“Accendi un fuoco e lascialo bruciare in te” diceva William Shakespeare, ed è esattamente quello che ha fatto Alberto Gilardino nella conferenza pre partita con la Lazio, dichiarando che si sarebbe buttato nel fuoco per i suoi ragazzi. Conferenza stampa a cui qualcuno ha voluto dare la sua interpretazione in senso negativo. Con il Genoa di mezzo l’istinto di scrivere e aprire la bocca è una scusa che l’uomo prende dagli animali.
I giocatori del Genoa, anche se sotto il Cupolone faceva caldo da un punto di vista atmosferico, come fossero all’Inferno, erano attesi per il risultato e per il gioco e si sono buttati nel fuoco per l’allenatore. Tante dicerie sono saltate in aria: “Gudmundsson non è da Serie A” oppure “Gilardino salta” oppure “allertato altro allenatore”, “non ha esperienza”. Sono circolate intorno al Vecchio Balordo scatenate da qualcuno per il quale aprire la bocca non è una virtù, ma una necessità.
All’Olimpico di Roma il Grifone ha volato più alto dell’Aquila con un collettivo interpretato da tutti i giocatori utilizzati, tutti funzionali ai sistemi di gioco a prescindere dal loro valore in un contesto tanto collaborativo quanto ben disposto sul terreno di gioco.
Nel primo tempo la nuova strategia di Gilardino (che ha letto la partita in anticipo con lo staff e lo ha fatto con successo) ha fatto vedere la versatilità che lo ha reso adattabile alle varie situazioni di gioco. Per la corretta applicazione è stato necessario che gli interpreti, istruiti bene, compissero movimenti senza pallone.
Bello vedere in chiave rossoblu a quarti tanti elementi giocare dietro e davanti la linea del pallone. Bello vedere fare pressione sui portatori importanti di pallone avversario con marcature ad uomo, ad esempio Strootman su Luis Alberto. Bello vedere il vituperato Badelj nel cuore del gioco sullo stesso campo dove Inzaghi gli aveva tolto la voglia di giocare, prendere le fila del gioco aiutato dalla squadra corta. Bello vedere Albert e l’ucraino Malinovskyi al debutto partecipare alle due fasi di gioco, Retegui attaccante che ha lasciato il segno non solo con il gol ma non restando immobile come il centravanti laziale. Bene i cambi campo a sfruttare le corse sulle fasce quando i terzini e gli esterni ne avevano la possibilità. Bello vedere i mediani collaborare sia in fase di interdizione che di spinta.
Bravo Retegui il quale con una dotazione tecnica, che migliorerà con Gilardino e lo staff, oltre alla finalizzazione favorisce l’inserimento in avanti dei compagni. Albert e Malinovskyi non si possono discutere: la qualità non si può comprare, quando le triangolazioni e le combinazioni miglioreranno nasceranno situazioni pericolose per qualsiasi avversario. Grazie a questa strategia del Violinista tutti i giocatori a disposizione troveranno tanto agio esaltando le rispettive qualità.
Vi è stato poi un secondo tempo da Grifoni, un sacrificio di concentrazione coi due difensori che attaccavano gli avversari con i tempi giusti in contemporanea con una copertura solida da parte della fase difensiva, essendo sempre mai troppo distanti o non compatti facendo bene il pressing con le marcature a scalare che riuscivano. Non mi piacciono le pagelle ma per quello scritto tutti sopra la sufficienza abbondante: più 7 che 6.
La Lazio imbarazzante come a Lecce, superiore solo nel possesso pallone e nei corner, inferiore nei tiri in porta. È un altro Sarri che ha perso la testa nel secondo tempo giocando scriteriatamente con 4/5 attaccanti favorendo di più la difesa a cinque di Gilardino. Ci sarà da lavorare per il bancario allenatore: tutti i settori del campo sono da migliorare, troppo lenta la manovra e letta bene dagli avversari. Non solo la squadra ma anche il tecnico vivevano delegando il gioco a Milinkovic Savic, ma adesso non c’è più.
Bravo Marinelli di Tivoli e Mazzoleni al VAR. Il Maresciallo del 7° Reggimento Alpini ha fatto più fatica che in una missione in AfgHanistan viste le proteste dell’Aquila a terra con il sale rossoblu a quarti sulle ali. Hanno fatto vedere anche le immagini dei replay sui tabelloni dello Stadio, operazione non consentita, dimenticandosi di far vedere le immagini del VAR che certificavano l’operato giusto del direttore di gara.
Tranquilli, il potenziamento della rosa continuerà in questi cinque giorni di calciomercato. Le prenotazioni alla Casa della Salute di Pegli sono state prenotate per tutta la settimana: ogni prenotazione, meglio specificare, non è necessariamente una visita.
Per Gilardino deve essere un punto di partenza la gara con la Lazio. Adesso bisogna dargli tempo, assieme allo staff, per costruire un gruppo alla fine del mercato e una identità. Tranquilli anche in questo caso: vista la qualità davanti e con il rimpolpamento della rosa non sarà lungo.
Che goduria non aver visto Immobile fare gol al Genoa, mentre prima era andato sempre a segno in tutte le gare degli ultimi anni. Goduria per i genoani arrivati sotto il Cupolone giunti con preoccupazioni da passerotto e tornati a casa con certezze da Grifoni.