Correva il 22 luglio 2023. Il Genoa perdeva 4 a 1 la terza amichevole a Moena contro il Venezia, militante in Serie B e con delle crepe inaspettate dopo aver visto gli allenamenti tecnici e fisici.
Gli alibi furono tanti: preparazione pesante, rosa ristretta, infortuni, ma la causa maggiore poteva essere lo “scazzo” del calciomercato con tanti che avevano le valigie in mano da un momento all’altro.
20 luglio 2024. Abbiamo visto un altro Genoa non perché ha vinto con un squadra della stessa categoria, ma per come ha portato in porto la vittoria in particolare nel primo tempo, con tanti tenori assenti, ma i baritoni messi in campo da Gilardino non hanno stonato.
Gilardino in questi due anni alla guida del Genoa è stato bravo nel cercare il primo obiettivo: trovare il modo di coordinare armonicamente le abilità e gli sforzi di ogni singolo calciatore al fine di fare risultato. Chi è di buone orecchie, oltre aver visto, ha anche sentito i consigli del tecnico.
Gli allenamenti, oltre curare la parte fisica, comprendevano l’applicazione dei principi che regolano o dovrebbero regolare in campo il comportamento delle azioni in fase di possesso e non, applicando determinanti procedimenti tecnici e schemi di gioco.
Tutti i giochi di squadra hanno come principale obiettivo quello di coordinare armonicamente le abilità e gli sforzi di ogni singolo calciatore al fine di raggiungere il risultato.
Quello che si è visto contro i lagunari. Un gioco di squadra che comprendeva l’applicazione dei principi di gioco di due anni di lavoro di Gilardino e il suo staff, che ha regolato il comportamento in campo dei giocatori che hanno messo in pratica determinati provvedimenti tecnici e schemi di gioco, con capacità tecniche, corsa, collaborazione e organizzazione.
Sono emersi i soliti piedi buoni di Albert, Messias, ma soprattutto la mezzala a tutto campo Thorsby e il chiavistello Bohinen davanti alla difesa, sempre brava nella impostazione tattica. Vertice basso del centrocampo preciso nel dettare il tempo di gioco.
Tutto ha permesso al nuovo Genoa senza Badelj, Ruslan, Vitinha, Vasquez e Retegui di giocare un 3-5-2 europeo con tanti uomini sopra la linea del pallone. Il gioco di Gilardino difficilmente passerà per il lancio lungo. Prevede il possesso pallone, un calcio stretto e ragionato tatticamente con dei triangoli dentro una piramide finale dove con il pressing tutti possono arrivare al tiro.
Il Vecchio Balordo con l’approvazione del Violinista ha gestito spazio e tempo, con i calciatori che si spostavano all’interno in base a quello che serve a farlo, e sulla carta il lavoro è stato fatto dalle due mezzali Thorsby, eclettico di peso e di gamba, e Messias, ricco di fantasia e padrone di molteplici tecniche.
La seconda parte di gara ha messo in campo la migliore gioventù nata nella Cantera in giro per i campi a Ponente e a Levante della Lanterna, guidata da Frendrup. Giovani che hanno poco da invidiare sul piano fisico a giocatori già pronti. Cresceranno se seguiranno Gilardino, lo staff e i consigli dei navigatori di lungo corso nel calcio. Attenzione: non serve fare voli pindarici, sempre piedi per terra come chiede Gilardino.
Non è una straordinaria, incredibile metamorfosi rossoblù a quarti. Tutto premia la competenza la bravura e di Gilardino e dei suoi collaboratori, l’orgoglio e la qualità dei giocatori.
Calciomercato Genoa: si cerca un portiere con caratteristiche particolari ma non dispiace Leali. Lascia perplessi andare a caccia solo di prestiti. Sorge un dubbio: come si potrà fare l’autofinanziamento se non si investono pochi milioni di euro da trasformare in plusvalenze corpose nel prossimo futuro?
Uno di questi potrebbe essere il portiere Roman, visto giocare almeno due volte su DAZN nella Serie B spagnola dopo l’interessamento del Genoa: non male con i piedi, lucido dentro i 16 metri anche sotto pressione cercando di giocare il pallone, reattivo nei 7 metri di porta.
Saranno queste le caratteristiche che cercano Gilardino e Ottolini?