padre padrone anche del calciomercato De Laurentiis ha in primis quelli Osimhen e pericolo arabo.
Le squadre medie e piccole aspettano che team in cima alla classifica dello scorso anno aprano le porte agli esuberi. In questo calciomercato vincono i tifosi visto il trend degli abbonamenti che aumentano in tutte le squadre. Meglio andare al campo che davanti alla tv o dentro un bar o un circolo e spendere di più del prezzo di un abbonamento.
Ormai nel calcio avanza l’intelligenza artificiale: è un fenomeno che non riguarda solo il pallone che rotola, ma l’intera umanità. La sopravvivenza dello scouting è a rischio in un prossimo futuro e nel calcio non si può sperare in uno scenario fantascientifico dove si vince perché la creatività batte i computer.
Veniamo al Genoa. Gilardino senza gridare o ti lasciare interviste, copiando Mourinho, Sarri, Inzaghi e compagnia, si confronta ogni giorno con la società: basta salire le scale a Villa Rostan e pensa esclusivamente al risultato sul campo, particolarmente alle prime due giornate di campionato visto che dopo i saldi potrebbe avere altra rosa a disposizione.
Gilardino in silenzio chiederà un altro sforzo in più alla società e i dirigenti, i quali sono consapevoli di avere la responsabilità della sostenibilità di ogni azione. In pochi se ne saranno accorti: l’importanza nel Vecchio Balordo è la forte e precisa identità societaria tramandata dai 777 alla Dirigenza di Villa Rostan e trasmessa alla squadra, che poi è quanto successo lo scorso anno per salire subito in Serie A.
Nel calcio attuale ormai è sempre più dominante l’aspetto aziendale rispetto a quello romantico. A tal proposito per l’operazione Lipani, se andrà in porto, è “vietato” strapparsi i capelli. Molti se lo incontrassero per la strada non lo riconoscerebbero. Lipani, se uscirà per una somma di euro importante (perché questa è stata la richiesta del Genoa a chi si è fin qui presentato), sarà un’operazione finanziaria che permetterà di finire un buon calciomercato.
Federico Pastorello, uno dei principali tra i procuratori, ha detto al Corriere della Sera negli scorsi giorni che “siamo di fronte ad una ricchezza diffusa” che non riguarda solo la Premier, il Real, il Bayern, il PSG forti di padroni miliardari o di soci che fanno calciomercato con i diritti tv, gli incassi da stadio, le coppe europee, le tournée remunerative al di là degli oceani. A differenza di questi campionato, in Serie A i soldi sono pochi e bisogna arrangiarsi con idee, all’estero i ricchi sono tanti.
Parole al vento per Lega e FIGC: la prima alle prese con il “bancomat” futuro in rosso dei prossimi diritti tv, la seconda che gongola per il campionato europeo da giocarsi con la Turchia. Le riforme non le fanno, e allora in che cosa sperano per rimettere in piedi gli stadi nel PNRR, che ogni giorno si prende le prime pagine dei quotidiani nazionali non risolvendo problemi importanti per sanità, scuola, ricerca, con euro bloccati in Europa.
Buffon ha lasciato il calcio e con un suo tweet ha detto tutto: “È tutto Gente! Mi hai dato tutto, ti ho dato tutto. Abbiamo vinto insieme”.
Gigi, Buoncalcioatutti ti saluta e ti ringrazia per l’amicizia che ci hai dimostrato su ogni campo nelle zone intervista, ricordando che un piccolo pezzo del tuo cuore è rossoblu a quarti.