Siamo tornati a commentare il campionato e la giornata appena conclusa di Serie A col vice capo-redattore di Tuttosport, Andrea Pavan. Questo il suo commento a 360 gradi, tornando anche sull’avvio di stagione del Genoa.
Unico turno infrasettimanale scelto dopo neanche un mese da fine mercato, con tutte le squadre non pronte per affrontarlo. Cosa ne pensi?
“Per quanto mi riguarda, io cambierei e sarei molto più rigoroso sulle date del mercato perché trovo non tanto scorretto o sbagliato il fatto che possa durate tanto, ma che possa sovrapporsi all’inizio degli impegni agonistici. È assurdo che una squadra, che sia in lotta per lo Scudetto, che sia in lotta per la salvezza oppure a metà classifica possa arrivare all’inizio della stagione senza ancora che i suoi tifosi, l’allenatore e gli appassionati sappiano chi sono gli effettivi su cui potrà contrare da inizio a fine stagione. Sono un nostalgico del calcio coi numeri dall’uno all’undici, so che a quei livelli lì non si può più tornare. Benissimo, allora si fa una finestra che , quando si chiude, si gioca a pallone senza arrivare al paradosso che un giocatore può iniziare un campionato con una squadra e poi magari affrontare una stagione con un’altra”.
Milan e Inter in testa alla classifica, ma dipendenti dai calciatori più che dal gioco?
“Un po’ tutto le squadre, alla fine della fiera, sono dipendenti dai calciatori. Negli ultimi anni credo si sia teso a dare un’importanza eccessiva all’incidenza degli allenatori. Sono importanti, ma ricordo una frase che mi rimase impressa. C’era il Perugia di Castagner che arrivò secondo in campionato e disse che l’incidenza di un allenatore su una squadra è del 10%, e lo disse uno che porta il Perugia al secondo posto dietro il Milan di Rivera. Uno che fece di una squadra di provincia una realtà importante del nostro campionato quando ancora esprimeva valori tecnici assai superiori. Detto ciò, l’Inter per me ha già fatto vedere molto di quanto può fare. Il Milan ancora poco di quanto potenzialmente può dare, soprattutto se tutti gli 8 giocatori acquistati in estate arriveranno a rendere al massimo livello. Il Milan ha più margine rispetto all’Inter, mentre l’Inter ha più ossatura rispetto al Milan”.
Le squadre che il tuo giornale commenta più spesso sono la Juventus, con alti e bassi e Allegri non tanto tranquillo, e un Torino seduto sempre più spesso in casa…
“Il Torino è seduto in casa dove non vince da undici partite, ma ultimamente è seduto un po’ dappertutto. Basta vedere la bruttissima, quasi imbelle prestazione all’Olimpico di Roma con la Lazio, poi tartassata dal Milan. È indubbio che nel Torino ci sia qualcosa che non funziona, non solamente una questione tecnica. Juric lo ho accolto con entusiasmo a Torino, avendolo ritenuto – e forse ritenendolo ancora – un allenatore in grado di imprimere finalmente una svolta, un salto di qualità e mentalità, ma la verità è che il Torino da diciotto anni a questa parte è sempre la solita minestra. Alla fine è sempre colpa di un allenatore o di un ds, ma le responsabilità secondo me vanno ricercate altrove. Con tutto che Juric sta deludendo anche me dal punto di vista di scelte e impostazione tattica”.
“La Juventus è una Juventus in tono minore, non ha gli organici di Milan e Inter e forse anche di altre squadre. È una buona squadra, ma non è una squadra che può pensare di dominare. Fa 0-0 a Bergamo, con l’Atalanta, e torna contenta quasi rimpiangendo di non aver avuto lo stesso atteggiamento col Sassuolo. Per i tifosi della Juventus finché la Juventus non potrà tornare a decidere del proprio futuro, con bilanci a posto e una proprietà realmente intenzionata a mettere la squadra ai primi posti del proprio impero economico e finanziario, dovranno abituarsi a mangiare un po’ di pane duro. Ha comunque le carte in regola per vivere una stagione da protagonista”.
Sarri e Mourinho sono diventati esperti di “scusologia” più che di gioco del calcio…
“Se la portano dietro da prima di Roma, è un’attitudine. Forse anche condizionata da una cadenza e un’espressività che porta a farli sembrare lamentosi anche quando non lo sono o non vorrebbero esserlo. È indubbio che Mourinho fa lo splendido quando le cose vanno bene, quando vanno male incomincia come tutti ad arrampicarsi sugli specchi. Non è più il Mourinho vincente, ha collezionato le sue zone grigie e i suoi periodi no. Sarri dai tempi della Juventus si porta dietro la nomea di allenatore un po’ lamentoso, assomigliando un po’ a Juric. Arrivano in determinate piazze e situazioni e un po’ tifoserie e un po’ opinione pubblica li ha già catalogati come lamentosi, come quelli che mettono le mani avanti”.
Il Genoa e Gilardino, che contro l’Udinese ha fatto qualcosa di particolare spostando Malinovskyi a centrocampo e lasciando dietro Frendrup, regista della fase difensiva. Potrebbe essere una novità?
“Potrebbe esserlo. Secondo me Gilardino è bravo, denotava un’intelligenza già da giocatore quando si muoveva in campo. Ho visto solo un pezzo della gara di Udine, spero che al Genoa non capiti altre volte di subire un gol del genere a fine partita. È stata un’azione ai limiti del grottesco. Ero curioso di vedere Malinovskyi all’opera, dentro di me speravo lo prendesse il Torino in estate. È assolutamente in grado di alzare il livello qualitativo e tecnico del Genoa perché è un giocatore versatile, che deve ancora far vedere il suo punto di forza, il tiro da lontano. Sulla carta può garantirti una manciata di gol che possono fare la differenza perché non arrivano da un attaccante deputato a farli. Lo spirito che il Genoa ha denotato contro la Roma è stato clamoroso, pur essendo stata una partita giocata soprattutto con organizzazione difensiva, con l’umiltà di chi sa di essere tecnicamente inferiore all’avversario. La Roma ha fatto tanto, tanto fumo, ma non ha combinato nulla. La determinazione, la voglia, lo spirito di appartenenza che i giocatori del Genoa stanno dimostrando sicuramente caricati da una tifoseria impagabile stanno cominciando a portare risultati, e ne sono molto contento”.