Dopo la sconfitta maturata al Via del Mare, il tecnico del Genoa, Alberto Gilardino, è intervenuto in conferenza stampa per commentare la sfida. “Se col senno di poi forse era il caso di sostituire Martin che era sul giocatore più forte? Avevamo i due terzini ammoniti dopo 10′ ed è chiaro che un allenatore le sue valutazioni le fa. Avevo fatto scaldare Vasquez, ma era impensabile potesse succedere una situazione del genere. I primi 10′ non bene, poi abbiamo preso in mano la gara, fraseggiato, creato i presupposti per impensierire il Lecce. Poi c’è stato l’episodio dell’espulsione che ha cambiato la strategia della partita, ci siamo difesi comunque molto bene, con linee compatte, coi ragazzi che non hanno mollato di un centimetro. Poi l’episodio degli ultimi dieci minuti ci ha condannato”.
Ora arrivano Roma e Udinese, due match difficili e particolari. Pensi di continuare con questo modulo o pensi di cambiare qualcosa?
“Valuteremo nei prossimi giorni anche in base alla squadra che andremo ad affrontare. Dipenderà dalle condizioni dei ragazzi il valutare di cambiare qualcosa, c’è la possibilità in tal senso. Farò le mie valutazioni. Stasera ci sono rammarico e dispiacere di non aver portato a casa un punto dopo una gara di questo tipo, ma è finita e bisogna guardare alla prossima, che dice che incontriamo una grande squadra in casa e da fare una grande partita”.
In dieci uomini avete giocato forse meglio che nella prima mezz’ora, dove avete faticato molto…
“Non era semplice col Lecce restare in dieci contro una squadra che lavora molto bene sulle corsie laterali, ruota molto sulle corsie laterali, lavora coi terzini e le mezzali. Rimanere in dieci non era semplice, l’abbiamo fatto molto bene. Ci siamo difesi bene, abbiamo concesso qualche tiro da fuori al Lecce in tutto il secondo tempo, gol compreso. Quello che mi è piaciuto di più è la voglia di non mollare, questa è la prerogativa che deve avere questa squadra. Il DNA è che non deve mai mollare”.
Malinovskyi lo state inserendo gradualmente, ma forse deve ancora entrare nei meccanismi. Ci state lavorando?
“Sta arrivando al pieno della sua condizione, ha giocato subito le prime due. Ce n’era bisogno. Ora sta facendo un percorso importante in settimana e nella quotidianità, sicuramente può e deve fare la differenza in questa squadra. Si sta cercando il collocamento giusto all’interno della squadra di questo giocatore. Diventa indispensabile”.
Tornando sull’episodio del rosso, tornerà a parlarne coi propri giocatori del fatto di essere ammoniti dopo così pochi minuti contro una squadra e uno stadio che pressano così tanto?
“Soprattutto contro giocatori di velocità. È stata un’ingenuità prendere il secondo giallo, andava accompagnato. Non ho ancora rivisto le immagini: il primo è giallo netto, il secondo non so se abbia preso un po’ palla e un po’ piede. Sono ingenuità che costano care e, quindi, sono da insegnamento per le prossime partite”.
Nonostante l’inferiorità numerica, il Genoa è stato abbastanza reattivo nella ripresa. Gudmundsson è risultato ancora più imprescindibile?
“Oggi si è sacrificato, ma pur sacrificandosi fa la differenza e ci trascina quando si accende. E come lui può esserlo Malinovskyi. Sono giocatori con qualità nelle loro corde, fisicità e spunto nel breve. Possono e devono essere determinanti”.
Un grande bomber come lei ha tra le mani Retegui. Cosa può fare per farlo crescere? Come può tramandargli la sua esperienza?
“È stata una partita complicata per lui stasera, perché rimanere in dieci ti fa abbassare un pochettino, con linee compatte e strette, e gli arrivavano tanti palloni sporchi. Ha lavorato molto per la squadra, ci ha fatti salire, ma dobbiamo metterlo nelle condizioni migliori per potersi esprimere. Ci fermiamo a fine allenamento per lavorare nei movimenti. Ha voglia, ha margini di miglioramento nella pulizia del controllo e nel leggere la palla. Sta a lui, può fare molto bene”.
Il Genoa è sembrato un po’ in difficoltà, non solo nella fase iniziale di gara, ma anche durante la partita. E più volte…
“Soprattutto i primi dieci minuti, poi chiaramente rimanendo in dieci qualche difficoltà nello scivolamento la abbiamo avuta. Sapevamo – ed è tutta la settimana che lo dico ai ragazzi – che incontravamo una squadra aggressiva, che veniva a giocare uomo su uomo, molto brava sulle catene laterali. Con l’uomo in meno devi scivolare velocemente e sotto questo punto di vista penso che abbiamo fatto un buon lavoro”.
Messias conti di poterlo avere per giovedì?
“Sì, in panchina almeno mi auguro di sì”.