Continua la preparazione del Grifone in Val di Fassa con il lavoro di Gilardino in vigore ormai da due campionati. La squadra rossoblù si è ritrovata questa mattina, dove ha svolto dei lavori incentrati sulla pressione alta e sulla costruzione dal basso. Cambiando poco la rosa rispetto allo scorso anno si lavora per moltiplicare capacità individuali, forza, soluzioni e autostima. Si è visto in gruppo Mateo Retegui, che ha svolto gran parte della seduta con il resto dei compagni. Nel pomeriggio, invece, l’attenzione si è concentrata sui calci piazzati. Tutti in campo, eccezion fatta per l’attaccante della Nazionale e per Marcandalli e Gudmundsson, che proseguono nei rispettivi iter di recupero personalizzati.

Il lavoro si concentra affinché tutti i calciatori si muovano in modo collettivo, sinergico, compatto e organico per esaltare la fisicità, la personalità e – chi la possiede – la fantasia. Il tutto supportato dalla tecnica per ridurre la fatica di correre a vuoto per uno stop o passaggio sbagliato, dividendola in parti uguali.

L’organizzazione del gioco è quella di difendere correndo in avanti e non rinculando per 50/60 metri. Questo consentirà di non sprecare energie e di disorientare gli avversari impedendo loro le ripartenze, grazie a chiusure preventive e marcature a scalare che bloccano tutto sul nascere.

Interessante sarà l’amichevole di domani con il Mantova fresco di una cavalcata dalla C alla B, che potrebbe proporsi come la squadra rivelazione della prossima cadetteria se confermerà il suo gioco spettacolare visto in Lega Pro. Un calcio offensivo e divertente proposto da mister Possanzini, dopo aver fatto da spalla a De Zerbi a Foggia, Palermo e Sassuolo. Un 4-3-3 pronto ad occupare in maniera fluida, senza dimenticarsi del gioco di posizione per occupare in simultanea l’ampiezza e dei corridoi nel mezzo del gioco. A Possanzini piace partire dal basso, ma non disdegna di essere diretto in verticale.


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