Morten Thorsby, centrocampista del Genoa, è intervenuto questo pomeriggio a Radio TV Serie A con RDS, parlando di diversi temi: “Questa volta non sono andato in Nazionale, però bene. Ci sta avere una pausa, con il calcio di oggi non fa male. A me è piaciuto il progetto, ho subito creduto che facessero una buona squadra. Abbiamo anche fatto vedere che siamo una buona squadra e un buon gruppo e possiamo ancora dare tanto“.
Sull’anno passato a Berlino: “E’ stato un anno un po’ difficile, ho avuto un infortunio abbastanza lungo. La Bundesliga è differente dall’Italia, la cultura anche è diversa. Mi è mancata l’Italia, volevo tornare qua e quando mi è arrivata la possibilità non ci ho pensato tanto. Cosa ci trasmette Gilardino? E’ il primo allenatore giovane che ho avuto, prima ho avuto allenatori più vecchi e di grande esperienza. Lui ha grande esperienza in carriera, come allenatore meno, ma ha grande entusiasmo e voglia di fare bene. La tattica la vedete voi in campo. E’ una bravissima persona e mi piace avere allenatori con stili diversi, sa dove vuole andare. L’entusiasmo suo e nostro è fondamentale, siamo un gruppo molto entusiasta. Allo stadio abbiamo una grandissima tifoseria e dobbiamo trasmettere questo entusiasmo e stiamo facendo bene”.
Sugli obiettivi stagionali: “Penso che dobbiamo migliorare, siamo ancora squadra con potenzialità di migliorare tanto. Siamo ancora tanti nuovi, abbiamo avuto anche degli infortuni, però adesso stanno tornando i giocatori importanti. Vogliamo andare avanti e guardare sopra, però sappiamo che c’è poca differenza tra lo stare tranquilli e stare in difficoltà. Come la scorsa settimana, una partita cambia la vita. Noi dobbiamo continuare e fare le cose in allenamento e stiamo facendo bene“.
“Se sono pronto a fare uno step successivo in alcune fasi? Si può sempre migliorare in tutto, voglio contribuire con assist e gol. Io faccio tanti sacrifici per la squadra, tanti chilometri e voglio essere ovunque a centrocampo. Ovviamente fare questo step di fare 5/10 gol a stagione è il mio obiettivo, quindi sto lavorando tanto e devo avere la pazienza e capire bene gli altri giocatori nella squadra. Sto lavorando e penso che posso ancora migliorare tanto. Sono felice, l’importante è stare bene e stare sereno e questo è un bel momento“.
Sull’avversario più difficile da affrontare: “Ci sono molti giocatori molto bravi. Scorsa stagione non sono stato qui ma sono rimasto impressionato dal Napoli, ma negli ultimi anni anche l’Inter è sempre stato molto forte. Mi è sempre piaciuto sempre tanto Barella, un centrocampista completo, ovviamente Milinkovic Savic, che gioca un po’ più come me come stile di gioco: ha fisicità e voglia di fare gol. La Serie A è un campionato molto competitivo, è speciale per tanti aspetti. In Italia c’è la sua particolarità e lo stile che mi piace, ma è bello vedere campionati diversi in Europa. Sulla lingua italiana? Sono rimasto dentro casa due mesi con il lockdown e avevo una professoressa con cui facevo due o tre ore di call a parlare. Siamo rimasti le sere a parlare. Il grande limite è che non hai la confidenza di parlare, ma lei mi ha fatto parlare tanto. Dopo il lockdown tutti mi chiedevano cosa fosse successo (ride, ndr)”.
“E’ una cosa che si riflette in campo – prosegue Thorsby – metto tanta energia in queste cose in cui credo. Ho sempre detto che è una delle fortune di noi giocatori, che possiamo giocare in paesi differenti e imparare le lingue e che altre persone hanno tante difficoltà, ma noi dobbiamo farlo anche per la prestazione e capire cosa dice il mister, che è fondamentale. Che vantaggi porta la dieta vegana? Molti dicono che sono vegano, ma in realtà ero vegano due anni fa, per circa un anno, per provare. E’ andata bene, non ho avuto tanti problemi fisici. Però ora ho limitato tanta la carne, però qui in Liguria per esempio mangio tanto il pesce buono e fresco che posso prendere a cinque minuti da casa mia. Questo è il mio concetto: dobbiamo mangiare cose buone e con buona qualità. Sono fortunato perché ho le possibilità economiche di comprare cose buone, anche quando mangio la carne la mangio buona. Non solo la qualità, ma anche la qualità di vita dell’animale. Se l’animale ha una buona vita, la carne fa più bene a noi e anche all’ambiente. Questi tre concetti sono insieme. Io provo sempre a sapere quello che mangio, però non sono vegano, è importante dire questo“.
Sulla sostenibilità e la scelta del numero due tre anni fa “Avevo scelto il numero due tre anni fa per l’accordo di Parigi del 2015, dove i paesi del mondo hanno deciso di non andare sopra i due gradi per il riscaldamento globale. Ora siamo quasi ad un grado e mezzo e tra il grado e mezzo e i due succedono tante cose che fanno veramente male, non alla natura, ma a noi umani. Tutto il nostro sistema è vicino a non dare cibo e acqua a otto miliardi di persone, questo è il concetto della mia scelta sul creare la fondazione “‘We play green’ che vuole sensibilizzare queste tematiche nel mondo del calcio, con coloro che sono sensibili e vogliono utilizzare le piattaforme per parlare di queste cose. I calciatori sono il più grande influencer del mondo e sono seguiti da più di cinque miliardi di persone. Se loro possono usare le loro piattaforme per parlare, può fare grande differenza“.
“Come il calcio può diventare più sostenibile? Ci sono due lati. Prima di parlare dobbiamo anche fare qualcosa noi, tutti dobbiamo cambiare. Le industrie, non solo il calcio, devono vedere come possono migliorare. Con il calcio, la differenza, è che possiamo anche usare la comunicazione e influenzare tutti quelli che vedono il calcio, che sono cinque miliardi di persone. Il calcio deve usare queste piattaforme, come ha fatto in tutte le altre problematiche sociali dove il calcio sta già facendo buone cose. Io dico che la crisi climatica è il problema più grande che abbiamo, se non risolviamo questo il resto è secondario. E questo non è per la natura, ma per noi, questo è il messaggio importante. perché l’ambiente sopravvive, noi invece avremo problemi con le prossime generazioni e i nostri bambini. Anche il calcio non può funzionare in un mondo che non funziona. Vediamo cosa è successo con il Covid, le guerre e le catastrofi. Anche il calcio deve capire che bisogna risolvere questi problemi”.
“Quali sono i miei hobby al di fuori del calcio? Mi piace tanto fare camminate, andare a passeggiare in natura. Io sono molto fortunato a Genova, che è vicina al mare e alla montagna. Con il giorno libero mi vedi dentro la natura. Mi piace la musica, suono il pianoforte. Ogni tanto un giorno nella città ci sta. Altri sport? La mia famiglia sono sciatori, mio padre da fondo e mia madre era alpinista. Seguo quindi gli sport invernali“.
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