Assieme a Mario Ponti, ex giocatore rossoblu (esordio in un Genoa-Napoli del 1983) e poi allenatore, ci avviciniamo alla prossima sfida contro la Juventus. Ecco la presentazione della prossima avversaria del Grifone.

IL SISTEMA DI GIOCO Giocano con un 3-5-2 molto pragmatico e realista, con uno sviluppo prettamente difensivo. Tutta la squadra, una volta persa palla, si abbassa nella propria metà campo, lasciando poco spazio agli avversari. Oggi giocare contro la Juve è difficilissimo perché è una squadra granitica che non concede quasi nulla. Il Genoa dovrà essere bravo a sfruttare le poche occasioni di cui godrà”.

I PUNTI DI FORZA “La difesa. Hanno subito soltanto 9 gol, i tre difensori centrali – Danilo, Bremer e Gatti – sono tre “animali”, in senso buono s’intende. Bremer è ritornato ai livelli di quando giocava nel Torino. Danilo unisce una buona tecnica alla forza fisica e all’esperienza. Gatti è la grande sorpresa di questa prima parte di campionato. Dopo il tragicomico gol di Reggio Emilia contro il Sassuolo, non ha più sbagliato e ha anzi segnato dei gol decisivi. È ormai una pedina fondamentale anche per Spalletti. Il lavoro difensivo è collettivo, la Juve difende di squadra”.

I PUNTI DEBOLI Direi l’attacco, anche se hanno giocatori di qualità. A Marassi dovrebbero giocare Vlahovic e Chiesa, due punte che per ora non hanno dato quel qualcosa in più. Chiesa, quando “strappa”, è difficile da marcare, ma per ora è stato alterno. E Vlahovic, centravanti aitante e dotato di ottimo sinistro, non è stato fin qui continuo. Alle loro spalle c’è però lo scalpitante Milik, il centravanti polacco, quando entra, sa rendersi pericoloso. Per fortuna del Genoa oggi mancherà Kean”.

I GIOCATORI DA TENERE D’OCCHIO Rabiot in primis, un centrocampista di forza con senso dell’inserimento davanti alla porta. Il francese ha un bel sinistro e calcia bene da fuori, ma la sua specialità sono le irruzioni in area. E poi direi Andrea Cambiaso, ex Genoa: si sta rivelando un giocatore indispensabile. Arrivato in punta di piedi, sembra diventato un elemento di cui la Juve non può fare a meno. Ora gioca spesso come interno. Anche McKennie non va sottovalutato, perché è un centrocampista di rendimento e adesso opera per lo più sulla fascia”.

L’ALLENATORE“Allegri è un livornese furbo come una faina. Il suo guru è Galeone, un giochista, ma lui ha cambiato strada, è diventato un risultatista. A Cagliari giocava con il 4-3-1-2 e attaccava, e anche da giocatore aveva i piedi buoni e amava il bel calcio. Con Mourinho è l’allenatore più furbo della Serie A, le loro conferenze stampa sono uno spettacolo. Allegri già al Milan aveva capito che nel calcio era importante vincere. Alla Juve vincere è obbligatorio, per cui… Ha tanti detrattori, ma forse lui vuole dimostrare che può vincere giocando male. La Juve non ha le coppe e questo, rispetto all’Inter, può essere un vantaggio”.


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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.