Ai microfoni di Sky Sport è intervenuto questa sera Mateo Retegui, attaccante del Genoa. Dopo aver esordito parlando del soprannome che più gli piace (“Soprannome? Al Tigre mi hanno definito “Retegol”. Ma preferisco solo Mateo Retegui”), il centravanti rossoblu viene interrogato subito in merito all’addio del ct Mancini dalla Nazionale.

Come ho saputo della notizia? È stata una sorpresa. Ieri, dopo essermi allenato, gli ho mandato un messaggio per la fiducia e l’opportunità che mi ha dato di vestire la maglia della Nazionale. È stato un onore, sono stato ricevuto come a casa, sia da lui che dai compagni e dallo staff. Gliene sarò sempre grato. Che mi ha risposto al messaggio? Mi ha detto di fare tanti gol – spiega Retegui, al quale viene nuovamente chiesto se l’ormai ex ct della Nazionale sia stato importante per il suo passaggio al Genoa. “Se lo avevo sentito? No, non gliene avevo parlato. Ho parlato piuttosto con mister Gila ed è stato lui che mi ha dato fiducia nel prendere la decisione. Se sono stato vicino all’Inter? Non lo so, mio papà e mio zio si occupavano di questi temi: in Argentina ero nel pieno della stagione e che è successo lo sanno loro, io ero concentrato a giocare a calcio. A chi mi ispiro? A Kane e Haaland, sono quelli che piacciono a me. Ho esultato come Milito? Magari potessi essere anche solo un po’ all’altezza di quello che ha fatto al Genoa”. 

Si parla, a seguire, dell’effetto che gli ha fatto la prima gara ufficiale al Ferraris con la doppietta e il pubblico alle sue spalle: “Venerdì i tifosi e la Gradinata Nord sono stati incredibili, hanno cantato dall’inizio alla fine. La cosa più importante era vincere. Ma non amo troppo le interviste, preferisco fare parlare il campo“.

A Retegui viene anche chiesto un giudizio su Beltran, prelevato dalla Fiorentina dal River Plate e subito avversario del Grifone il prossimo sabato: “Alla Fiorentina hanno tanti argentini come Beltran, Martinez Quarta e Gonzalez. È un buon giocatore, forte, un goleador. Credo che abbia fatto un grande passo nella sua carriera. Lo conosco come giocatore, ma non gli ho parlato. Potrebbe giocare in Nazionale italiana? È una decisione sua, deve prenderla con la sua famiglia. Non saprei cosa dirvi perché non lo conosco personalmente. In questo momento so che io mi sento italiano. Il mio bisnonno era di Genova, un’altra nonna siciliana”. 

Spiegata anche la motivazione della dedica a mimare la lettera “M” dopo i gol. In molti avrebbero pensato al suo nome, ma in realtà la dedica è alla sorella Micaela. “Siamo migliori amici oltre che fratelli, condividiamo tutto. Mia madre e mia sorella stanno qui con me e mia sorella si fermerà qui per giocare ad hockey su prato, mia madre invece tornerà in Argentina“.


Genoa, ripresa degli allenamento. In campo De Winter e Junior Messias