A margine dell’evento che si è tenuto ieri a Palazzo Tursi, Nicolò Sancinito, laterale del Genoa Under 18, ha raccontato ai nostri microfoni la vittoria dello Scudetto: “L’emozione è stata tanta e soprattutto è stato il coronamento di un percorso iniziato sei anni fa quando mi hanno preso dal Ceriale. Arrivare a vincere lo Scudetto dopo un anno molto difficile, i playoff, la semifinale con i primi in classifica e la finale con la Roma che sono due anni che vinceva lo Scudetto. Sembravo un bambino al parco giochi, non sapevo come esultare“.

Sono sei anni che sei al Genoa e come te tanti altri: è una vittoria del gruppo…

È stupendo, c’è un nucleo che c’è almeno da sei o sette anni, alcuni da dieci come Fazio, Ghinassi, Andrés o i convittori che sono qui da anni. Il gruppo è stupendo, poi con uno staff del genere non potevamo che raggiungere questo traguardo. Cosa ci ha dato la forza in più dopo un inizio difficile? Secondo me la forza del gruppo, poi abbiamo qualche individualità con cinque o sei ragazzi che secondo me sono di un altro livello rispetto al nostro. Infatti poi la gente è salita in Primavera facendo più di metà anno lì, penso ad Ekhator, Venturino o gente che ci andrà. Le prime tre sconfitte ci hanno aiutato perché pensavamo di essere forti ma abbiamo capito che per vincere serviva dell’altro, non bastava essere forti ma dovevamo fare qualcosa di più”.

Una dedica speciale per questo Scudetto?

A Matteo Lardo che è un anno che mi porta avanti e indietro da Albenga, abita a cinquecento metri da me. A lui e a Mazzieri che mi hanno dato una mano. Io e i miei genitori dobbiamo ringraziarli perché mi hanno dato una mano. L’altra dedica speciale voglio farla a Gervasi che è stato allenatore del Genoa e mi ha allenato quando ero bambino a Ceriale insieme a Maurizio Bigi dell’attività di base“.


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