Alla vigilia della sfida tra Genoa e Verona, il tecnico rossoblu, Alberto Gilardino, è intervenuto in conferenza stampa a Villa Rostan per rispondere alle domande dei media presenti. “La percezione, l’arrabbiatura, la consapevolezza della sconfitta di Cagliari si devono tramutare in energia positiva domani. Dovremo avere un approccio feroce, sapendo di incontrare una squadra ferita, una squadra che arriva da 4 giorni in ritiro ma con ottime qualità fisiche e con individualità di struttura fisica. Inizialmente hanno dimostrato di avere delle qualità, stanno incontrando delle difficoltà in quest’ultimo periodo, ma sono allenati molto bene come squadra. Dobbiamo approcciare nel modo migliore: la cosa fondamentale credo sia tramutare tutta l’arrabbiatura, i piccoli dettagli, del risultato negativo di Cagliari in energia positiva, in una gara non semplice e nel modo migliore”.
Bani è pronto?
“Sì, si è allenato. Sta bene, sarà della partita”
Davanti ha qualche idea viste le assenze confermate di Retegui e Messias?
“Junior Messias e Retegui ci auguriamo di recuperarli dopo la sosta. Sto facendo delle valutazioni e sto continuando a farle dentro la mia testa in questi giorni con lo staff. Quello che chiedo al nostro popolo, che credo sia fondamentale, è di aiutare ogni ragazzo, sia chi giocherà dall’inizio, sia chi entrerà. Lo chiedo pubblicamente, consapevole che è quello che hanno sempre fatto, peraltro, dandoci sempre tantissimo nel nostro stadio e anche fuori. La percezione nel nostro stadio è elevatissima, quindi chiedo di darci una mano. Abbiamo bisogno di loro e c’è la percezione da parte mia e della squadra che sia un momento particolare e importante del campionato. È una partita prima della sosta, ma sicuramente importante, che può darci spunti e che deve darci soprattutto punti. Ekuban e Puscas come li ho visti dato che stanno passando un momento difficile e con tanti errori? Sono due giocatori del Genoa, due giocatori molto importanti per questa squadra, come tutti gli altri, e devono essere trattati in questo modo. Fanno parte del gruppo, si allenano con forza tutti i giorni sia in gruppo sia singolarmente, come hanno fatto in questi giorni. Mi danno disponibilità nel lavoro quotidiano, e da parte loro c’è la consapevolezza e la voglia di dimostrarlo. La squadra deve metterli nelle condizioni migliori, loro però devono fare le cose che sanno e soprattutto quelle che chiedo loro di fare”.
Come stanno Ekuban e Puscas?
“Stanno bene entrambi, farò valutazioni domani su uno dei due. La volontà è quella di mantenere anche delle alternative nella strategia di gara, avendo anche alternative in corso di gara”.
Avreste meritato più tranquillità in classifica con qualche pizzico di fortuna in più? Alla fine siete a tre punti dalla zona salvezza, ma anche dal centro classifica…
“La volontà è quella di crescere, dobbiamo fare quel passo in avanti. C’è la volontà di farlo da parte dei ragazzi. È fondamentale che partita dopo partita si faccia, nel modo di approcciare e interpretare la partita così come nei dettagli all’interno della gara. Quelli fanno la differenza in queste categorie”.
Ekuban e Puscas hanno caratteristiche differenti: valuterai se partire con uno in base alle caratteristiche dell’avversario oppure in base a come stanno?
“Sarebbe peggio se non trovassimo delle situazioni o non riuscissimo a crearle quelle situazioni, ma non dobbiamo focalizzarci sul gol, dobbiamo pensare a lottare, a tenere palla, a fare salire la squadra, a giocare per il compagno. Poi penso che né per lui né per Ekuban non ci siano problemi”.
Il Verona che ti aspetti domani? Ti aspetti una squarta che vi aspetterà di più? Quanto sarà importante avere pazienza?
“Il Verona ha iniziato molto bene questo campionato. Sta arrivando da un periodo negativo di risultati, ma non di prestazioni. Col Milan, per esempio, han fatto una grande partita. Nelle ultime partite fatte hanno giocato, hanno saputo tenere botta in tantissime occasioni e contro squadre importanti. Hanno giocatori di altezza, impatto, e davanti hanno giocatori come Ngonge e Bonazzoli che hanno caratteristiche differenti. Mentalmente dovremo affrontare la gara nella maniera migliore possibile, con attenzione a tutti i dettagli su cui abbiamo lavorato in settimana”.
Malinovskyi potrebbe tornare domani nella sua posizione da mezzala?
“Malinovskyi può essere un’opzione dall’inizio oppure a gara in corso, pensando anche che potrebbe avere un’opportunità in corso di gara”.
Da centravanti a centravanti, ai tuoi attaccanti la crisi del gol come dici loro di risolverla? Ci vorrebbe un po’ più di aiuto della squadra anche riempiendo di più l’area e permettendo loro di fare male con la loro fisicità?
“Sicuramente si deve riempire l’area e non focalizzarsi su quell’obiettivo lì, ma a pensare a lavorare sulla squadra. Dico loro di ripulire determinati palloni quando arrivano, di fare salire la squadra, di attaccare ferocemente l’area di rigore. Sono questi gli obiettivi chiari: sono pochi, concreti, ma devono essere molto chiari”.
Non si lamenta mai, ma ha giocato le prime undici partite con l’80% della squadra dell’anno scorso? La qualità è tutta in ritardo. Quando entrerà sarà qualcosa di diverso?
“È una realtà, è vero ed è tangibile, ma credo che sia merito un po’ di tutti se siamo qua in questo momento, avendo fatto tutti questi punti. È merito del lavoro, è merito di quanto fatto dai ragazzi. È un percorso lungo, di crescita, e abbiamo necessità di fare – anche velocemente – questo percorso di crescita, quello che chiedo loro. Sicuramente Retegui, Messias, Malinovskyi al 100% e altri giocatori che abbinano sia caratteristiche di profondità sia tecniche importanti possono andare a completare un pacchetto di squadra discreto, importante”.
Abbiamo incassato quattro gol su quattro cambi degli avversari. Cos’è successo? Fatichi a far loro capire cosa succede coi cambi?
“Quando parlo di dettagli, parlo proprio di quello, di saper valutare i momenti e i tempi della gara. Quando parlo di crescita completa della squadra, credo che questo sia il termometro della crescita, dello sviluppo che dobbiamo avere”.
Sono in discussione tanti allenatori, da Allegri che gioca come Nereo Rocco tutti dietro ma fa risultati, a Sarri e Garcia. Cosa ci racconta questo campionato?
“Ognuno ha la sua teoria, che poi alla fine finisce sempre in un’unica cosa: il risultato. Pensi ad Allegri, che ha vinto a Firenze chiudendosi, ma ha portato a casa un risultato importante. Può piacere o non piacere, ma quello che conta è il risultato. Se vai a chiedere ad un allenatore, ti esprime il suo pensiero e ti dice che bisogna dominare la partita. Se vai da un altro, ti dice che per lui il calcio è più concreto, verticale, più seconde palle. La linea è molto sottile, sono pareri anche molto personali degli addetti ai lavori, dei tifosi, dei giornalisti. Alla fine, però, si torna ad un unico obiettivo: il risultato finale”.