Emozione unica perché c’è dietro il lavoro di tutta la squadra“. Lo descrive così Jeff Ekhator, ad inizio intervista, lo scudetto vinto col Genoa Under 18 in una stagione dove la sua crescita è stata evidente, merito non solo di mister Ruotolo e del suo staff in Primavera, ma anche del lavoro in Primavera con Agostini e tutto lo staff.

Quest’anno non vi siete mai accontentati, e mister Ruotolo e mister Agostini in questo senso sono stati due tecnici molto importanti. Lo hanno dimostrato le Final Four, dove avete battuto la prima in classifica, l’Inter; la seconda, la Roma; e, nello spareggio, la Lazio quinta

“Nessuno si aspettava che saremmo arrivati fino in fondo, da sesti in classifica. Noi, invece, fin dall’inizio ce lo aspettavamo perché siamo una squadra forte e unita”. 

Quelle tre sconfitte ad inizio anno sono state quasi la chiave che vi ha fatto capire che foste forti, ma lo avreste dovuto dimostrare…

“Le prime tre partite abbiamo capito di essere un bel gruppo, ma che dovevamo ancora imparare a giocare insieme. Dalla quarta in avanti è andata tutto bene e così è finita, vincendo lo scudetto”. 

Credo che mister Ruotolo, ma anche mister Agostini, sulla tua crescita ti abbiano aiutato tantissimo 

“Mi hanno aiutato sia tecnicamente sia mentalmente perché rispetto all’anno scorso ho una mente diversa. Soprattutto in Primavera, mister Agostini mi ha aiutato molto e se ne vedono i risultati”. 

In cosa ti senti di poter ancora migliorare?

“Intanto nel colpo di testa, perché se Lollo (Venturino, ndr) arriva sempre sul fondo e mette una palla in mezzo, sui colpi di testa devo migliorare. Poi tecnicamente: voglio migliorare ancora. Sono bravino, ma non ancora sufficiente. Voglio migliorare ancora”. 

Hai una dedica per questa vittoria?

“Questo scudetto è per la mia famiglia, che è stata con me nei momenti brutti e nei momenti belli. Hanno sempre creduto in me”. 


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