Dopo Altafini, Angelillo, Bettega, Boniperti, Brady, la nazionale campione del mondo del 1982, Enzo Bearzot, altri tecnici genoani come Cosmi, Gasperini, Ballardini è toccato ieri ad Alberto Gilardino firmare la Mattonella del Muretto di Alassio, ad un altro allenatore di calcio.
Sì, amici del calcio, lo sappiamo : tutti i grandi uomini con la Mattonella sul Muretto di Alassio sono stati in un primo momento misconosciuti. Gilardino invece non solo come allenatore, ma come uomo, è stato subito riconosciuto.
Il Muretto di Alassio davanti al Bar Roma decorato e colorato delle piastrelle che i grandi personaggi dell’arte dello spettacolo e dello sport hanno fatto diventare famoso, avrà altri colori in più con il rossoblù a quarti: un onore non solo per il tecnico rossoblù, ma per tutto il Genoa.
Fra venti giorni la messa in opera e coloro che passeggeranno per Via Dante ad Alassio leggeranno non solo il nome di Hernest Hemingway, lo scrittore che collaborò, aiutò e suggerì a Berrino, l’ideatore del muretto, di fare piastrelle colorate per non farle assomigliare ad epitaffi, ma anche la firma di Gilardino: un solo anno in Serie B dopo il debutto da allenatore e la salvezza conquistata in Serie A con largo anticipo.
Ad Alassio i promotori delle mattonelle aspettano il prossimo anno Zangrillo, Blazquez, Ricciardella, Ottolini e – perché no – anche Josh Wander per fare una mattonella con la bandiera dell’Europa, con i loro cognomi, colorata di rossoblù a quarti.