L’urlo del Vecchio Balordo, della Gradinata Nord e Zena, per le ingiustizie certificate da tutti senza dubbi sarà la colonna dei calciatori e popolo rossoblù che riempiranno il Tempio domani sera.
Bravo al Presidente Zangrillo: con la sua uscita anticipata all’inesistente rigore ha mandato un segnale chiaro e preciso rispetto ad una partecipazione alla conferenza con la stampa del dopo partita oppure al colloquio dentro lo spogliatoio con il direttore di gara.
Complimenti a Gilardino rispetto ai suoi colleghi più affermati per la risolutezza educata nel far capire il danno ricevuto dalla squadra non riuscendo nell’impresa di fermare nuovamente la capolista, non per demeriti propri. Domani contro il Monza altra partita da Grifoni: c’è la possibilità di aggancio con i brianzoli e anche il sorpasso attraverso i numeri della classifica.
Dopo 7 mesi di campionato non solo a livello nazionale il Genoa non è più classificato tra le piccole squadre del campionato, ma è considerato una media dopo aver giocato alla pari dentro e fuori delle mura amiche con tutti i team che si giocano l’Europa. Il calma e gesso, come predica Gilardino, è giusto: ogni partita alza l’asticella con ancora 33 punti in palio.
La forza di Gilardino forgerà il DNA del popolo genoano anche sul campo con altre idee e invenzioni e con la rosa al completo farà capire che le partite si vincono in 16 e non più in 11, che si vincono sugli spalti e nello spogliatoio. Quando Gilardino e lo staff mettono in campo il 3-5-2, solamente statico a gioco fermo ad inizio partita, tutti si ricredono vedendolo giocare non sbarazzino e occasionale, ma organizzato nelle due fasi di gioco e pronto a giocare alto e aggressivo. Il loro lavoro continuerà sulle due fasi di gioco per non trovarsi sbilanciati durante quella di possesso.
Bravi come sempre Gilardino e lo staff nelle letture delle gare prima e durante i periodi di gioco. Bravi Gilardino e lo staff nell’intervallo delle gare nel tenere vivi e sul pezzo i giocatori, successo al Meazza lunedì sera sotto di due a zero, frutto di un errore e di una “cantonata” fuori dal Regolamento e del VAR che avrebbe abbattuto un gigante.
Gilardino e lo staff non sono ancorati ad un solo modulo, hanno in testa anche altre idee tattiche, e il tutto lo si è fatto vedere in molte gare, senza mai dimenticarsi dell’equilibrio nelle due fasi, possesso e non possesso, in ogni attuazione di gioco e in ogni momento, prevedendo sempre ed anticipando sempre l’eventuale passaggio da una fase all’altra con scaglionamenti preordinati. Il Genoa sta provando ad essere veloce in particolare quando si passa dal possesso al non possesso con semplici, ma efficaci accorgimenti sempre in vigore nelle partite di calcio da lungo tempo: copertura in ampiezza davanti e dietro togliere profondità al centro e sulle corsie laterali. Tutto deve essere condito da un blocco che difende in pochi metri pronto a ricercare della verticalità.
Il Genoa vuole diventare un’ottima squadra , adesso gioca da buona squadra, è difficile da affrontare correndo e occupando il terreno di gioco per qualsiasi avversario. La formazione come sempre a domani alle 19.30, mentre romba, pulsa il cuore dei 30000 e più sugli spalti.
In casa Monza, dopo il depauperamento del calcio mercato estivo con le uscite di Carlos Augusto, Rovella, Sensi e Barberis a centrocampo, c’è la bravura di Palladino, sulla panchina brianzola da metà settembre 2022 promosso dalla Primavera alla prima squadra e capace di centrare l’obiettivo salvezza con merito pur partendo male con mister Stroppa. Il giovane mister ha rimesso in campo un altro team lavorando nel cuore del gioco anche nell’attuale stagione confezionando 36 punti, 28 gol fatti e 34 subiti, frutto di 9 vittorie, 9 pareggi, 9 sconfitte. Tatticamente Palladino è figlio del gioco di Gasperini, ma è andato anche a lezione da Bielsa .
Facile dire – come è successo anche con Gilardino – che tutto è dovuto solamente alla scossa della sostituzione. Il loro arrivo e successo in prima squadra nel calcio non è avvenuto per magia. Gilardino e Palladino hanno incarnato il profilo dell’allenatore del futuro, per gestione tecnica e capacità comunicative, e il lavoro è visibile partita dopo partita, portando il Genoa e il Monza nella realtà del centro classifica con possibilità di una crescita in tempi rapidi in panchina e nei risultati. La loro forza avere sempre la voglia di imparare.
Palladino appena arrivato ha cambiato subito il modo di giocare, lo schema passando dal 3-5-2 al 3-4-2-1, con mosse a sorpresa come lo spostamenti di Colpani, il più talentuoso del gruppo,da mezzala a trequartista per sfruttare le sue doti tecniche, balistiche e di smarcamento. Per Palladino il dribbling come quando giocava è l’essenza del calcio.
Lo schema del Monza è aggressivo con gli esterni e i braccetti (nuovo termine tanto caro i telecronisti), ossia i terzini quando passano da funzioni da costruttori ad invasori della metà campo. Il Monza cerca spazi gestendo il possesso anche con un palleggio insistito,con fraseggio più corto e fluidità di gioco, con i calciatori nelle posizioni che occupano il campo per cercare la creazione di spazi. È dunque, il suo, un calcio nel quale si possono riscontrare alcuni richiami gasperiniani, come una certa tendenza aggressiva di difesa molto orientata sull’uomo, ma anche la capacità, quando la partita lo richiede, di abbassare i ritmi. Il principale punto di rottura è però la costante ricerca del controllo del pallone. Il Monza vuole trovare spazi gestendo il possesso, anche con un palleggio insistito, se necessario.
In fase di non possesso la squadra gioca ad uomo in funzione dell’avversario e del momento della gara. Nell’ultima linea in fase di non possesso viene sempre ricercata la superiorità numerica, partendo bassi e uscendo in pressing sul lato forte, e qualche volta i brianzoli hanno subito inconvenienti sul lato debole.
In fase di possesso, oltre la prima punta, cercano sempre l’inserimento di un terzo calciatore in costruzione e rifinitura cercando di fargli pervenire il pallone fronte alla porta avversaria, conducendo il pallone o attaccando la profondità.
In ottica formazione innanzitutto da capire se Palladino schiererà la difesa a tre o a quattro. Nelle ultime due gare in casa della Salernitana e con la Roma ha cambiato strategia con il 4-2-3-1 cercando soluzioni nei due davanti la difesa, con Gagliardini in dubbio domani sera. Gli unici punti fissi in formazione sono in difesa con il ballottaggio tra Izzo, Caldirola e Birindelli vicini a Pabló Mari e Carboni. A centrocampo sempre presente capitan Pessina e sugli esterni Colpani e Dani Mota. Prima punta Djuric.
Ai box da valutare Gagliardini per un problema ad una spalla, D’Ambrosio e Vignato. Assente Caprari per lesione del crociato.
Arbitro Feliciani di Teramo, 34 anni a giugno. Imprenditore. Arbitra dal 2006, debutto in Serie A nel settembre 2022. In stagione 8 gare in Serie A, tra cui Empoli-Genoa, mentre non ha mai diretto il Monza. L’ultima con i brianzoli lo scorso marzo con l’Empoli.
Primo assistente Raspollini Livorno, secondo assistente D’Ascanio di Ancona, quarto uomo Fabbri di Ravenna. VAR Marini di Roma, AVAR Valeri di Roma.
Diffidati Genoa: Retegui, Sabelli, Strootman.