Domami alle 18 all’ora dell’aperitivo, a Berlino, Spalletti e i calciatori si giocano la prima partita da “dentro o fuori” di questo Europeo 2024. Gli Azzurri in campo dovranno puntare tutto e solo su se stessi, sperando che basti.
Spalletti dopo la vittoria in extremis contro la Croazia ha fatto rivedere il Bearzot del 1982 al veleno contro la stampa o gli opinionisti come Capello e Condò che avevano bollato la squadra e il gioco come eccessivamente prudenti. La speranza che il risultato finale sia lo stesso e il patto tra Spalletti e i giocatori continui, anche se il “filosofo” di Certaldo smentisce.
Domani contro gli elvetici dovrà inventarsi qualcosa di diverso, non potrà insistere sui fedelissimi che non hanno ripagato la sua fiducia. In particolare sulle corsie laterali non potrà rinunciare a giocatori tipo Chiesa, che dovrà metterci qualcosa di quello che sa fare in più, e Zaccagni, unici a saltare l’avversario con il dribbling creando superiorità numerica.
In difesa una perdita importante Calafiori per due gialli rimediati nelle qualificazioni. Lì Spalletti dovrà essere bravo a trovare la soluzione giusta facendo ricorso alla sua esperienza, cercando di non ricorrere sempre a Donnarumma, il migliore nelle tre gare giocate.
La Svizzera non sarà un cioccolatino al latte, ma fondente, e Spalletti rom saprà se avrà visionato la partita dei crociati contro la Germania a domicilio. Inutile nascondersi dietro un palo: siamo agli ottavi giocando male. Serve una scossa con gli elvetici e una prestazione convincente vista solamente nel primo tempo contro l’Albania per demeriti loro.
Tocca a Jorginho: Spalletti dalla panchina urla sempre di dargli il pallone, ma se fa solo passaggi orizzontali è meglio tenerlo in panchina.
La Svizzera può dare fastidio agli Azzurri. Gli elvetici sono cresciuti sul piano tecnico, forti, sicuri di loro stessi, solidi e con una identità di gioco specialmente nel cuore del gioco. Fanno gioco propositivo e due linee strette e attente tra difesa e centrocampo. In attacco fa la differenza Embolo, decisivi i “bolognesi” Freuler come metronomo ed Aebischer come Thiago Motta lo ha plasmato, da esterno pronto ad addentrarsi per fare il terzo mediano. Anche all’Europeo, Ndoye è la vera sorpresa come nel campionato italiano finito a maggio.
Un problema per gli svizzeri è la squalifica di Widmer, esterno destro. Okafor in panchina. Gli altri calciatori sono forse poco conosciuti, ma ricchi di esperienza maturata in Bundesliga.
Nel girone eliminatorio hanno battuto l’Ungheria e pareggiato con Scozia e Germania. Giocano con il 3-4-2-1, utilizzando molto le corsie laterali, con strategia corta, baricentro medio, buona percentuale di palloni utili giocati. Il tutto con una precisa identità tattica: preparare le gare sui difetti degli avversari. Contro la Germania hanno giocato con marcature ad uomo su tutti gli avversari. Gli svizzeri, per fare il colpo. sperano pche l’Italia giochi con il braccino corto.