Doveva esserci la sorpresa inaspettata ad inizio stagione alla vigilia di Pasqua dentro l’Uovo  rossoblù a quarti, anche con le bande gialle e i calzoncini rossi, invece bisogna ancora pazientare per la salvezza quasi matematica.

Dentro l’Uovo Pasquale di Gilardino un punto. Giusto il pareggio per le maggiori occasioni avut , non tante: la traversa e  la parata  successiva di Turati da un metro sulla ribattuta del legno, il tiro di Vasquez e quello di Messias usciti a fil di palo e qualche mischia non risolta in area ciociara. Per il Frosinone il pareggio è giusto per la grande mole di gioco e il pressing ultra offensivo, senza nessuna parata di Martinez eccezion fatta per un tiro di Brescianini nel primo tempo. In gol solamente il Frosinone a causa di un’altra azione sbagliata di controllo o marcamento dell’avversario  sulla corsia di sinistra e dentro l’area di rigore con la mezzala arrivata di corsa e dimenticata da parte della fase difensiva (non solo dai difensori) guidata da Badelj.

Un Genoa né carne né pesce nel primo tempo: poteva essere una strategia studiata in anticipo per non subire le ripartenze avversarie e conseguentemente rispondere di rimessa considerato che ogni volta che il Vecchio Balordo ci provava trovava spazi importanti da sfruttare.

Il Genoa ha patito il calcio dei frusinati con i suoi significati emblematici da istinti primordiali dell’uomo e la virilità dei ciociari. Ne è derivata la mancanza di opposizione di Badelj e compagni, eccetto Frendrup. La foto della partita: difficilmente i rossoblù arrivavano primi  sulle seconde palle.

La strategia di Di Francesco è stata quella di cercare situazioni di vantaggio numerico con l’obiettivo di non lasciare gli spazi disponibili, in particolare a Martinez e compagni, con le  ripartenze da dietro. Ha avuto successo inducendoli spesso all’errore con i lanci lunghi mai arrivati a destinazione di Retegui e Albert per scarsa precisione, ma anche per lentezza nell’effettuarli, in particolare quando i due attaccanti erano uno contro uno. L’unico che poteva approfittarne poteva essere Messias con il suo dribbling, poco servito anche se qualche volta reclamava il passaggio che non arrivava.

Retegui e Albert salutati e seguiti dal popolo genoano presente dopo la gare per accedere al campionato europeo non sono riusciti a manovrare con l’acume ben noto trovando difficoltà a suggerire il passaggio e tirare in porta. Nessuna indulgenza polemica in questo rilievo. Semplicemente una constatazione logica, rimarcata anche da Gilardino nella conferenza stampa: avevano fatto solamente la rifinitura dopo aver tirato la carretta con le nazionali.

In questa operazione di schierarli entrambi, anche per l’assenza di Vitinha,  Gilardino non è stato aiutato dall’intelligenza artificiale che impera nel nuovo calcio sulle condizioni atletiche e di fiato dei calciatori. 

Albert una sola percussione al 28’ di gara: entrato in area, ha subito un fallo da Okoli, neanche ammonito, procurandosi il calcio di rigore che avrebbe poi realizzato.  Retegui ha difeso bene sui calci d’angolo avversari, ma non ha avuto l’occasione per battere a rete.

A tutto ciò bisogna aggiungere che continuare a giocare con piedi destri a sinistra qualche difficoltà la crea e sul piatto della bilancia bisogna mettere che la sosta per squalifica a Sabelli non lo ha aiutato a riprendere la sua verve: il Genoa contro il Frosinone ha sofferto in ambedue le corsie laterali. Al riposo tutti contenti per il pareggio convinti che la strategia di Gilardino sarebbe cambiata.

Puntualmente è successo con l’ingresso di Malinovskyi, l’uscita di Spence e lo spostamento di Messias sulla corsia di sinistra. I primi dieci minuti di gioco del secondo tempo facevano vedere che qualcosa sarebbe cambiato, invece la sfiga ha mandato tutto all’aria: Retegui, squalificato con il Verona, colpito duro sulla caviglia – neanche fischiato il fallo – avrebbe dovuto abbandonare il campo. A quel punto, con l’ingresso di Haps, Messias ha fatto la seconda punta. Dopo 15’ del secondo tempo sarebbe toccato a Ruslan accasciarsi a terra per problema muscolare: al suo posto Strootman.

L’operazione Gilardino legata alla speranza di ritrovare la qualità nel cuore del gioco è venuta meno, il gioco non è appassito solamente perché Strootman e Thorsby subentrati  ci mettevano il loro caratteristico nerbo.

Il pareggio finale ci può stare anche se il direttore di gara ci ha messo del suo per rovinare la gara con decisioni cervellotiche e applicazione della norma del vantaggio.

Al 93’ di gioco ha assegnato un rigore al Frosinone: Mariani di Aprilia, località che dista 50 km da Frosinone, lo ha richiamato davanti al Video e il ravennate ha cambiato idea, giustamente.

Genoani, Genoane: in ogni i caso godetevi la Santa Pasqua e Pasquetta, anche se il sole non dovrebbe illuminare la Liguria. Godetevi i punti che distano dalla zona rossa a otto giornate dal termine.

Non fatevi abbindolare dalle “bufale” sul calciomercato di calciatori e allenatori. Per acquistare calciatori dal Genoa occorrono euro e in questo momento nel campionato italiano nessuno è in grado di tirarli fuori. È finitoa con i 777 in casa rossoblù la politica cara ai procuratori da supermercato alimentare, quella del vendo uno buono e ne prendo due da crescere (che era anche il succo della domanda alla vigilia della partita). La garanzia è Gilardino quando discuterà il suo rinnovo sulla programmazione della società che i 777 e i dirigenti in loco vogliono fare progredire di anno in anno, visti il successo di pubblico e  del merchandising.

BUONA PASQUA, CHE DONI A TUTTI PACE, SALUTE, AMORE