Vista e rivista la gara con la Lazio e la riapertura del sipario sul campionato del Genoa ha improvvisamente riaperto la luce.
Quello di una squadra non perfetta, ci mancherebbe, ma pronta ad andare avanti nel nuovo corso che potrebbe essere reale e vero se tutti avranno pazienza perché una identità di gioco non si crea da un giorno all’altro, da una partita ad un’altra.
Gilardino ha subito fatto capire che la Serie A la conosce in fondo e in cima alla classifica e non ci sarà mai niente di semplice e di scontato lungo la strada da percorrere.
Ecco perché il primo obiettivo è che nessuno dentro e fuori dal prato verde si specchi nella partita contro l’Aquila, sempre con lo stesso motto del “tutti per uno, il Genoa per tutti”. Ripetere la gara con il Toro per l’atteggiamento mentale piaciuto a tutti.
Anticipando le parole di Gilardino in conferenza stampa, inizierà mettendo in evidenza le insidie della terza partita di campionato in casa del Torino.
Importante contro i granata sarà l’approccio alla gara, altra partita dove ci saranno tante varianti e Gilardino i suoi ragazzi li vuole sempre dentro la partita con un solo diktat: attaccare e difendere in tanti giocando con lucidità, corti e la consapevolezza di essere in grado di poter far male all’avversario e bene al Popolo genoano.
La tattica e il modulo non cambieranno molto, la formazione a domani intorno alle 17.30
È stata, però, molto dolorosa la sconfitta del Torino per Juric, fiducioso a San Siro per i risultati dello scorso anno e dopo aver battuto due volte il Diavolo in campionato e in Coppa Italia. Ma si è visto un Toro scornato che ha aspettato con poca rabbia agonistica e senza forza di reagire perdendo una specialità di Juric: lottare in tutti i duelli individuali.
Juric già contro il Genoa correrà ai ripari cercando di rinvigorire gambe e la testa oltre al modulo.
Perso Sanabria dopo 20’ di partita sostituito da Pellegri. Un Toro che Juric non si aspettava, vittima dei propri errori singoli al di là della forza del Milan come gioco e individualità.
Juric a San Siro ha studiato le sue marcature a uomo, ossia Rodriguez contro Loftus-Cheek e Vlasic su Krunic che ha permesso al milanista con le valigie in mano, ammaliato dai dollari arabi, di equilibrare tutto il gioco del Diavolo muovendosi con logica e giudizio per facilitare le sgroppate dei compagni in avanti che si dimenticavano di coprire e tornar e permettendo all’inglese Loftus Cheek, arrivato dal Chelsea, di fare il padrone nel cuore del gioco e sulla corsia laterale.
Juric pensa di cambiare anche il modulo: il 3-4-2-1 non ha reso alla prima giornata contro il Cagliari ed è stato affondato con il Milan. Rischiare di soccombere contro le grandi ci può stare, con le altre no.
Contro il Genoa potrebbe esserci il debutto di Tameze arrivato dal Verona, un tuttofare che Juric conosce molto bene utilizzandolo in un centrocampo a cinque oppure in un 3-4-2-1 come trequartista, esattamente come succedeva all’Hellas vicino a Ilic. Il 3-5-2 invece gli potrebbe permettere di sfruttare al meglio le corsie laterali con il Bellanova e Lazaro.
Juric cambierà modulo, difficile credere che rinunci ai suoi principi di gioco come il marcamento ad uomo dei riferimenti avversari nella propria metà campo alla ricerca dell’ uno contro uno. Altro principio sarà quello di cercare di conquistare subito il pallone, chiudendo tutti i passaggi e non permettendo il controllo agli avversari con il concetto di pressione sempre presente.
L’ultima settimana di calciomercato ha messo in circolo novità in casa granata. Dall’Atalanta è arrivato Zapata e il talentuoso difensore Buongiorno ha fatto una leva alla Dea volendo rimanere sotto la Mole. Una plusvalenza non da poco quella saltata per il Presidente Cairo. Il Torino per sopperire alla mancanza di Capitan futuro si era subito tutelato con un gigante di metro e 94 centimetri, il georgiano Sazonov.
Sotto la Mole aspettano il Genoa per ritornare ai tre punti casalinghi che mancano dal 6 marzo 2023.
Anche per i granata l’appuntamento per la formazione ad un’ora prima dell’inizio dell’incontro. Il fischio di inizio arbitrale sarà l’unico momento in cui si capirà in particolare se la difesa giocherà a tre o a quattro.
Arbitra Chiffi di Padova, 38 anni, ingegnere gestionale, arbitro internazionale, in questa stagione appena iniziata ha già diretto 2 gare di qualificazione alla Champions e alla Conference League.
Curiosità sarà vedere se Chiffi utilizzerà le raccomandazioni di Rosetti sviscerate in occasione del sorteggio di Champions di Montecarlo: giallo per le intolleranze dei calciatori, rosso per le panchine, valutazioni della volontarietà sui falli di mano e non giallo anche se commesso in area, recupero dei tempi congrui e non come nel deserto con l’obiettivo di giocare almeno 60’ di gioco.
La scorsa stagione ha diretto il derby della Mole perso per 4 a 2 dai granata e la vittoria del Genoa a Pisa per 0 a 1, dopo una serie di sconfitte consecutive negli anni precedenti.
Primo assistente Peretti di Verona, secondo assistente Severino di Campobasso, quarto uomo Santoro di Messina, VAR La Penna di Roma, AVAR il VMO Maggioni di Lecco.