Dopo i video delle scorse settimane, siamo tornati assieme a Franco Venturelli, in arte “Abbadie”, per farci raccontare ulteriori storie legate alla storia del Genoa, dei suoi tifosi e alle storie dei Genoani della Rametta. Oggi parleremo non solo delle immagini che arrivano dalla Genova degli anni Sessanta, per la precisione del 1968, quando il Genoa lottava per non retrocedere in Serie C e le informazioni sulle partite, senza televisioni o dirette di altro genere, arrivavano centellinate da un altoparlante in Piazza De Ferrari, ma anche dello spareggio del 7 giugno 1925, quasi un secolo fa, il famoso “scudetto delle pistole” tra Genoa e Bologna. In quel caso, sino a tarda sera, molti Genoani attesero il ritorno di altri tifosi da Milano, dove si svolse lo spareggio, per sapere il risultato.
“C’è da fare una nota di carattere generale, di evoluzione de tempi: oggi coi cellulari facciamo tutti, manca solo che ci trasportino al posto di autobus e aerei, poi fan tutto loro – esordisce Venturelli – Nel 1968 io c’ero e sembra ieri che per sapere cosa facesse il Genoa quando si giocavano gli spareggi a fine campionato, a luglio, con un caldo terribile, non c’erano enti pubblici che organizzassero le partite. Per sapere il Genoa cosa facesse con Lecco, Perugia, Messina e Venezia. Cosa si è fatto? Il Secolo XIX mandò un suo dipendente dove giocava il Genoa e si era organizzato in questa maniera: chi era allo stadio guardava la partita e comunicava al telefono ad un altro personaggio, che aveva una trasmittente: con questa comunicava con Genova, col palazzo del giornale che era a De Ferrari, prima di Palazzo Ducale. All’ultimo piano era stato messo un altoparlante da cui si sentiva questa voce gracchiante, una voce che non era continua come quando si trasmette una partita come siamo abituati. Erano informazioni che arrivavano stiracchiate e la piazza, che era piena, lasciava appena lo spazio per il passaggio dell’autobus. Questo accadde per tutte le gare degli spareggi, sempre di giorno feriale. Per la partecipazione che vi era stata, si sapeva che c’era questo altoparlante del Secolo XIX che perlomeno dava qualche informazione.
“Ribadendo che nessuno nasce orfano, ossia le cose che accadono oggi accadevano anche prima, io vidi una fotografia su un giornale, nella biblioteca universitaria in via Balbi, dove si vede Piazza De Ferrari, proprio dalla statua di Garibaldi, piena e stipata di tifosi del Genoa. Fa impressione. Erano le sette o le otto di sera: erano ancora lì. Cosa aspettavano? Aspettavano notizie. Mica c’era la radio, e siccome una parte di Genoani era andata a vedere il Genoa a Milano (era il famoso 2-2 in cui il Genoa vinceva due a zero, poi gli rubarono lo scudetto), aspettavano questi Genoani che raccontassero com’era andata la partita. Questo accadeva cento anni fa. Questo per dire quanto sia viscerale l’amore dei tifosi rossoblù per il Genoa. Quello era uno spareggio per lo scudetto, quello del ’68 per non finire in Serie C, ma la partecipazione del Genoa era totale”.
I racconti della Rametta con Franco Venturelli: la prima trasferta in piroscafo dei Genoani – VIDEO