La seconda giornata di campionato è andata in onda tra maxi recuperi, rigori concessi e non dal VAR con polemiche e fischietti che hanno arbitrato le gare della propria città e provincia.

Esperimento da ripensare meglio da parte di Rocchi considerato che l’arbitro più esperto a sua disposizione in Verona-Roma, pur concedendo un rigore ai giallorossi cancellato dal VAR per centimetri di fuorigioco, ha fatto vedere di essere indeciso, lui che è un duro, salvato altre volte dalla sala VAR. Grande prestazione di Marinelli di Tivoli in Lazio-Genoa. La territorialità è un progetto difficile anche se non siamo nel Medioevo: gli arbitri sono uomini, non robot.

Mariani, uno tra i migliori a disposizione di Rocchi, non per colpa del VAR Valeri, che ha solamente testimoniato, ha sbagliato  quando ha concesso i due rigori perché non ha tenuto conto delle dinamiche del gioco, in particolare tra i difensori e gli attaccanti. La raccomandazione arrivata dal ritiro arbitrale prima dell’inizio campionato a Cascia era “basta rigorini” ed è subito andata dietro la lavagna.

Insomma, “AIA che male” già alla seconda giornata con arbitri ai box per errori. Di Bello non è una novità, Mariani che sarà sospeso sì. Il ritiro di Cascia non è servito a nulla, solo parole. Basterebbe applicare il Regolamento e muoversi sul terreno di gioco in modo consono per seguire l’azione da vicino.

Altro allarme per la Lega. Le partite di sabato sera hanno avuto uno share bassissimo, tutti sintonizzati sui Mondiali di atletica, anche gratis, e sulle prodezze delle staffette azzurre, maschili e femminili. Attento calcio, se ci sono altri sport in onda il calcio stufa.

Mancini in Arabia a fare l’head coach poteva evitare di dire “ho fatto la storia in Europa, ora è tempo di farla in Arabia Saudita” alimentando sempre più le voci che lo hanno paragonato al “Mostro di Firenze”. Mancini non ha resistito al paradiso dei petrodollari. Passato alla storia per aver vinto un Europeo, ma anche per aver fallito la seconda partecipazione consecutiva ad un Mondiale, se l’avesse fatto dopo la sconfitta con la Macedonia sarebbe rimasto illustre. Per tutti è un mercenario, ma in tanti avrebbero ceduto alle lusinghe dei petrodollari: 90 milioni o giù di lì in tre anni. Chi bazzica il mondo del calcio non dovrebbe meravigliarsi, e non solo tra gli addetti ai lavori sui campi ma anche tra giornalisti e media: la fedeltà è relativa, il motore sono gli euro, basta seguire il calciomercato.

La seconda giornata di Serie A, in tutto questo contorno, ha confermato che non sarà un campionato facile: le soste saranno ridotte e le squadre che giocheranno l’Europa faranno fatica giocando anche a Natale e Capodanno.

La classifica determina che la divisione tra il bene e il male della prima giornata si è afflosciata. Solo Napoli, Milan e Inter hanno ingranato la marcia giusta. La prima l’ha messa il Napoli con Garcia, intelligente a non fare rivoluzione dopo Spalletti. L’ha messa il Diavolo con Pioli, che invece la rivoluzione l’ha fatta sul piano del ritmo e della fisicità con 9 acquisti. L’ha messa Inzaghi che senza prima punta si gode Lautaro. I capricci di Lukaku che il 13 luglio doveva firmare coi nerazzurri hanno messo in crisi Inzaghi che aveva dato il via libera all’uscita di Dzeko.

Le sorprese in positivo sono Lecce, 4 punti in classifica, Frosinone e Genoa le promosse che non hanno paura della Serie A. In negativo Juventus, Fiorentina, Roma e Lazio. La Dea conoscendo Gasperini dopo un passo da gambero si è sempre ripresa. E il Verona capolista altra sorpresa.

Verona-Roma 2 a 1. La Lupa fa un disastro in difesa e l’Hellas fa festa alla seconda vittoria consecutiva dopo che nello scorso campionato ne aveva vinte solamente 7. I  giallorossi prendono traverse, i veneti due tiri due gol. A Roma tutti in attesa di Lukaku, ma Mourinho si preoccupa della difesa che ha incassato quattro reti nelle prime due gare di campionato frutto di errori individuali. Altro stop muscolare per Dybala. Subiti due gol quasi inaspettati, complice anche ad un paperone del portiere romanista, i veneti hanno giocato il resto della gara sotto la linea del pallone raddoppiando quando la Lupa era tutta nella metà campo gialloblu. Neanche i 10’ di recupero concessi dal romano Doveri hanno dato risultati a Mourinho.

Milan-Torino 4 a 1. Un poker con la firma di Giroud, capocannoniere con tre reti realizzate. Superata agevolmente la squadra di Juric. La qualità rossonera ha fatto la differenza. Tanti nuovi calciatori per Pioli che supera più che i gol l’esame del gioco con una squadra rivoluzionata. Diavolo pronto ad affrontare la Roma e il Derby prossimamente. L’uscita di Tonali per 80 milioni di euro ha permesso al Milan di guadagnare non solo in qualità e quantità, ma anche – e soprattutto – in rapidità, l’arma che ha steso Bologna e Torino. Due  rigori  discussi concessi dal VAR  hanno affondato il  Toro. L’analisi di Juric a fine partita (“un divario netto a tutti i livelli di gioco, di squadra e di individualità“) fotografa la partita dei granata.

Frosinone-Atalanta 2 a 1. I ciociari alla seconda partita consecutiva allo Stirpe fanno fuori l’Atalanta di Gasperini con le sue armi: subito pressing per rubare il pallone, situazione da cui nasce il primo gol. La Dea prende gol su palloni inattivi, altra novità non gradita da Gasperini. L’assedio finale orobico si è scontrato con un Frosinone ben  piazzato a difesa della porta. Una sorpresa la vittoria del Frosinone contro un’Atalanta contro la quale non avevano mai vinto e fatto gol.

Monza-Empoli 2 a 0. Il Monza ha vinto in scioltezza. L’Empoli alla seconda sconfitta consecutiva dovrà rivolgersi al mercato. Nessuno problema creato alla squadra di Palladino che ha quasi gigioneggiato per tutta la gara.

Napoli-Sassuolo 2 a 0. Il Napoli dà spettacolo, il Sassuolo si arrende dopo il rosso a Maxime Lopez al 6’ del secondo e in gol vanno Osimhen e Di Lorenzo. Prestazione negativa per l’arbitro sardo Giua. Il Napoli firmato Garcia fa due vittorie su due gare. È cambiato poco da Spalletti a Garcia: bisogna essere lucidi, aggressivi, pazienti perché il gol arriverà al fine di mettere sotto gli avversari con facilità.

Juventus-Bologna 1 a 1. Passo indietro della Juventus che pareggia grazie a Vlahovic  a 10 minuti dal termine più recupero. Bene Thiago Motta con una squadra coriacea, ordinata,  che ha protestato contro Di Bello di Brindisi: il fischietto arbitrale stona sempre, che coppia con Forneau al VAR. Netto il rigore per i felsinei arbitro, neanche richiamato al monitor. Allegri furioso con la squadra si scatena, si sente male e non va in conferenza stampa. Furioso con l’arbitro pugliese per un colpo di mano in caduta, non era rigore e siamo alla seconda di campionato.

Fiorentina-Lecce 2 a 2.  Si illude la Viola avanti di due reti, ma dopo crolla sotto il ritmo del Lecce e i salentini pareggiano. Dura un tempo la squadra di Italiano che va negli spogliatoi con il sorriso stampato in volto ed esce alla fine della gara buio e arrabbiato non solo per il pareggio, peraltro meritato perché il secondo tempo è solo di marca salentina. La Fiorentina, infatti, è preoccupata per il ritorno con il Rapid Vienna di giovedì prossimo: andare fuori dall’Europa al primo turno sarebbe mal digerito da Commisso, piombato nello spogliatoio subito a fine gara. Diavolo di un Pantaleo Corvino, direttore sportivo del Lecce: ha fatto 4 gol in due partite e tutti realizzati da nuovi acquisti.

Salernitana-Udinese 1 a 1. Senza vincitori né vinti il primo posticipo della seconda giornata. Primo tempo alla camomilla, grande caldo, nessuna occasione da gol importante, palleggio e possesso per i campani, ricerca della profondità per i friulani. Nel secondo tempo Samardzic, con le valigie in mano, spaventa Sousa e compagnia ma ci pensa Candreva con un assist al bacio a far fare gol a Dia. Il portiere friulano salva il risultato su  tiro di Candreva, rinato nel ruolo di trequartista, proprio al gong finale. Beto non convocato in uscita e Sottil ha mandato in campo Lucca.

Cagliari-Inter 0 a 2. È bastata mezz’ora a Lautaro e Dumfries per conquistare i tre punti sull’isola sarda. Inzaghi ha risposto a Napoli e Milan anche con due pali. Ranieri ci ha provato, ma Sommer ha compiuto solo una parata intorno al 90’. I sardi provano anche  pungere, ma quando l’Inter mette il turbo sulle corsie laterali sparigliano la difesa sarda.

Lazio-Genoa 0 a 1. Sarri stecca due gare, Gilardino solamente una e non per colpa sua. Vecchio Balordo tornato indietro di qualche mese all’Olimpico con le caratteristiche di carattere, voglia di fare risultato, desiderio di giocare, aspetti che non si possono collegare a nessun modulo tattico. In evidenza la gestione del risultato come nel passato. La concretezza sarà sempre la bandiera di Gilardino, con giocatori al posto giusto cercando di esaltare la qualità di chi ne è in possesso ma anche il lavoro, la forza e la fisicità degli altri, sempre aumentando la fiducia dei propri mezzi in tutta la rosa. La tattica sta sparendo in tutta Europa, la differenza è fatta dal leggere le gare prima e in corso. E Gilardino e il suo staff ne sono all’altezza. Chiaro sabato nell’intervista prima della gara: “conosco la Serie A bene avendola giocata per vincere e per salvarmi“.

A cinque giorni alla fine del calciomercato la società con Gilardino valuterà le due gare giocate per rimpolpare la rosa: ormai si gioca per 100’ e in 16 calciatori. I nomi all’ordine d’arrivo sono sempre gli stessi, ma occorrono ulteriori uscite. Tutto in silenzio a Pegli e non si escludono sorprese, nomi mai usciti.

Fuori dalla A. In molti chiedono perché il Genoa Primavera gioca al Chittolina di Vado e non a Genova. La risposta è semplice: il Campionato Primavera A pretende che le partite si svolgano su un campo di larghezza minima 64 metri e gli unici due campi nelle vicinanze di Genoa sono quello di Vado e di Lavagna. Sperano di tornare alla Sciorba appena finiti i tempi di ristrutturazione.