La quinta giornata di campionato ha messo in mostra un Lecce da secondo posto in classifica, terzo alla conclusione di tutte le gare, e un Grifone napoleonico dall’altare alla polvere. Una Salernitana che acchiappa il Frosinone e Sousa salva la panchina. Leao salva se stesso dopo la magra inglese e Pioli si salva da un’altra fatal Verona. Da “mai dire gol” la sconfitta della Signora al Mapei di Reggio Emilia. Il Sarrismo latita e la Lazio non sa più vincere contro il Monza. L’Inter mette la quinta. Fiorentina salvata dal portiere Terracciano a Udine. Gasperini non ha mai fatto flop due volte di seguito. Napoli in crisi pareggi a Bologna con recriminazioni di Osimhen a Garcia per la sostituzione. Mourinho non passa a Torino in una partita da sciabola.
Gli altri argomenti fuori campo: lo Sport è entrato nella Costituzione della Repubblica Italiana, come uno dei valori tutelati dalla Carta. La Lega calcio di Serie A ha lanciato un reality, un “grande fratello calcistico”, un Talent, un X factor, e lo ha fatto ad Abu Dhabi. il tutto per trovare talenti in Medio Oriente e Nord Africa. Un reality di sei episodi non metterà in mostra soltanto le abilità calcistiche dei ragazzi, ma racconterà anche le loro storie di sacrificio e ambizioni per giocare al pallone. Il vincitore firmerà un contratto da professionista con una squadra della Primavera. I giovani italiani non solo in panchina, ma poco considerati anche dalla Confindustria del pallone. I soliti imbecilli del Verona e della Lazio fischiano il minuto di silenzio per Napolitano e Lodetti.
Dopo la territorialità degli arbitri, scatta un’altra operazione trasparenza per gli arbitri: da ieri sera i dialoghi tra VAR e direttore di gara andranno in onda su DAZN nel Sunday Night Square, intorno alla mezzanotte. Importante che non ci sia altro cabaret. Meglio sarebbe farlo in diretta sui campi oppure far vedere immagini “varizzate”. Altra moviola vocale che sarà scelta sempre in campo nazionale a favore della parte sinistra della classifica? Nel frattempo il VAR non interviene più: il rigore per il Napoli non c’era, mentre Berardi doveva ricevere il rosso diretto per la gamba tesa sulla tibia dello juventino.
Salernitana-Frosinone 1 a 1. Un pari che non scontenta nessuno. I campani reduci da due sconfitte consecutive muovono la classifica, il Frosinone ottiene il quarto risultato utile consecutivo salendo a otto punti in classifica.
Lazio-Monza 1 a 1. Sarri non esce dal tunnel, anche se Immobile fa gol, su rigore. La fatica europea si è sentita ma giocare senza intensità e attenzione non era preventivato dal Sarrismo sempre più orfano di Milinkovic Savic. Provedel non ha fatto gol, ma ha salvato il risultato contro Palladino e il Monza.
Milan-Verona 1 a 0. Il Diavolo rossonero è Leao. Tante le assenze per Pioli e il Verona non ne ha approfittato: solo una grande parata di Sportiello. Il tecnico veronese in ritardo ha messo dentro un’altra punta e il Milan abbassandosi è andato a nozze in contropiede.
Sassuolo-Juventus 4 a 2. Un buon Sassuolo fa un poker alla Signora, mai pervenuta anche senza aver giocato le Coppe. Meriti al Sassuolo, ma anche ai tragicomici gol incassati dalla Juventus per colpa del portiere Szczesny e di Gatti, l’immagine di una Juventus rimasta sotto la Mole.
Empoli-Inter 0 a 1. Risolto tutto da una magia balistica di Dimarco e non dal gioco di Inzaghi. Empoli resta a zero in classifica, ma Andreazzoli ha cercato un gioco che arriverà secondo i suoi canoni.
Udinese-Fiorentina 0 a 2. Brutta, sporca, ma vincente la Viola in Friuli salvata dal portiere Terracciano. L’Udinese non meritava di perdere, ma non fa gol neanche con le mani.
Atalanta-Cagliari 2 a 0. La Dea è tornata bella con una buona prestazione. Altro gol di De Ketelaere fatto uscire dal limbo rossonero grazie al Gasp. Il Cagliari sempre a due punti in classifica. Ranieri si consola per il secondo tempo quando gli orobici hanno sofferto la gara di Europa League.
Bologna-Napoli 0 a 0. Napoli ad alta tensione, non per i 7 punti dall’Inter. Osimhen e Khvara la gara precedente a Genova contro Garcia. Le tensioni del Ciuccio hanno un papà: “errori da onnipotente di De Laurentiis non solo per gli addii di Spalletti e Giuntoli e la vendita di Kim. Ha riportato in Italia Garcia dalle sabbie africane a spasso perché litigava con CR7. Garcia vuole essere lui il protagonista”. Bene Thiago Motta: il suo gioco cresce giocando sempre in avanti alla ricerca del risultato.
Torino-Roma 1 a 1. Partita alla Juric, marcature ad uomo su Lukaku, Dybala , Cristante e caccia alle seconde palle. Mourinho e Juric salvati dai centravanti che non sono lo spazio come afferma Guardiola. Dybala con risorse al lumicino viene tenuto in campo 90’. El Shaarawy mediano mossa della disperazione. Solo due cambi, Mou pensava già al Ferraris e viene punito all’85esimo. Solita esternazione dello Special One: “giovedì giocheremo con il Genoa che è sceso in campo venerdì, altro regalo della Lega“. Il Genoa dovrebbe aggiungere: “noi giochiamo a Udine alle 15 di domenica, non alle 20.45“. Perché non al lunedì come Sassuolo-Monza o Torino-Verona che non giocano in Europa?
Lecce-Genoa 1 a 0. Riscrive la sua storia il Lecce imbattuto da cinque giornate. Operazione 3 vittorie e 2 pareggi che mancava da 20 anni. Per vincere i salentini hanno avuto bisogno di un tiro dalla distanza deviato con Martinez incolpevole e sono stati premiati dal cambio modulo passando al 4-2-3-1 o 4-2-4 vista la batteria di attaccanti e trequartisti mandati in campo.
Il Vecchio Balordo soffre della “sindrome di Peter Pan” e fa fatica a crescere, anche se viene punito da gol occasionali. Batte la Lazio e con il Torino perde all’ultimo minuto penalizzato dal baricentro basso, con il Napoli sfodera la miglior prestazione delle gare giocate in questo inizio di campionato e a Lecce non riesce a riproporre con la stessa strategia e gli stessi uomini una gara simile. L’alibi nel Salento per il Vecchio Balordo non è di poco conto: il cartellino rosso al 36’ del primo tempo a Martin ha mandato all’aria quello che aveva incominciato a costruire dopo la prima decina di minuti in balia dei pugliesi.
Gilardino dovrà cercare e trovare altre soluzioni sempre nell’ottica dell’equilibrio, di tirar di più in porta. Nessuno si offenderà, diretti interessati inclusi, se dai nuovi arrivati dopo cinque giornate è lecito aspettarsi qualcosa in più. Malinovsky non ha fatto vedere quando ha giocato o è subentrato nulla delle sue peculiarità: tecnica, tiro della distanza in particolare, smarcamento, dribbling per creare superiorità numerica. L’ucraino non può rischiare di trasformarsi – per chi l’ha ingaggiato e per Gilardino – un caso difficile da spiegare. Per gli altri nuovi difficile giudicare non avendoli visti in allenamento e giocare. Arriva la Roma? Canzone di Morandi, Ruggero e Tozzi dentro lo spogliatoio: “Si può dare di più, perché è dentro di noi”. Si può dare di più senza essere “eroi” dentro il Tempio da parte di tutti, non solo dei calciatori.