Il Genoa, Gilardino, i giocatori rossoblu e il Tempio genoano pronti per un attacco al potere delliInter dopo la vittoria di Reggio Emilia. Gilardino ci proverà con una difesa tosta, con un centrocampo di esperienza e con quelli in panchina che hanno una carica in più. Davanti Albert e chissà se Retegui e Messias anche a tempo, con Ekuban scalpitante.
Nell’ultima partita dell’anno sarà un piacere per i genoani presenti al Ferraris, davanti alle tv e all’ascolto di Radio Nostalgia o di Buoncalcioatutti, vedere la squadra guidata da Gilardino che cerca il gioco e il gol senza mai dimenticare una difesa che esige fatica ed equilibrio.
Grazie alla fase difensiva del Grifone sarà difficile affondare il muro centrale genoano sorretto da esperienza, leadership e centimetri dai tre cagnacci che hanno morso le caviglie di tutti gli attaccanti incontrati e di testa le hanno prese quasi tutte cercando anche il gol nelle aree avversarie..
Gilardino e lo staff genoano studieranno contromosse che potrebbero rappresentare una svolta, tenendo conto che con questa Inter, al di là delle assenze, si può studiare qualcosa di diverso senza raccogliere nulla. Va messo in conto anche per i cronisti che seguiranno la gara.
Nelle diciassette gare giocate c’è chi ha cercato di bloccare i rifornimenti nerazzurri sulle corsie laterali per cercare di far giocare il centrocampo milanese sotto ritmo, chi senza prima punta, il risultato però non è cambiato.
Chi ad oggi aveva indovinato tutto è stato il Sassuolo di Dionisi facendo perdere l’unica partita al Meazza al Biscione: il suo 4-2-3-1 ha avuto ragione di un centrocampo avversario con Calhanoglu, Barella e Mkhitaryan. Come? Marcando a uomo e facendo muovere i nerazzurri in una sorta di pantano nel proporre gioco e ripartenze veloci. A tutto questo, in quella specifica partita, bisogna aggiungere anche i cambi non felici di Inzaghi che tante altre volte hanno deciso le gare. Anche Thiago Motta e il Bologna nella gara di campionato, pareggiata, hanno utilizzato il 4-2-3-1 con le stesse caratteristiche dei corregionali. Operazione ripetuta anche con le seconde linee contro il turnover di Inzaghi in Coppa Italia, riuscendo ad ingabbiare il centrocampo nerazzurro e portare via da San Siro la qualifica ai quarti di finale della competizione.
Non c’è la sicurezza, ma la fiducia sì, per un risultato del Grifone condito da un’altra prestazione contro la prima della classifica del campionato. Una prestazione di carattere, corsa, raddoppi di marcatura che infiammeranno la Nord e la Zena sempre pronte a spingere con la voce e pronte alla fine a scatenare un Capodanno in anticipo di 48 ore per salutare il 2024 del Vecchio Balordo. Formazione, tattica, modulo, rientro degli infortunati intorno all’ora di pranzo nella conferenza stampa di Gilardino.
Arriva l’Inter al Ferraris prima in classifica e vogliosa di essere campione d’Inverno, anche se è un titolo platonico con una giornata di anticipo. L’Inter non è quella della scorsa stagione: ha cambiato metà della rosa a disposizione, ha meno fantasia però la sua forza d’urto è stata devastante nelle gare giocate tanto per la squadra mandata in campo ad inizio gara quanto per le alternative in panchina utilizzate, in particolare in difesa e sulle corsie laterali.
Nelle diciassette gare giocate ne ha vinte 14 pareggiate 2 con Bologna e Juventus, perso quella casalinga con il Sassuolo, realizzando 41 reti e subendone 7, con 13 gare tenendo la porta inviolata. Quando ha subito una o più reti ha fatto fatica a fare il risultato pieno.
L’Inter è un undici compatto ad inizio gara ma lo diventa ancor di più con i cambi di qualità allo stesso livello di quelli che iniziano le gare, specialmente a centrocampo con Frattesi e sulle corsie laterali. Inzaghi è stato bravo a farla diventare più squadra con le uscite di Lukaku, Brozovic, Gosens e del portiere Onana.
La rivoluzione è avvenuta con Sommer tra i pali, Frattesi e Carlos Augusto (oltre Cuadrado che ha dato poco alla causa per infortuni) e soprattutto Marcus Thuram che ha liberato Lautaro, autore di 15 reti in 17 gare, dal ruolo di spalla di Lukaku.
La coppia Lautaro Thuram sta facendo tremare il campionato, 22 reti in due frutto di potenza, tecnica, velocità: una miscela senza uguali in questa stagione. Nel giro di gol non bisogna dimenticare il lavoro a centrocampo dei due incursori Barella e Mkhitaryan e del regista Calhanoglu, ritrovato senza Brozovic: con campo davanti può far valere le sue qualità di assaltatore (7 reti) e regista di transizione assicurando copertura e corsa.
La forza del Biscione l’abbiamo rappresentata, ma c’è stato anche il rovescio della medaglia in particolare nelle gare di Champions e qualcuna in campionato. In primis la resistenza al pressing avversario, a seguire la vulnerabilità. Portando 8/9 uomini nella metà campo offensiva sulla costruzione avversaria, quando i movimenti non sono stati fatti in perfetta coordinazione e gli avversari si sono trovati liberi di lanciare lungo con il pallone scoperto, si è visto qualche difetto anche sui palloni piazzati perdendo i duelli aerei.
Dall’infermeria della Pinetina Dumfries è tornato a correre ma non in gruppo: potrebbe andare in panchina al Ferraris? Lautaro e Dimarco saranno assenti. Per Cuadrado rientro a fine gennaio. Frattesi ieri e oggi con l’influenza.
Diffidati Genoa: De Winter, Badelj, Frendrup. Diffidati Inter: Cahlanoglu.
Arbitra Doveri di Roma, nato a Volterra, 46 anni e alla terza proroga arbitrale. Internazionale nel 2018 fino al 2021. Più di 200 gare in Serie A oltre quelle in B e Coppa Italia. Arbitro dal 1996, in Serie A dal 2010. Trenta gare dirette sia con il Genoa sia con l’Inter. L’ultima con il Grifone il pareggio ad Ascoli in Serie B. L’ultima con l’Inter in trasferta a Cagliari nel Maggio 2022.
Primo assistente Bercigli (Firenze), secondo assistente Perrotti (Campobasso), quarto uomo Piccinini (Forlì), VAR Irrati (Pistoia), AVAR Miele (Nola).