Claudio Maselli, 158 presenze da giocatore rossoblu e 51 da allenatore del Grifone, è l’ospite della consueta intervista che ogni mercoledì facciamo per commentare l’ultima giornata di campionato appena conclusa. Ecco la sua intervista a Buoncalcioatutti.


Si è giocata la ventiseiesima giornata e ormai l’Inter sembra scappata. Ha due squadre, a Lecce c’erano sette riserve…

L’Inter ha un organico superiore a tutti, ora hanno la consapevolezza di essere bravi. Sicuramente, a questo punto qua, il campionato possono perderlo solamente loro, non vincerlo le altre. Cosa succede là dietro tra Juventus, Milan, Bologna e Atalanta che stasera si gioca la quarta posizione in casa dell’Inter? Il Bologna sta facendo un ottimo campionato, è una squadra che gioca un buon calcio e una serie di circostanze l’ha portata ad avere ancora più fiducia perché la squadra, francamente, non è eccezionale e non ha individualità in tutti i reparti, però è squadra. È squadra rispetto a tante altre squadre: hanno un gruppo importante, che gioca un calcio lineare e semplice, ma bello a vedersi anche”. 

Gli ultimi tre posti per andare in Europa se li giocano in tante, dalla Roma alla Fiorentina, ma hanno troppi alti e bassi. Una volta bene, una volta male…

“La Roma ha inanellato una serie di risultati positivi, mentre la Lazio una volta vince una volta perde e quest’anno non è assolutamente costante. Le altre, la stessa Fiorentina con la vittoria nell’ultima giornata, alternano prestazioni positive ad altre meno. Il Napoli stesso ha deluso un po’ le aspettative. C’è lotta un po’ per tutti”. 

A Napoli aspettavano Osimhen come San Gennaro, ma probabilmente i difetti del Napoli sono nel mezzo e in difesa…

“Probabilmente c’è una serie di errori che si accumulata dopo la vittoria del campionato. Spalletti, Giuntoli, il Presidente che per sua ammissione ha fatto scelte che si sono rivelate controproducenti. Poi quando cambi tre allenatori durante l’anno, qualcosa nella squadra non va, e non può sempre e solo esser l’allenatore che paga. Per carità, è sempre stato così, ma non sempre tutte le responsabilità sono sue: c’è anche una responsabilità della società e dei giocatori”.

In fondo si trovano squadra come Sassuolo, Cagliari, Salernitana quasi spacciata, e ci sono 6/7 squadre in pochi punti, con Lecce e Frosinone che stanno facendo passi da gambero. Si giocheranno la salvezza nei prossimi scontri diretti?

“Ha scombussolato un po’ i piani della retrocessione l’Empoli, che ha fatto tanti risultati positivi, ha lo spirito giusto e ha un allenatore che in quelle occasioni lì si esalta, portando una squadra che sembrava sul punto di retrocedere ad una squadra che non dico sia salva, ma si è messa a 25 punti che non sono proprio pochi. Le altre stentano tutte quante e chi aveva fatto tanti punti prima, come Frosinone e Lecce, ora si è un po’ fermato. Quello però succede tutti i campionati, non si può pensare che Lecce e Frosinone facciano chissà che cosa. L’Empoli ha cambiato un po’ tutto quanto, facendo risultati importanti come il pareggio con la Juventus e la vittoria a Salerno. Adesso per un po’ possono essere fuori. Non possono pensare Cagliari, Frosinone, Lecce di vincere tutte le partite…”.

Ti aspettavi il Sassuolo in quella posizione? 

“Il Sassuolo è una squadra che ha sempre giocato un buon calcio, con un ottimo allenatore. Ha un po’ subito gli infortuni di Berardi, però fino adesso rispetto alle altre ha un modo di giocare che probabilmente è un piccolo vantaggio. Hanno sempre giocato un discreto calcio, poi ci sono momenti dove perdi tante partite negli ultimi cinque minuti. Un po’ come il Genoa che dal 42′ sino alla fine del recupero ha perso tanti punti”.

Sulle panchine avanza il nuovo, da Gilardino a Palladino passando per De Rossi. Cosa succede?

Succede che ci sono giovani emergenti che riescono a fare giocare discretamente le loro squadre e hanno ambienti ideali. A Monza Palladino non è che abbia avuto chissà quali ambizioni, ma sta facendo bene così come bene sta facendo Gilardino. Mi sembra un allenatore, in questo momento, di cui si parla poco, ma lui sta portando il Genoa ad una salvezza ultra-meritata, una delle poche volte nella storia del Genoa dal 1893 in cui una salvezza non è sofferta. Le salvezze del Genoa, in genere, sono quelle all’ultima giornata, all’ultimo minuto dell’ultima giornata. Lui sta invece conducendo la squadra molto, molto bene”. 

Il Genoa lunedì andrà al “Meazza” a fare visita all’Inter. È stata l’ultima squadra a fermare l’Inter il Genoa. Può ripetere quella partita?

“Il Genoa ora ha quella tranquillità per affrontare la gara nella maniera giusta. Sa che incontra una squadra indubbiamente superiore, ma l’Inter mica solo al Genoa è superiore: è superiore a tutte le altre diciannove. Il Genoa affronta l’Inter con una classifica serena, in un momento dove tante cose stanno andando bene, per cui io non darei per scontato per tutte queste cose positive un risultato già scontato. Poi se paragoniamo gli undici del Genoa a quelli dell’Inter, differenza ce n’è, ma questa partita arriva in un momento in cui il Genoa è sereno e tranquillo. E quando sei sereno e tranquillo riesci a fare prestazioni che in altre situazioni e momenti non fai”. 

Per finire, ricordo quel centrocampo con Maselli, Perotti, Simoni, Bittolo. È difficile rivedere oggi in Serie A un centrocampo così ben assemblato…

Era sicuramente un calcio differente, però le qualità c’erano e si compensavano tra loro. Simoni era indubbiamente quello che aveva qualcosa in più e realizzava più di tutti. Bittolo era un corridore incredibile. Io e Perotti avevamo in quel periodo lì una qualità abbastanza importante e se mettevi assieme tutte queste cose – senza dimenticare tutti gli altri che avevano fatto la loro parte – era sicuramente un buon centrocampo. Ma parliamo di cinquant’anni fa, non di due ore fa. Se io ero il regista davanti alla difesa a dettare il gioco? Quello era il compito. Avevamo bisogno, per fare quel gioco, di gente che ti desse un aiuto perché non essendo un grosso incontrista, pensando a fare giocare la squadra, avevo bisogno di Bittolo soprattutto, che era un corridore incredibile. In questo calcio potrebbe giocare, un calcio di corsa e grinta”. 

Ogni volta che vedo giocare Badelj mi sembra di veder giocare Maselli. Quanto sbaglio?

“Badelj è un ottimo giocatore. Il Genoa è una squadra costruita bene, con ricambi. Ha patito un po’ il mese e mezzo in cui è stato fuori Retegui, ma appena è rientrato ha ripreso a fare nuovamente gol. Fermo restando che è il centravanti della Nazionale, uno di quelli che può andare in Nazionale. Poi il Genoa, tra l’altro, ha trovato quella mezza punta Gudmundsson che è giocatore fuori categoria e anche in Serie A in tantissime squadre può fare la differenza”. 


Rassegna Stampa del 28 Febbraio, Genoa: si riparte. Dall’esodo a San Siro alle condizioni di Vasquez