È finito il calciomercato, Buoncalcioatutti lo ha raccontato senza fare voli pindarici per il Genoa e quando uscivano nomi di calciatori la prima cosa è stata controllarne l’utilità al gioco di Gilardino, il prezzo del cartellino e la spesa per l’ingaggio. Dopodiché alcune notizie si smontavano da sole ed era inutile alimentarle per un click in più illudendo i tifosi.
Qualcuno lo abbiamo azzeccato, qualche altro nome è stato tenuto nel cassetto per non intralciare il lavoro del Vecchio Balordo e scatenare aste. Ormai internet decreta la forza della comunicazione e giornalmente i rapporti con tutta l’Europa e il mondo, anche al di là degli oceani del calcio, sono una costante per la nostra testata nel raccontare le operazioni che stavano nascendo e quelle potevano fiorire nel futuro genoano.
Contenti nelle buone notizie di essere stati promotori di copia incolla, anche se qualche volta non citati non solo sui social. Negli ultimi due giorni di calciomercato non c’è stata una squadra in A e B che non sia ricorsa ai ripari.
Il calciomercato estivo 2023 è stato disancorato dalla realtà. Sono stati ingaggiati o presi in prestito calciatori, e anche pagati ingaggi copiosi per calciatori che dovranno dimostrare di non essere scarsi.
Il calcio sta cambiando in peggio. E il tutto nel totale disinteresse di chi dovrebbe gestirlo, promuoverlo e salvarlo, ossia FIGC e Lega Serie A. Anche la politica italiana continua, così come le istituzioni internazionali FIFA e UEFA), pur ritenendola una delle aziende più prolifiche del panorama economico mondiale, a non fare nulla e a non dare altre regole.
Da molti anni il calcio non ha guide che migliorino il prodotto. C’è una gestione mercantile. Le istituzioni internazionali ed europee del football ormai sono organizzatrici di grandi eventi come Champions, altre Coppe Europee, Campionati, Coppe europee destinate alle nazionali e Mondiali.
Ormai l’iniezione copiosa e fuori mercato di denari sauditi per portare giocatori importanti nel proprio campionato, che fino allo scorso anno accettavano la sabbia del deserto solo illustri calciatori al termine della carriera, modificherà la geografia del mercato del calcio. Eccetto l’Inghilterra l’Europa non può reggere l’urto, figurarsi l’Italia che dopo i pianti di coccodrillo vedrò un altro bancomat oltre a quello dei diritti televisivi.
Il calcio ha sempre avuto la necessità di affidarsi a imprenditori. Ma erano persone fisiche. Grandi appassionati del pallone e anche del business, affettivamente coinvolti in quelle imprese Adesso è tutta un’altra storia, anche se bisogna essere convinti del libero mercato. Alla svelta, tuttavia, visto lo squilibrato sistema, occorrerà l’introduzione di poche e certe regole per abbassare il livello della temperatura che genera solo sogni tra i tifosi.
L’ingresso dei fondi nel sistema calcio (come vediamo con grande evidenza con il fondo sovrano dell’Arabia Saudita) sta modificando in modo drastico quello che già da diversi anni è molto più di un gioco e di un pallone che rotola sul prato verde. I fondi sono proprietà sui generis, che al cospetto dei cuori e dei sacrifici del tifosi si scoprono anche con anima e cuore, ma non possono dimenticare i propri investitori. Il business per il business, il resto viene dopo.
Sarà importante per chi gestirà il calcio nel futuro vedere se ad ottobre, come ha scritto la FIFA, i procuratori saranno ridimensionati. Per i calciatori professionisti bisognerà cambiare i compensi base maggiormente calmierati ed emolumenti legati al raggiungimento di determinati risultati sportivi come nel settore finanziario quando la commissione viene al completamento del risultato assumendo una percentuale dell’operazione sull’obiettivo raggiunto.
Basta con calciatori che si sentono professionisti quando firmano i contratti e lavoratori dipendenti del settore privato che rifiutano tutte le operazioni in uscita con altre squadre dopo stagioni opache , forti di un contratto a lungo termine non onorato.
Il calciomercato del Genoa è stato difficile, basta vedere tutte le operazioni in uscita e quelle ferme per il motivo spiegato nel paragrafo precedente fino all’ultimo giorno. Prima vendere e dopo ingaggiare doveva essere per forza il diktat a Villa Rostan anche se i colpi Retegui, Malinovskyi e Messias, oltre ai rinnovi di giocatori importanti, lo fanno definire positivo.
Il solo giudice sarà il campo e non le griglie di partenza e i giudizi “ad minchiam” come direbbe il professore. I giudizi da parte di tutti, compresi quelli che talvolta arrivano dai social.
Di quelli arrivati prima di Kutlu ne abbiano già parlato. Il turco-svizzero lo abbiamo visto in partite di Champions, non piace seguire le big. Lo svizzero turco, visto in TV, è una mezz’ala, un numero 8, di piede sinistro e di buona struttura fisica. Buona tecnica con il piede forte che genera buoni filtranti. Difficilmente sta fermo nel centrocampo a ragionare spaziando anche sulle corsie laterali, una mezz’ala fisica di inserimento per alimentare il gioco offensivo.
Può giocare anche al posto di Badelj, meno ordinato perché difficilmente sta fermo a centrocampo a ragionare spaziando anche sulle corsie laterali. Altro lavoro per Gilardino e lo staff sarà quello di fargli capire in sostituzione di Milan i tempi di un metronomo. Giudizio che non può tenere conto delle difficoltà incontrate da tanti stranieri nel campionato di Serie A, perciò prima di giudicarlo aspettiamo qualche gara.
L’ultima considerazione sul calciomercato. Perché è finito il 1 settembre alle 20 e non il 31 agosto alla stessa ora? In quanti giocheranno e saranno pronti a giocare domani, domenica, può darsi lunedì, tra quelli ingaggiati all’ultimo minuto? I soliti figli e figliastri di un calciomercato orribile, povero e vittima di tempi lunghissimi.
Si sono lamentati parecchi allenatori, giustamente, avendo dovuto lavorare con calciatori separati in casa più con il telefonino in mano in attesa delle notizie dei procuratori che con il pallone tra i piedi.
Cambierà qualcosa nel prossimo calciomercato estivo? Difficile. Prima o dopo uscirà chi ci guadagna in questa “Samarcanda” lunga tutta l’anno, inservibile dopo tre giornate di campionato giocato.