Azzurri, buona la prima grazie al carattere e alla consapevolezza dell’avversario che avevano di fronte che non ha approfittato del paperone targato Dimarco, che ha servito l’assist-gol con una rimessa laterale regalata ai 50.000 albanesi presenti dopo soli 28’’ di gioco.

L’Albania si è chiusa dopo il gol del vantaggio, in dieci davanti alla propria area, anche quando è stata doppiata da Bastoni e Barella, permettendo all’Italia di riprendersi in 16’ di gioco e per tutto il primo tempo dimostrandosi bella.

Italia consapevole della differenza tecnica con un palleggio troppo prolungato senza profondità alla ricerca del buco, anche se quando è arrivato sono state almeno tre le reti sprecate. Tanto possesso possesso pallone e numero di passaggi riusciti da un torello nella metà campo avversaria. Il tutto facendo soffrire nell’ultimo minuto di gara con la baracca azzurra salvata da Donnarumma: un gol incassato al 28’’ secondo di gioco e altro al 91’, unici due tiri albanesi: il risultato finale sarebbe entrato di diritto nella storia dei campionati europei di calcio.

Nel secondo tempo la musica è cambiata, i rossi dell’Adriatico hanno alzato il baricentro e non hanno più utilizzato il verrou, il chiavistello delle case di campagna, con tanti uomini a chiudere la porta, ma hanno tentato di aprirlo con i cambi, non permettendo più agli Azzurri con Barella, immenso  nel primo tempo nelle due fasi di gioco, Calafiori un debutto da protagonista, e Pellegrini in apnea di continuare a fare quanto fatto nella prima frazione di gioco.

Nulla di trascendentale da parte degli albanesi, nessuna parata di Donnarumma fino all’ultimo istante, ma grande difficoltà nel battere a rete per gli Azzurri.

Nel fare il centravanti in Nazionale è diventato difficile fare gol: gli attaccanti giocano meglio di sponda che non come finalizzatori, un’occasione a partita è troppo poco per chiudere le gare. Spalletti dovrà lavorare per le prossime due gare con Spagna e Croazia sulle fragilità viste contro l’Albania.

La vera qualità di Spalletti essere un normalizzatore, alla ricerca dell’equilibrio, e nelle prossime gare dovrà cercare meno fantasia e dovrà pretendere di più dai difensori a tre o a quattro e dai due centrocampisti nel recupero del pallone rispetto nella gara dell’esordio. Il ct in questo europeo chiederà chi ha il pallone di giocarlo in avanti e sempre ad un giocatore in movimento.

Tutto ciò si evince dalle sue dichiarazioni a fine gara: “Si sono viste tante cose buone, che devono però portare da qualche parte. Fini a sé stesse non servono a niente. C’era la possibilità di andare a far male più volte, non siamo andati a prendere la direzione del finire l’azione il prima possibile. Spesso siamo tornati indietro, invece bisogna vedere se ci siamo ritagliati uno spazio per finire l’azione“.

Senza illudere nessuno, non sarà facile per Spalletti ripetere la vittoria nell’ultimo Europeo di Mancini. Non si può paragonare la nazionale attuale con quella di Mancini considerato il poco lavoro svolto dall’ex allenatore del Napoli.

A un anno dal suo arrivo, Spalletti ha trovato difficoltà a smantellare un’altra nazionale dopo la caduta in verticale verso il basso avvenuta da Campioni in carica europei nella mancata qualificazione al Mondiale in Qatar.

Da migliorare  rebus  tattici, fluidità, schemi da cambiare in corso di gara  che durante le gare amichevoli prima dell’Europeo in alcuni momenti sono apparsi delle risorse, in altre  confusionarie. In Germania le certezze dovrebbero essere Barella, Donnarumma, Chiesa, Jorginho e Calafiori, il resto della rosa lascia curiosità sul proprio apporto. Il girone dopo aver vinto con l’Albania sorretta da 50mila tifosi non sarà facile con la Spagna e la Croazia.

La Spagna l’età, complice l’età della squadra a disposizione di De La Fuente, può sbattere come accade fallendo con Luis Enrique? Rodri, Pedri, Yamal, Feran Torres, Dani Olmo, Joselu, Oyarzabal hanno fatto vedere nei loro club talento, tutti insieme in nazionale contro la Croazia sono tornate Furie Rosse grazie al palleggio croato senza risultati. La partita della Croazia contro la Spagna non avrà illuso Spalletti, che si ricorderà dell’esperienza e della tradizione dei croati con finale e semifinale negli ultimi due mondiali.

L’Albania ha esaltato le qualità degli Azzurri, perché tecnicamente più debole. Già giovedì sera con la Spagna si capirà qualcosa di più.

Un esame che conterà per l’Italia, per quattro giorni bisogna godere di aver iniziato con il piede giusto per alimentare autostima ed entusiasmo visto che c’è un titolo da difendere.