Il Tribunale di Genova ha accolto la richiesta di ristrutturazione del debito proposta dal Genoa sulla base dell’articolo 63 del Codice di Crisi d’Impresa. Dopo essersi esaurito i 30 giorni nei quali si potevano presentare eventuali opposizione, non essendone prevenute, si apprende che l’ultimo passaggio formale, ossia l’omologa del Tribunale, è arrivata nel giro di meno di 48 ore.
Il Genoa, dunque, pagherà il 35% di una cifra complessiva che si aggira intorno ai 110/111 milioni di euro, debiti col fisco risalenti in larghissima parte alla precedente gestione. La holding 777 Partners negli ultimi due anni ne ha già iniettati 105 nelle casse rossoblu, almeno stando all’ultimo bilancio approvato, quello al 31 dicembre 2022.
Il Genoa, sulla base dell’accordo, darà in pegno il marchio Genoa e i diritti di archivio e dovrà salvare una cifra intorno ai 37 milioni di euro, di cui 12 frutto di una precedente rateazione. Si tratterà di venti rate semestrali, quindi i pagamenti si esauriranno in dieci anni, e a garanzia degli adempimenti vi sono 57 milioni di euro che la proprietà verserà, di cui 30 già stanziati.
Il Genoa, in forza di tale omologa, avrà le prossime due finestre di calciomercato attenzionate. Attenzionate, non bloccate: significa che il club rossoblu dovrà sempre avere un saldo positivo tra acquisti e cessioni. Un calcolo nel quale rientrano anche gli gli ingaggi di cui il club, a partire dalla finestra di mercato di gennaio 2024, si andrà a sgravare.
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