Risultato ad occhiali scuri in casa della Cremonese per Gilardino e i suoi ragazzi. Una premessa: come redazione eravamo presenti, da parte mia la gara è stata vista con un telefonino, perciò l’analisi attraverso le immagini tv non permette di comprendere che cosa sta succedendo quando il pallone non è inquadrato e di conseguenza non si capiscono tutti gli sviluppi immediati e come potrebbero nascere nelle due fasi di gioco.
Dopo un mese di preparazione occorreva una iniezione di ottimismo non tanto dal risultato ma dal gioco. Bene la parte atletica. Nessuno reclama il retrogusto che lasciano le vittorie oppure i gol realizzati anche se sono partite estive e amichevoli, ma nelle tre gare giocate vedere pochissimi tiri, pochi corner, calci di punizione diretti e indiretti quasi assenti, cross dal fondo mancanti con avversari che sulla carta dovrebbero essere qualcosa di meno lascia l’amaro in bocca.
Le tre gare amichevoli giocate dal Genoa, oltre le difficoltà avverse della preparazione, vanno parametrate alle non difficoltà dell’avversario a giocare contro il Grifone.
Una problematicità probabilmente cercata da Gilardino per provvedere, far provvedere e vedere cosa passa il convento in vista di un campionato da salvezza, ma tranquillo. Bisogna ringraziare che non sono state fatte valanghe di gol illudendosi contro dei dilettanti.
La Cremonese di Ballardini ha fatto vedere uno stato più buono dal punto di vista psico che non fisio rispetto al Genoa. Ha provato anche ad imporre il gioco con l’abilità delle individualità, con l’aggressività e il ritmo, con la velocità, cercando di presidiare il centrocampo e le corsie laterali. Anche in questo caso, attenzione però: senza mai creare un pericolo alla porta del Grifone. Se a Balla daranno una punta vera di categoria come Coda si giocherà la Serie A.
Gilardino già sul pullman che tornava a Genoa nella sua mente cercava di comprendere che cosa succedesse e, di conseguenza, già da domani vorrà anticipare le mosse e non solo sul prato verde per cercare riscontri immediati e futuri che possono solo arrivare dal calciomercato e dalle famose caselle da riempire. Sempre più vuote visti i cambi con giocatori fuori ruolo, e questa è un’analisi da fare in società.
Nelle gare giocate in amichevole dal Vecchio Balordo, oltre aver smarrito le caratteristiche della Serie B, stupisce che giocatori di esperienza non sappiano analizzare la gara in corso e, di conseguenza, non recitino una parte importante nell’orientamento.
Al “Pio Signorini”, non solo dopo la gara con i grigiorossi lombardi, sotto la lente di ingrandimento si valuteranno oltre i ruoli scoperti già menzionati tante volte anche quelli di un altro centrocampista, metronomo, un Badelj anche da crescere in arrivo dall’Europa, forse dall’Inghilterra ora che i calciatori non sono più extracomunitari. Potrebbe trattarsi du qualcuno che ha trovato poco spazio in Premier. Come dicevamo anche ieri, non è certamente l’unico profilo: colleghi tedeschi ci segnalano che il Genoa potrebbe essere interessato a Demme, ora tesserato per il Napoli. Vuole scappare da sotto il Vesuvio ed è stato utilizzato pochissimo nella cavalcata scudetto. Demme era già stato proposto al Genoa ancor prima che iniziasse il mercato, e d’altronde il bacino del Lipsia è stato sempre sotto osservazione da parte di Spors e di altri rimasti al “Pio Signorini”. Il cartellino di Demme quando passò al Napoli superava i 10 milioni di euro, adesso è andato molto in discesa. In ogni caso, valutazioni sono in cors.
Quella posizione nel cuore del gioco genoano, infatti, è tornata ad essere cerchiata dopo la sintesi delle amichevoli. Badelj non ha controfigura nella rosa attuale del Genoa.
Il quella zona di campo il gioco di Gilardino richiede maggiore aggressività, e Thorsby è in grado darla, ma occorre anche dinamismo. Il fosforo in campo degli anziani c’è ma manca il far correre il pallone e ne risulta un gioco spesso bloccato.
Passi da gambero con la Cremonese sulla costruzione dal basso, sbagliate quasi il 70% delle opzioni di ripartenza con il pallone in palleggio tra Martinez e compagni e non per merito del pressing avversario ma per gli errori di transizione. Provato poche volte il lancio lungo per Retegui, che lo ha sempre reclamato alla ricerca di combinazioni di gioco con Albert, entrambi non solo marcati da due difensori, ma anche da tutta la fase di non possesso di Balla. Tutto ciò si è verificato perché mancava il supporto tecnico del centrocampo che doveva fare la differenza nelle due fasi di gioco.
Altro neo, ed è quasi inutile parlarne, sono le corsie laterali. D’altronde se in tre gare Gilardino ha utilizzato nuovamente Sabelli a sinistra, Melegoni terzino o esterno destro e sinistro (e così Yeboah nella seconda gara col Venezia) il problema è stato decisamente evidenziato. Ancora non si è visto il vero Martin: l’aria di mare non può avergli fatto perdere le sue credenziali. In ripresa Hefti, d’altronde lo svizzero non può aver dimenticato di aver giocato la Champions.
Tanti “mugugni” per la vendita di Lipani, tanti “maniman” che non lo hanno mai visto giocare in tutte le Under del settore giovanile. Lipani sarà famoso, ma non da playmaker perché ha spesso giocato anche da mezzala. Sa gestire il pallone, ha un ottimo tiro da fuori, ma anche la corsa e lo spunto per portarlo questo pallone, come spesso fatto vedere nelle giovanili del Genoa.
L’operazione è giusta e non solo per aver incassato euro che permetteranno di poter alimentare il calciomercato chissà anche nei prossimi giorni per riempire i tasselli mancanti.
Quando l’autofinanziamento lo fanno le altre squadre con i profili di giovani calciatori cresciuti nel settore giovanile, venduti tra i 18 e i 21 anni nell’ultimo triennio, migliorando la prima squadra, si lodano e si imbrodano. Il Genoa si sgrida. Basterebbe ricordarsi dell’Atalanta con Bastoni e Kulusevski. Dell’Inter con Casadei. Della Roma con Frattesi Missori, Volpato. Dell’Empoli con Viti. Del Sassuolo con Raspadori.
Complimenti piuttosto al settore giovanile del Genoa che negli ultimi anni ha salvato il bilancio portando pochi benefici alla prima squadra e facendo entrare euro con Rovella, Cambiaso e lo stesso Kallon.
La speranza, ripeto, è che con la vendita di Lipani ormai certa la musica possa cambiare perché sicuramente, vista la carica non soltanto dei quasi 25000 abbonati, ma anche dei 777, Zangrillo primo tifoso, Blazquez, Ricciardella, Ottolini e Gilardino, nessuno vuole fare la comparsa nel prossimo campionato di Serie A, ma un campionato tranquillo, alla ricerca di una salvezza tranquilla. E poi chissà se l’appetito non verrà mangiando.
A Pegli si faranno analisi approfondite a tutto campo per cercare di coprire le caselle vuote in alcuni ruoli cruciali in evidenza da tempo. Qualcosa si muoverà prima di Ferragosto? Speriamo di sì.
Qualche nuvola si è alzata sul Genoa dopo le tre gare giocate anche se erano partite di luglio e agosto, ma il pensiero va per forza al campionato che inizierà fra 13 giorni. Tra cinque, invece, ci sarà la prima gara ufficiale che conta, la Coppa Italia contro il Modena, altra squadra di Serie B che non regalerà nulla: impegno da non fallire per Gilardino e i ragazzi.