Il CEO del Genoa, Andrès Blazquez, ha rilasciato una lunga intervista a Sportcal.com nella quale ha spiegato ancora una volta tutti i cambiamenti che, poco a poco, i 777 Partners stanno portando all’interno della gestione del Genoa come società e come brand. Il tutto in una dimensione multi club-ownership.
“Ora abbiamo una rosa che costa circa 30 milioni di euro in meno rispetto a quando abbiamo preso il comando, ma ha un valore che è circa otto volte più prezioso di quello che abbiamo trovato – esordisce Blazquez – Avevamo intenzione di trasformare il business e lo sport del club in praticamente due anni. Quindi sta andando bene“.
Si parla anche del modus operandi sui social network da parte del club rossoblu. “Abbiamo attratto nuove persone che si identificano con il modo in cui facciamo le cose, quindi trasmettiamo fondamentalmente i nostri valori – spiega il CEO rossoblu a Sportcal.com – La tradizione è qualcosa che ci sta aiutando a costruire la base per il futuro. È una benedizione il fatto di gestire questo vecchio club e questa tradizione, perché possiamo giocare su questa tradizione per espandere il marchio. La sfruttiamo come una nostra forza e non la vedo come una contraddizione”.
Dopo aver parlato delle nuove metodologie apportate per trovare calciatori e per fare crescere il settore giovanile rossoblu, Blazquez parla ancora una volta del tema stadio. E qui le tempistiche sul futuro rifacimento dell’impianto sommano scadenze già note a scadenze nuove. “La nostra speranza e il nostro piano è che nella stagione 2025/2026 avremo la tribuna principale già completata ed entro la stagione 2026/2027 avremo uno stadio completamente ristrutturato sul posto per poter essere presentato come un solido candidato per ospitare le squadre europee”. Nel frattempo, in ogni caso, il tasso di occupazione del Ferraris è tra i più alti della Serie A, come spesso abbiamo scritto anche qui, e i tifosi – soprattutto quelli più giovani – si sono riavvicinati al mondo rossoblu.
L’intervista prosegue nel parlare dei vantaggi, per il Genoa, nel fare parte di una rete di più club. Tra questi vi è anche il turismo e la possibilità di arrivare, soprattutto attraverso il mondo social, al di fuori dell’Italia. “I risultati già si vedono: abbiamo circa il 30% della nostra fanbase social proveniente da fuori dell’Italia, il che penso non sia male per un club più o meno regionale, ma crediamo che questo numero dovrebbe essere più simile all’opposto, più vicino al 70% al di fuori dell’Italia. Andiamo in quella direzione e ciò ci aiuterà anche a raggiungere nuovi tipi di sponsor“.
Nel tornare sul fenomeno giovani, calcio e sentimenti della tifoseria, Blazquez torna a parlare del fenomeno Bresh e del suo brano “Guasto D’Amore”. “Abbiamo coinvolto un ragazzo che è un artista in crescita in Italia, chiamato Bresh. È un grande tifoso del Genoa. Abbiamo praticamente identificato il suo lavoro, la sua canzone chiamata Guasto D’Amore, è diventata il numero uno in Italia, la gente la sta cantando nei concerti in tutta Italia”.
Nella parte finale dell’intervista si parla anche delle previsioni future. Il Genoa, è bene ricordarlo, va verso il breakeven finanziario nel prossimo bilancio, come spiegato alla nostra redazione in una recente intervista, che significa pareggiare ricavi e costi. Una delle mosse basilari per iniziare il risanamento dei conti di un’azienda, il tutto senza passare da nessuna cessione eccellente in sede sportiva. Il CEO rossoblu, però, rilancia: “Crediamo che nei prossimi due anni di essere in grado di fare una divisione 50/50 tra entrate TV e non TV. I grandi club possono farlo, perché hanno un’enorme base di fan”. Gli esempi sono quelli grandi club come Real Madrid e Manchester United, che hanno una fanbase più allargata di quella rossoblu. “Ci vuole tempo, ma penso che siamo sulla strada giusta e siamo molto orgogliosi di ciò che abbiamo fatto finora” chiosa Blazquez.
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