Gilardino non è come il Gattopardo, non cambia per non cambiare nulla e continuerà a cambiare quando avrà la rosa al top. È il primo consapevole che tutto non potrà rimanere come era e sarà necessario un cambiamento anche in ogni partita con il materiale a disposizione.
Gilardino è un normalizzatore, si assume sempre le responsabilità. In fondo ad ogni sua decisione c’è il calcio. Non ha vendette da portare avanti al primo anno in serie A e non ha vanità personali.
È stato bravo ed è votato a risolvere i problemi di una società, non anche a crearli. La vera qualità di Gilardino anche in futuro rimarrà trovare sempre l’equilibrio alla squadra. Per riuscirci i giocatori dovranno coniugare disciplina e fantasia.
Contro il Napoli assieme allo staff ha preparato una gara perfetta tatticamente, lasciava dei dubbi la formazione quando è stata presentata invece ha fatto tremare e non giocare la squadra campione d’Italia. Come? Con un gioco più veloce e fisico, più velocità di esecuzione nel passaggio e nel pensiero, in particolare da parte di Badelj grazie ai compagni che giocavano senza pallone. È stato sempre in partita per 97′ minuti di gioco.
Gilardino bravo anche nel far trovare le coperture difensive riempiendo di più l’area avversaria. Tutto condito con equilibrio, fisicità , organizzazione e tattica. Chi aveva meno tecnica ha messo in campo il carattere . Ha recuperato più palloni sporchi o seconde palle e subito ripartito. Poco eccesso di fraseggio per non togliere velocità e ampiezza di gioco. Curato bene la fase difensiva ma non esageratamente per sfruttare le qualità tecniche in fase di possesso pallone. Accudito in questi giorni di sosta per le nazionali il passaggio lungo per scavalcare il centrocampo.
Bellissimo il Grifone visto contro il Napoli, come la pubblicità per la campagna abbonamenti e come la maglia gialla dentro il Tempio per festeggiare i 130 anni. Le pagelle sono tutte sopra la media, vicine al 7.
Perfetti i due centrali di difesa, bravo De Winter centrale difensivo che nell’Empoli giocava terzino destro prima dell’infortunio: ha fatto bene all’esordio contro un avversario che alla vigilia era per tutti una punizione per il Vecchio Balordo. Bene Martin a sinistra, più portato ad offendere che a difendere, ma autore di tanti cross. Bene Sabelli liberato dal compito di marcatore che ha sfoderato una prestazione di corsa e quantità. Quest’ultimo, fra l’altro, potrebbe essere per il Genoa un amuleto: con lui in campo risultati positivi. Fiorentina assente, Lazio presente, Torino e Napoli fuori per sostituzione sul punteggio positivo.
Badelj e Strootman, protettori della difesa con marcature a zona in evidenza su Anguissa e Zielinski, la forza del Napoli di Garcia. Frendrup giocatore universale in grado di produrre il massimo rendimento indifferentemente dal ruolo che si ritrova a coprire e in qualsiasi funzione si trovi ad operare. Albert non avrà inciso sul risultato ma tanto sul gioco creando pericoli al Ciuccio con un dribbling da vecchi tempi alla Meroni o alla Claudio Sala.
Retegui possente, senza paura di nessuno e senza paura di tirare in porta, pronto ad aiutare la squadra in fase di non possesso. Ha ragione Zangrillo. diventerà meglio di Osimhen.
Dopo la sconfitta casalinga con la Lazio e il pareggio e la prestazione contro il Genoa il Napoli vede risuonare due allarmi pericolosi con la Champions in arrivo. Dimenticata in cinque giornate di campionato la vittoria dello scorso anno con 16 punti di vantaggio.
Antonio Giordano, firma del calcio italiano partenopeo, scrive: “Il Napoli esce dal Ferraris ed è già a distanza siderale da se stesso, da quella squadra che un anno fa ha incantato. Per 70’ nessun tiro in porta, salvato da due gol quasi occasionali e non da un gioco”.
Genoa, continua così! Con grande spirito di sacrificio, di compattezza, con voglia di stare insieme, voglia di fare altre cose con il tuo allenatore.