Sulle alture del Righi, in un punto dal quale è ben visibile lo stadio Ferraris, vi è una casa che, nel pieno rispetto del “Comunque e Ovunque” che ha dato un titolo all’ultimo film sul Genoa, custodisce un vero e proprio patrimonio rossoblù.
Gran parte di questo patrimonio è oggi custodito dal Museo del Genoa di Palazzina San Giobatta, al Porto Antico, ma una parte è ancora lì. Lì nella casa di Luciano Elmi, che per trentacinque lunghissimi anni ha lavorato come magazziniere per il club più Antico d’Italia (e che molti cimeli li ha donati proprio alla Fondazione Genoa e al Museo del Genoa, che tra l’altro ha nei suoi saloni anche una sua foto sul terreno di gioco del Ferraris).
Assieme a lui ci siamo addentrati nel racconto di alcuni aneddoti che lo legano al Genoa, da Mendoza a Miura passando per gli scarpini con i quali Branco segnò nel derby contro la Sampdoria. Lo abbiamo intervistato immergendoci, nel vero senso della parola, in un museo a cielo aperto sulla storia del Grifone. Quella recente e quella meno recente.
