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Alti e bassi

Ieri sera al Ferraris è andata in scena la prima gara ufficiale della stagione calcistica 2024/2025 coi trentaduesimi di finale della Coppa Italia contro la Reggiana.

Si è parlato molto di più delle vicende che in questo momento stanno avvolgendo il Genoa, la vendita di Retegui lampo in poche ore, il futuro di Albert e di qualche altra stella della rosa a disposizione di Gilardino, ma soprattutto delle vicende societarie. E poiché la verità si rappresenta sempre nuda con il Vecchio Balordo di mezzo, ciascuno la può vestire come gli pare.

Si dice “in vino veritas“, ma si dice anche che la verità è in fondo a un pozzo, un pozzo pieno di vino che sta ubriacando il popolo rossoblù, in città, sotto gli ombrelloni e in montagna.

L’intervista di Blazquez prima della partita per qualche genoano è una menzogna che resiste. Non è vero. Quando afferma che la proprietà è ancora dei 777, è vero. Altrimenti sarebbe dovuta avvenire una comunicazione alla FIGC, prima di tutto. Il CEO ha ammesso (o se vogliamo ribadito, perché era già stato dichiarato settimane prima in due differenti occasioni) che A-Cap, la potente compagnia assicurativa americana con sede nello Utah dal 1925 e con una raccolta premi per 2,9 miliardi, si occupa del Grifone in qualità di “lender“, ossia di finanziatrice.

Dall’inizio dell’estate A-Cap, che finanziava e adesso è creditrice dei 777 dopo le vicende giudiziarie in corso a New York per la holding padrona del Genoa, non si avverrebbe più di loro come veicolo di investimento, ma opererebbe in modo più diretto sul Genoa e le altre squadre dei 777 Football Group senza intermediari.

La società americana A-Cap, dopo aver fatto dare le dimissioni a Dransfield da capo del 777 Football Group, lo ha cooptato come consulente in materia sportiva di A-Cap. La società americana avrebbe dato più solidità economica alla società rossoblù a quarti e non ha comportato alcun terremoto a livello societario, il Genoa infatti ha mantenuto lo stesso management.

Durante questo calciomercato, in sede a Pegli, i dirigenti possono dare un contributo di nomi da ingaggiare e vendere, ma l’ultima parola arriva dall’estero. Allo stato attuale è indubbiamente cambiato qualcosa: ogni operazione deve passare da Dransfield in primis e da Spors successivamente per la parte tecnica, non direttamente tramite A-Cap ma tramite Banca Moelis, con sede a Chicago, che ha avuto l’incarico dalla stessa A-Cap di esaminare lo stato patrimoniale dei club calcistici che attualmente finanzia tramite i 777. Tutto confermato dalla vendita lampo di Retegui.

Per quanto riguarda la dirigenza a Villa Rostan, bisogna però mettere in evidenza il gran lavoro che sta facendo, anche tramite il marketing, per acquisire finanziatori. Nel frattempo, chi ha le idee chiare e lucide come sempre sul futuro del Genoa del calciomercato è Gilardino.

Già dopo la gara giocata a Brescia aveva fatto richieste di rinforzi. Nella conferenza stampa prima della gara di Coppa Italia è stato ancora  più esplicito: entro sette giorni (ormai quasi cinque) vorrebbe sapere la rosa da dover allenare e la posizione di qualche altro calciatore, se sarà in uscita. Alla fine del calciomercato estivo vuole sapere quale sarà l’obiettivo per il quale dovrà combattere con i 28.000 e rotti abbonati che amano e impazziscono per il Vecchio Balordo.

Gilardino durante la conferenza stampa ha chiesto “calma e gesso” ai Genoani e alla sua gente fino al 30 agosto, dopo si trarranno le conclusioni. Calma e pazienza per il tecnico fiducioso del lavoro della direzione sportiva, che non è solo il Direttore sportivo ma tutti quelli che fino ad una decina di giorni fa si sono sbattuti per il calciomercato del Genoa.

A proposito di calciomercato, senza nessuna polemica. Al Genoa è arrivato Gollini – e già più volte l’abbiamo scritto: “W Gollini” -, nel frattempo De Gea è passato alla Fiorentina. A Firenze parlano delle stesse condizioni con cui l’aveva trattato il Genoa. Noi, tra l’altro, avevamo scritto che presto lo si sarebbe potuto vedere in Serie A dopo che l’operazione ra sfumata. Ed eccolo qui, in Serie A.

Fronte mercato e vicende societarie Buoncalciatutti continuerà in silenzio e senza mettere i manifesti, come ha fatto fino ad oggi, nel capire l’evolversi della situazione genoana.

Nei giorni scorsi, non ricevendo risposte, le ha anche cercate tentando di interpellare A Cap e Banca Moelis. Continueremo il lavoro di cronisti e giornalisti, pur sapendo che la verità di solito è brutta e perciò non ha una folla di adoratori. Continueremo a vigilare come tutti i Genoani, perché in questo momento è difficile sapere il giorno e l’ora del Vecchio caro amato Balordo.

Sul campo ieri sera Genoa-Reggiana. La prima impressione, pur essendo il 9 agosto, che il Genoa abbia battuto altro record: quasi trentamila spettatori presenti, 2100 biglietti venduti di cui 345 per i tifosi emiliani per una partita dei trentaduesimi di Coppa Italia.

Partita che ha avuto degli alti, ma anche dei bassi. Gli alti sono i tiri, le azioni da gol (se ne contano più di 20) e i cross che sono arrivati dalle corsie laterali, in particolare da Martin, altro calciatore rispetto alla scorsa stagione dopo la cura dello staff di Gilardino.

Messias ha illuminato la serata per 90’ di gioco non solo per il gol. Leali ha salvato il risultato all’ultimo minuto. Un plauso a tutti gli altri giocatori: muoversi  alle ore 20.45 con 29° di temperatura e quasi 80% di umidità, patita da tutti sugli spalti, è un buon segnale sulla preparazione fatta in montagna e sul prato del Ferraris con Caronte sulla testa.

Soddisfacente il debutto di Ekhator: due solo azioni da centravanti per mostrare il suo biglietto da visita calcistico. Non in basso, da limare e migliorare la fase difensiva e gli accorgimenti tattici difensivi, richiamati speso da Gilardino durante la gara: schermo difensivo con protezione offensiva, diagonale difensiva, difesa più scorrevole, pressing difensivo di parte dei centrocampisti. Positivo l’allargamento in fase offensiva nella metà campo avversaria per sfruttare la larghezza del terreno di gioco.

In fase offensiva, senza nulla togliere a Vitinha che è calciatore di qualità, bravo nel calciare  il pallone, guidarlo, arrestarlo in possesso di finte e dribbling, non ha le caratteristiche del centravanti, in particolare quando gioca con le spalle alla porta. Occorre la prima punta richiesta da Gilardino. Una raccomandazione: Leali conti fino a tre prima di cercare il passaggio centrale nella ripartenza dal basso. Due occasioni sprecate dalla Reggiana che in Serie A non sarebbero  state perdonate.

Genoani, ora tutti con il naso all’insù: è la Notte di S. Lorenzo. Si esprima un desiderio affinché una stella cadente illumini il futuro del Genoa, pur consapevoli che non può essere nelle stelle il destino del Grifone, ma in noi stessi e in particolare in quelli che operano a Villa Rostan.

Una chicca arriva dalla Tribuna: 16 sono stati i palloni portati a casa dai tifosi genoani delle Gradinate senza le reti di protezione. Non siamo in Inghilterra e i palloni non vengono restituiti. Uno è arrivato in tribuna, un ragazzino se n’è impossessato ed  è stato inseguito da tre con le pettorine gialle.

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