In onda su Telenord in questo giorno di Ferragosto è stata trasmessa un’intervista al tecnico del Genoa, Alberto Gilardino, che ha parlato a 360 gradi della sua vita, della sua famiglia, della sua carriera da calciatore e allenatore, arrivando sino alle emozioni dell’ultima stagione coincisa con la promozione passando per le sensazioni in merito alla prossima stagione, quella che porterà sabato all’esordio in Serie A contro la Fiorentina. Un passaggio anche sull’addio del ct Mancini alla Nazionale (“bisognerebbe andare più a fondo in questa vicenda, non so cosa sia successo e come siano andate le cose. Ognuno può dire tutto e diventa troppo facile“).

Dopo alcuni passaggi iniziali dove ha parlato del suo passato in campo e in panchina, incassando anche il saluto di Cesare Prandelli (“volevo rinnovarti i complimenti per ciò che hai fatto. Ho avuto la fortuna di allenarti e la qualità maggior che hai è l’umiltà, il fatto di saperti ascoltare. Avrai una grande carriera, te la meriti”), Gilardino ha parlato del Genoa che verrà e degli obiettivi di stagione. A chi gli domanda se raggiungere una grande salvezza sia l’obiettivo su cui il Genoa deve focalizzarsi quest’anno, la risposta è chiara.

È tutto molto chiaro nella mia testa ribadisce Gilardino – al momento siamo un cantiere aperto e mancano 15 giorni alla fine del mercato. La società sa, perché quotidianamente ci confrontiamo e sono il primo a “rompere” e discutere su determinate situazioni perché so cosa significa giocare in Serie A e so cosa comporta giocare in questa categoria. So che ci sono da inserire dei giocatori con determinate caratteristiche, anche la società lo sa, ed è determinante per colmare il gap con la categoria superiore. Detto questo, i ragazzi che ho a disposizione si stanno dimostrando quelli che erano la scorsa stagione, ossia dei grandi professionisti vogliosi di cominciare questo campionato“.

La realtà, ad oggi, è che dobbiamo pensare a raggiungere 40 punti – prosegue il tecnico rossoblu – Poi valuteremo settimana dopo settimana che cosa riusciremo a fare. L’entusiasmo dei 27mila abbonati, quello che ho io col mio staff è tanto e grande e dovremo essere bravi a tramutarlo in energia positiva. Oggi l’obiettivo è raggiungere i 40 punti. Non bisogna distogliersi da un altro tipo di realtà. Lo ribadisco: se saremo bravissimi a fare qualcos’altro, lo vedremo settimana dopo settimana. Ma la realtà ad oggi è questa. Quello che possiamo promettere alla gente sono sacrificio e corsa: cercherò il modo per esaltare tutti i ragazzi e tutti i giocatori“.

Se con l’arrivo di Messias cambierò modulo? Il calcio ormai è in evoluzione e non mi piace parlare di moduli – risponde Gilardino – se giochi a cinque e un quinto esce alto, per esempio, dietro devi lavorare a quattro. Soprattutto in Serie A si deve essere bravi a cambiare, dall’inizio o a gara in corso. Quando hai giocatori di qualità, che ti saltano l’uomo, devi trovare – e sforzarti di trovare – il modulo giusto per esaltarli in giusto e totale equilibrio con la squadra. L’impatto di Retegui? Lo ho detto due settimane fa: bisogna lasciarlo sereno, farlo lavorare, oltretutto arriva da un campionato giocato. Arriva a livello climatico in un mondo completamente differente, giocava a temperatura diverse da quelle in cui gioca ora. Arriva da un modo di allenarsi diverso. In ogni caso l’impatto è stato importante. Se l’inizio è questo, anche per l’intesa con Albert, è di buon auspicio. Ha fame, lavora, deve essere questo. Se serve ancora un attaccante con caratteristiche più alla Kouamè o più alla Colombo? Ci serve sicuramente un attaccante con altre caratteristiche rispetto a quelle di Mateo. Coda, Puscas, Ekuban e Aramu hanno le loro caratteristiche, ce ne servirebbe uno con altri tipi di caratteristiche. Ora vogliamo arrivare preparati a questa sfida, normale che c’è ancora da completare la rosa“. 

Gli parlo in modo molto diretto, soprattutto tatticamente, ed è uno che ha già dentro quella fame e quella malizia. Basta accendergliela, qualche volta a settimana, e più ci si avvicina alla partita uno ha le sue sensazioni dentro di sé. De Winter? È di grande prospettiva, l’anno scorso era ad Empoli e arriva all’interno di un gruppo squadra dove può portare gioventù e qualità. La volontà è di farlo entrare in un gruppo dove lavorare con forza e principi per fare uno step in più con questa maglia, questi tifosi, ambendo sempre a qualcosa di più“.

La mentalità deve essere sempre quella dei primi 30′ col Modena dichiara Gilardino quando ritorna su Genoa-Modena e si guarda a Genoa-Fiorentina – Dobbiamo migliorare – e ne siamo certi – e nelle difficoltà dobbiamo stare forti dentro la partita. Soffrono le grandi squadre, quindi è prevedibile che all’interno di una gara tu possa soffrire. Devi uscirne perché quei momenti, dentro la gara, ti rafforzano. Lo dico sempre ai ragazzi: quando devi difendere in undici sotto la linea del pallone, magari trovi il guizzo per poter fare male all’avversario. In questa squadra ci sono valori che vanno al di là di quelli tecnici e tattici. Valori umani forti. Ora abbiamo un inizio di campionato arduo, ma bello. Sulla carta è difficile, ma anche stimolante“.

Se sono preoccupato per il campionato che sta per arrivare? No, non lo sono specifica il tecnico del Grifone Ci saranno le difficoltà, ma con esse bisogna convivere. Prà sei bravo in quei momenti: più sarai fermo nelle tue idee, più ti sacrificherai, più ci saranno grandi momenti e grandi vittorie. Quello è sempre stato il mio input: lavorare forte nei momenti di difficoltà e attendere quelli buoni. Ma preoccupato no: ho grande entusiasmo, cerco di trasmetterlo quotidianamente ai ragazzi e giorno dopo giorno deve salire l’adrenalina per la partita. Deve salire l’empatia che c’è con lo stadio, quell’empatia che abbiamo creato con la nostra gente, coi nostri tifosi. Quando noi giochiamo al Ferraris ci trascinano, è una cosa incredibile, e dovremo essere bravi a trascinarli e farci trascinare“. 


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