Ah, finalmente inizia il campionato. Era ora. Come dite? È già iniziato da tre giornate? Sulla carta, ma quello vero inizierà solo dopo la sosta per le nazionali, quando finalmente conosceremo le rose definitive delle squadre e la forma che prenderanno in campo.
Il Genoa ha coltivato quasi un rombo, il 3-5-2, per tutta l’estate. ora che sono arrivati esterni di qualità in avanti, tornerà in campo con altra forma. Gila attaccava la porta con una freccia appuntita, ora dovrà allargare le ali come un Grifone sulle corsie laterali per attivare cross che generino tiri in porta e gol.
Sì, è vero, gli esami per Gilardino non finiscono mai, o forse qualcuno potrebbe chiedersi “ma quando iniziano?“. Beh, sono già iniziati nelle prime tre giornate, alla quarta contro i Campioni d’Italia c’è un altro esame. Senza avere la rosa al completo con Messias e Vogliacco ancora ai box, domani sarà un altro test importante e difficile da superare.
Il Gilardino raccontato in queste due settimane di lavoro è tornato a dicembre scorso: discutendo, correggendo, offrendo riferimenti, non dirigendo ma accompagnando il lavoro della rosa. Maniaco del dettaglio, ha cercato di progredire con i calciatori. I calciatori apprezzano e si sentono bene.
Contro un Napoli al centro dell’attenzione delle critiche per il passaggio da Spalletti a Garcia, per il diverso modo di giocare, potrebbe essere per il Vecchio Balordo l’occasione di provare a giocarsi la partita pungendo in avanti. Il secondo tempo con la Lazio ha fatto vedere che il Ciuccio è andato in crisi sul piano fisico.
Gilardino è stato visto lavorare solo nel ritiro estivo, più che i giochi di posizione erano le partite 11 contro 11 a governare gli allenamenti. Con ogni probabilità tutto questo sarà continuato, a porte chiuse e senza una amichevole, attraverso il lavoro fatto dal mister e dal suo staff. Una medicina importante per appropriarsi delle combinazioni di gioco, di forme di collegamento tra i giocatori dello stesso reparto di reparti diversi, senza dimenticarsi del comportamento degli avversari. Operazioni mancate nelle tre gare giocate eccetto nel primo contro la Lazio.
Il Vecchio Balordo senza una impostazione dinamica della squadra con i movimenti di quelli davanti nelle due fasi di gioco, deve in particolare giocare senza pallone. Gilardino avrà lavorato sullo sviluppo di queste azioni di gioco per la costruzione di un gioco di squadra efficace, anche con palloni lunghi per innescare la qualità davanti.
Contro il Napoli Gilardino alla ricerca dell’equilibrio e delle marcature preventive. È consapevole che dentro il Tempio non potrà ripetere la gara Con il Torino, sotto la linea del pallone, perché i partenopei prima o dopo un gol proveranno a farlo.
Dovrà rispondere con la forza fisica nel cuore del gioco, il centrocampo dovrà dare di più, buttarsi sulle seconde palle da parte di tutti, con più velocità nel giro pallone e verticalizzazioni immediate attaccando alle spalle la squadra di Garcia, come hanno fatto Sarri e la Lazio prima della sosta.
La scelta del sistema di gioco – lo scopriremo durante la gara, con attribuzione di compiti e di funzioni particolari – non sarà di secondaria importanza e sarà stata stabilita in particolare alle caratteristiche fisiche, tecniche e tattiche dei giocatori a disposizione.
Nel mondo del calcio è di moda dare i numeri dei moduli, ma l’unico contrassegno numerico si evince prima che l’arbitro fischi, se si gioca a tre o quattro difensori, unico momento statico di una partita.
Solo un ricordo. Gilardino appena arrivato ad allenare la Primavera ha fatto vedere di conoscere e insegnare il 4-2-3-1. Potrebbe essere la prossima soluzione? Nei tre davanti il perno centrale non è solamente un fantasista, va bene anche uno alla Perrotta o Gerrard, e il Vecchio Balordo in rosa lo potrebbe avere in grado di fare le due fasi di gioco aiutando anche il centrocampo a due e sugli esterni.
Per tali motivi per la formazione il solito appuntamento a domani alle 19.30, per la tattica in corso di partita.
Arriva il Napoli Campione d’Italia al Ferraris e arriva con qualche apprensione avendo lavorato per tredici giorni senza 15 calciatori richiamati dalle proprie nazionali.
Durante la preparazione tutti esaltati dall’approccio tattico fresco e innovativo proposto da Garcia, ma è bastato il capitombolo contro Sarri a creare ansie non solo ai tifosi ma anche agli amanti dentro e fuori della società. De Laurentis è stato consigliato nello scegliere Garcia per quello fatto con il Lille intorno al 2010, portando i francesi alle soglie della Champions, ma dopo tre anni di lavoro.
Il Napoli gioca con un possesso pallone ridotto rispetto a Spalletti e maggiori verticalizzazioni. Da dietro niente appoggi al play Lobotka, pallone subito in avanti per sfruttare la qualità fornendo maggiore spazio agli attaccanti durante le azioni offensive, riducendo la distanza tra il reparto difensivo e quello offensivo e cercando un gioco più dinamico e rapido per sfruttare la velocità di Osimhen, Kvaratskhelia e Politano (assente contro il Genoa).
L’obiettivo di tutto questo è creare situazioni offensive intriganti sulle linee esterne, in particolare sulla corsia di Di Lorenzo, e l’inserimento centrale di una mezzala. Chi in queste prime giornate di campionato ha svolto il ruolo principiale a centrocampo è stato Anguissa, utilizzato dal tecnico come lo aveva conosciuto ai tempi del Marsiglia, facendolo muovere sia in larghezza che in lunghezza per cercare il tiro da fuori, un fondamentale cercato da parte di tutti durante gli allenamenti estivi con ripetute sessioni dalla distanza.
Contro la Lazio tutto ciò è saltato all’aria e i partenopei hanno preso delle ripartenze incredibili e due gol nelle praterie lasciate davanti al portiere azzurro, colpa della condizione fisica. Hanno perso la gara dopo aver prodotto almeno 20 tiri però di cui solamente quattro in porta, compreso il gol.
Domani sera al Ferraris con Politano ai box Garcia potrebbe lanciare il danese Lindstrom, l’acquisto più vistoso del mercato estivo di De Laurentis, o Elmas in grande spolvero con la Macedonia. Dentro anche in difesa il brasiliano Natan che dovrebbe essere l’erede di Kim, ma non ancora utilizzato perché acerbo di tattica. Da lui Garcia pretende il gioco di Kim e la copertura di tanto spazio alle spalle. L’alternativa come nelle tre gare precedenti gare sarebbe Juan Jesus. Garcia è stato prudente con l’innesto del carioca bruciato dall’esperienza di Cajuste, altro acquisto lanciato a freddo in casa del Frosinone con scarsi risultati.
Il Napoli gioca con il 4-3-3 o il 4-2-3-1 contro il Genoa. Garcia potrebbe fare del turnover dovendo giocare sei gare fino al 3 ottobre: quattro di campionato e due in Champions.
Arbitro sarà Fabbri di Ravenna, 39 anni, impiegato, internazionale, in stagione due gare in Conference League, una di campionato (Cagliari-Inter).
Nella scorsa stagione 12 gare in Serie A, 8 in Serie B. Con il Genoa nessuna gara, con il Napoli due partite e due vittorie: in trasferta a Verona e in casa della Juventus con molte polemiche bianconere.
Il bilancio complessivo con il Genoa è di 11 gare dirette (9 sconfitte, 1 pareggio e 1 vittoria); con il Napoli il tabellino dell’arbitro nato a Faenza è stato presentato sotto il Vesuvio in agrodolce sulla base di sei gare : 2 vittorie, 3 pareggi, 1 sconfitta.
Primo assistente Bresmes (Bergamo), secondo assistente Scarpa (Reggio Emilia), quarto uomo Feliciani (Teramo), VAR il VMO Marini (Roma), AVAR Paganessi (Bergamo).