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Serie A, l’analisi della 36° giornata

Alla trentaseiesima giornata di campionato si è deciso non poco, davanti con la vittoria del Bologna a Napoli e dietro con quella dell’Udinese a Lecce, che potrebbe fare alzare la quota salvezza.

La Dea da “grande bellezza di Gasperini” è sempre vigile su tre fronti. L’Atalanta con 270’ ancora da giocare e non 180’ come le altre che la precedono potrebbe arrivare anche terza in classifica: chi insegue la Champions spera di no perché piazzandosi al quinto posto e vincendo l’Europa League potrebbe aprire la possibilità della sesta posizione per accedere alla Coppa con le grandi orecchie (e avere un club in più in Europa League). Per tale motivo Roma e Lazio ad oggi in Europa League spingono a superarsi e Napoli, Fiorentina (in Finale di Conference League) e Torino sperano nell’Europa.

In fondo sarà bagarre fino all’ultimo minuto di gioco e dopo potrebbe essere la classifica avulsa a decidere chi terrà compagnia alla Salernitana nella discesa in Serie B. Gli scontri diretti nei prossimi 270’ di gioco potrebbero decidere chi scenderà nel purgatorio calcistico e non solo. considerati i tanti testacoda tra gli interessi di Europa e salvezza. Se arriveranno due squadre a pari punti si giocherà uno spareggio con gare di andata e ritorno, invece se saranno tre entrerà in gioco la classifica avulsa definita dagli scontri diretti giocati: la peggiore scenderebbe in B, per le altre due sarebbe spareggio. Atalanta-Fiorentina ormai verrà recuperata il 2 di giugno.

All’Inter dopo aver vinto lo scudetto e festeggiato la seconda stella aspettano con ansia in settimana di arrivare alla tanto attesa firma tra il Presidente Zhang e il gruppo finanziario californiano Pimco che permetterebbe al Presidente cinese di restituire al fondo di private equity americano Oaktree i 380 milioni dovuti facendosi fare altro prestito di 430 milioni da restituire in tre anni e nel frattempo trovare un altro acquirente per il Biscione o aprire all’ingresso di nuovi azionisti

Il tutto mentre imperversa la lite tra tutte le componenti del sport e il Ministero dello Sport Abodi, che voleva silurare la Covisoc e mettere in campo una authority extra sport per controllare i conti, in particolare quelli del calcio. Abodi ha fatto qualche marcia indietro, ma difficilmente lascerà cadere la sua idea, anche se è spaventato dalle richieste della FIGC, in particolare dal decreto di imposta per le squadre e dalla reintroduzioni del Decreto Crescita che dava vantaggi fiscali per il tesseramento di calciatori non residenti in Italia. Per invogliare il calcio e la pallacanestro ad accettare l’Authority, il Ministro concederebbe l’ingresso di rappresentanti del calcio e pallacanestro. In questi 5 giorni di discussione tanti passi indietro da parte dei partiti e tutto sarà discusso nuovamente dopo le elezioni europee: dare soldi al calcio non è mai stata una prerogativa di tutto il Parlamento italiano, figurarsi in campagna elettorale.

La decisione governativa ha compattato FIGC e Lega Serie A, ma solamente per combattere esclusivamente questa battaglia. La Lega Serie A continuerà a fare la sua guerra per avvicinare il massimo campionato al modello Premier, cioè l’indipendenza dalla FIGC. Ma veniamo alle gare.

Frosinone-Inter 0 a 5. Finite le scorie dei festeggiamenti della seconda stella e scudetto l’Inter ha affossato il Frosinone. I ciociari non l’hanno gradito dopo la prestazione e i punti regalati al Sassuolo. Il Frosinone si è abbattuto sulle parate di Sommer e sulla traversa colpita, dopo si è arenato prendendosi nuovamente lo scettro dalla difesa più battuta, colpevole per propri errori. Inzaghi non ha cambiato formazione rispetto a quella che aveva giocato in Emilia nel precedente turno.

Napoli-Bologna 0 a 2. Thiago Motta e i felsinei hanno confermato al Maradona la loro annata da Paradiso Champions, manca solo la matematica, quella da inferno del Napoli contestatissimo dal pubblico che cercava almeno l’Europa dalla porta di servizio. Sono bastati 12’ minuti al Bologna e due reti, dopo Bologna in controllo della gara.

Milan-Cagliari 5 a 1. La manita del Diavolo dopo sei gare senza vincere, risultato che vale la qualificazione alla Supercoppa Italiana, non ha fermato la contestazione come era avvenuta contro il Genoa. L’errore di Ranieri è stato partire per contenere e giocarsi il pareggio contro un Milan senza le stelle Leao e Theo, oltre Tomori e Calabria, tutti in panchina. Dopo il gol incassato i sardi hanno provato ad impensierire il Milan sbagliando le ripartenze: allungandosi, sono stati infilzati in contropiede.

Lazio-Empoli 2 a 0. Fa male la sconfitta di Nicola e dei suoi ragazzi sempre con una buona prestazione, ma con le polveri bagnate in zona gol. Alla penultima di campionato si giocheranno tutto con l’Udinese. Alla fine ha vinto il cinismo della Lazio: quarta vittoria nelle ultime cinque gare. Tudor conquista matematicamente la zona Europa. L’Empoli ha le carte in regola per provare a salvarsi, ma dovrà fare anche gol.

Verona-Torino 1 a 2. Per il Torino succede tutto nel finale di gara dopo che il Verona aveva fatto la partita sognando la salvezza aritmetica. In sei minuti il Toro ha ribaltato il risultato grazie a Pellegri che aveva sostituito Zapata: per lui assist e gol. Verona in un calo fisico e mentale che preoccupa con i 180’ da giocare in chiave salvezza. Chiaro Juric a fine gara: “Non meritavano di perdere i veneti, abbiamo rubato: è la prima volta che succede nel campionato“. Juric spera ancora nell’Europa: difficile per un Torino senza idee.

Juventus-Salernitana 1 a 1. Signora imbarazzante, va in Champions grazie alla Dea che batte la Roma e perché ci sono cinque posti a disposizione. Un punto contro la Salernitana che non aveva vinto una gara nel 2024, graziata dall’arbitro Santoro che non ha concesso un rigore colossale ai campani coadiuvato da una VAR accecato pur essendo top con Mazzoleni e Nasca. Pareggio all’ultimo minuto come era successo in precedenza con il Frosinone e su calcio d’angolo. Mercoledì sera la Finale di Coppa Italia contro la Dea, lunedì prossimo la resa dei conti per il terzo posto contro il Bologna.

Atalanta-Roma 2 a 1. La Dea è una schiaccia avversari in un momento di forma eccezionale al termine della stagione ed essendo la squadra più impegnata in tre competizioni. Mercoledì Gasp vuole la Coppa Italia contro la Juventus e dopo vuole acchiapparla in classifica nelle due gare di campionato al terzo posto. KO anche per la Roma che alla fine farà il tifo per la Dea contro il Bayer Leverkusen per un posto in più in Champions nel prossimo anno. Che partita per la Dea, mentre la Lupa palleggia imbastisce gioco e gol quasi in contropiede, rubando palloni sul centrocampo e soffocando gli avversari nelle marcature ad uomo a tutto campo.

Lecce-Udinese 0 a 2. I friulani vincono nel Salento contro una squadra già con la pancia piena di salvezza. È la prima vittoria di Cannavaro e vale doppio. Paradossalmente l’Udinese delle cinque gare vinte ne ha vinta una sola fra le mura amiche. Nel prossimo turno dovrà vedersela in Friuli con l’Empoli che non farà una visita di cortesia. Cosa farà Cannavaro: la giocherà come se giocasse in trasferta o attaccherà? Senza un risultato più che positivo ritornerebbe nella mischia salvezza.

Fiorentina-Monza 2 a 1. La Viola ribalta il Monza di Palladino, osservato speciale per cambio di panchina con Italiano. La Fiorentina con i tre punti e i gol mancati in altre gare ha superato in classifica il Napoli. La qualificazione europea per i toscani potrebbe passare ancora tramite il campionato perché non sarà facile vincere la Conference ad Atene contro l’Olympiacos, non nel suo stadio ma a pochi km di distanza tra le mura degli acerrimi nemici del Panathinaikos. Un vantaggio da sfruttare per Italiano e compagnia.

Genoa-Sassuolo 2 a 1. Il Grifone alla seconda vittoria in tre partite inguaia Ballardini e il Sassuolo che non potranno sbagliare la “matta” nel prossimo turno di campionato in casa contro il Cagliari. Nel pezzo di ieri, scritto dopo la gara, non è stato possibile esaminare due episodi a favore del Grifone, per mancanza di replay e delle immagini del VAR con i quali sono stati giudicati nulli. Il gol annullato a Thorsby al 4’ di gioco per fallo di mano di Retegui con il pallone picchiato tra spalla e braccio senza che l’arto si muovesse. Il secondo episodio il rigore su Albert a fine primo tempo, non una spinta esagerata ma uno sbilanciamento per una “pizzicata” di Obiang sulla maglia che gli ha fatto perdere l‘equilibrio nel dribbling davanti al portiere Consigli.

Metri di giudizio diverso come il rigore assegnato agli emiliani, causato da una perdita di una scarpa di Laurientè. La delusione non è tanto per i rigori non concessi, ma perché Mariani arbitro internazionale nella top cinque dei direttori di gara del campionato  aveva deciso autonomamente, può darsi bene. Dopo richiamato da Marini e Abisso al VAR,  orbi e muti in occasione del fallo su Albert.

Genoa al lavoro per scendere sotto il Cupolone e continuare ad alzare l’asticella in classifica. Chissà se Gilardino potrà recuperare qualche stella, senza togliere nulla a chi ha giocato in loro assenza che ha sopperito alla qualità non solo con la quantità e il cuore. Per la Lupa, ricordandosi della gara di andata, sarà difficile mordere il Vecchio Balordo.

Il Genoa quando gioca contro squadre che non producono gioco ha difficoltà a cavare i risultati. Ballardini questo lo aveva capito. Quando invece deve giocare con squadre come la Roma che devono fare gioco e cercare di restare tra il quinto e sesto posto in classifica si esaltano. Non ci si dimentichi che l’Olimpico sarà importante come si è visto nelle gare di Champions disputate. Tutto questo crea ottimismo per la trasferta romana contro la squadra di De Rossi stanca e acciaccata, che fa fatica anche a difendersi non mantenendo l’equilibrio tra i reparti.

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