Assieme a Mario Ponti, ex giocatore rossoblu (esordio in un Genoa-Napoli del 1983) e poi allenatore, ci avviciniamo alla prossima sfida contro il Verona. Ecco la presentazione della prossima avversaria del Grifone.

IL SISTEMA DI GIOCO – “Di solito giocano con il 3-4-1-2, anche se Baroni aveva iniziato con il 4-3-3. Domenica nella sconfitta casalinga contro il Monza si sono schierati con il 3-5-2, però penso che stasera ritornino al 3-4-1-2, il modulo della scorsa stagione, ma un anno fa la squadra era più aggressiva, non vedo il furore agonistico di un tempo. Nel 2022-23 erano dati per spacciati e si salvarono grazie a questa intensità“.

I PUNTI DI FORZA – “L’attacco. Djuric, Bonazzoli e Ngonge formano un reparto sopra la media. Bonazzoli, ex Sampdoria, è un mancino puro, molto pericoloso. Djuric è un gigante e di testa sono quasi tutte sue. Ngonge è forte nell’uno contro uno e nelle accelerazioni. È uno di quei giocatori che possono spaccare le partite. Infatti hanno fatto punti grazie alle giocate di questo ragazzo“.

I PUNTI DEBOLI – “La difesa, soprattutto stasera che mancherà il polacco Dawidowicz, il perno del terzetto difensivo. E poi mi sembra che ci siano altre defezioni al punto che Faraoni potrebbe doversi adattare a difensore puro, come braccetto di destra. Si adegueranno forse alle caratteristiche del Genoa, visto che Gilardino non dispone di Retegui e potrebbe giocare senza un centravanti vero, con Gudmundsson falso nove“.

I GIOCATORI DA TENERE D’OCCHIO – “A parte quelli che abbiamo già citato, a me piace molto il centrocampista Duda, uno slovacco che esprime forza e che ha un buon piede. È bravo sia sul corto sia sul lungo. Poi Doig, lo scozzese esterno sinistro, un ragazzo che spinge molto che è dotato di un bel piede sinistro. Da tenere d’occhio le sue scorribande sulla fascia. E poi come difensore avrebbero Hien, un colosso interessante, che però ha avuto qualche problema fisico. Ha recuperato, vedremo se stasera giocherà o meno da titolare“.

L’ALLENATORE – “Baroni ha fatto molto bene a Lecce, dove si è salvato attraverso un gioco propositivo. Pensava di ripetere la stessa cosa a Verona, ma qualcosa su è inceppato e adesso non mi sembra che riesca a proporre il calcio che vuole lui. La squadra arriva da una settimana di ritiro e penso che per Baroni questa sia una partita molto importante, forse decisiva per le sorti della sua panchina”.


Articolo precedenteRassegna Stampa del 10 Novembre, le probabili formazioni di Genoa-Verona
Articolo successivoNazionali Genoa, De Winter convocato dal Belgio U21
Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.