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Genoa, Gilardino: “Monza scorbutico, fondamentale l’approccio mentale”. E annuncia due recuperi

Intorno alle ore 14.30 il tecnico del Genoa, Alberto Gilardino, è intervenuto in conferenza stampa per anticipare i temi della prossima sfida col Monza. Si parte non con una, ma con due buone notizie dall’infermeria. “Rimarranno fuori Matturro, Ankeye e Norton-Cuffy. Sono rientrati invece Marcandalli ed Ekuban che questa settimana hanno lavorato assieme alla squadra” spiega in apertura mister Gilardino.

Che Monza ti aspetti domani, una squadra che potrà cambiare tanto rispetto a quella vista ad Empoli?

“Sarà una gara ostica contro una squadra scorbutica da affrontare. Basti pensare la scorsa stagione quando ci hanno portato via sei punti, sia all’andata che al ritorno. Ha all’interno della rosa giocatori di esperienza, di qualità, come Pessina, Izzo, Pablo Mari, Caldirola, Gagliardini, Caprari, Maldini, Dani Mota, Djuric. Da parte nostra c’è massimo rispetto per chi andiamo ad affrontare, ma anche grande consapevolezza di andare a fare una grande partita. Fondamentale è l’approccio alla partita che dovremo avere, fin dal primo minuto. Un approccio perfetto all’interno della gara sui duelli, sulle seconde palle, a livello tattico e per come ci dobbiamo difendere e per come vogliamo fare loro male. Questo farà la differenza in questa partita”. 

Pinamonti è convocabile è può giocare? Questo ti permetterà di arretrare un po’ Messias nella posizione di mezzala dove lo abbiamo visto anche l’anno scorso?

“Pinamonti si allena per la prima settimana con la squadra, ha grande voglia di dimostrare. Si è allenato molto bene. È normale che non abbia molti minuti nelle gambe perché nell’ultima parte di ritiro non ha fatto amichevoli e non ha giocato in Coppa Italia. Sicuramente potrà partire dall’inizio così come potrà subentrare, ma è un giocatore che ha il desiderio forte di dimostrare, in una piazza così importante come quella di Genova. Per quanto riguarda la disposizione tattica di Messias può giocare davanti come seconda punta, come mezzala o può essere utilizzato da esterno, da quinto. È un giocatore che attraverso le sue qualità e le sue doti fisiche può determinare in ogni momento e zona del campo. Ha entusiasmo, sta bene, come d’altronde tutta la squadra. Quello che gli si chiede è di determinare all’interno della gara anche domani”. 

Domani saranno 100 panchine da professionista. È un punto di partenza e anche di arrivo…

“Ma soprattutto è un punto di partenza, non di arrivo. Raggiungere questo numero di presenze mi rende orgoglioso e felice, anche perché sono molto giovane. Penso al presente e indietro non guardo più. Anche grazie a motivazioni personali, di squadra, di gruppo penso di poter migliorare, quotidianamente e ogni settimana, per cercare di dare un supporto a squadra e ragazzi”. 

A livello di profilo, un giocatore come Miretti può essere quello che lega centrocampo e attacco?

“Come ho già ripetuto più volte, andando via Strootman la scorsa stagione abbiamo sicuramente necessità di prendere un giocatore in quel reparto. Per quanto riguarda le idee, ci sono, ma al momento non ci sono novità. Mancano ancora alcuni giorni alla fine del mercato, siamo vigili e là dove si possono apportare migliorie dobbiamo farci trovare pronti e cercare di trovare le soluzioni migliori. Miretti ha fatto vedere il suo talento alla Juventus: ha corsa, qualità tecniche e potrebbe portare situazioni e caratteristiche positive alla squadra. Al momento non vi so dire altro: facciamo valutazioni giorno dopo giorno. L’arrivo di Gudmundsson potrebbe precludere un innesto che leghi centrocampo e attacco? Sono valutazioni che stiamo facendo con la società: difficile trovare un giocatore con caratteristiche simili a Gudmundsson. Nel momento in cui non arriveranno giocatori con quelle caratteristiche, dovremo essere bravi a trovare le migliori condizioni per fare esaltare i giocatori che abbiamo. Sarà determinante”. 

Domani fida particolare perché incontri il tuo compagno di Mondiale, Alessandro Nesta…

“Ci siamo già incontrati l’anno scorso con la Reggiana in Coppa Italia, è bello ritrovare Nesta. Stafacendo vedere ottime cose, è un ragazzo per bene. Sì, mi ricordo l’esperienza assieme al Mondiale, ma soprattutto quella al Milan quando, arrivato molto giovane, lui e tanti altri ragazzi mi diedero una grandissima mano. Mi fa piacere ritrovarlo da avversario. Come ho detto ad inizio conferenza, troviamo una squadra con un’identità ben chiara. La maggior parte dei giocatori già da tre stagioni gioca assieme, come in gran parte anche noi. Secondo me sarà partita molto aperta ed equilibrata” 

Questo mercato è un mercato particolare. Da ex calciatore: ma adesso comandano i calciatori e i capricci oppure sono imboccati da qualcuno che li porta su un’altra strada? Quest’anno c’è poca carne per i procuratori sul mercato italiano…

“Per me è abbastanza una follia che si continui a parlare di calciomercato dopo che è già iniziato il calciomercato. Ogni allenatore continua a parlare sempre delle stesse cose e situazioni, mentre ogni allenatore vorrebbe avere la squadra definita e pronta prima di inizio campionato. I tempi sono cambiati ed è normale che si aspettino gli ultimi giorni per trovare soluzioni migliori, e non è sempre detto che si possano trovare. Chi è più bravo, più sveglio e più vigile riesce ad acquistare giocatori migliori prima”. 

Il trequartista in questo calcio attuale serve secondo lei?

“Dipende da cosa si intende per trequartista. Potrebbero essere anche mezze ali offensive, di inserimento, o giocatori bravi nell’uno contro uno che in fase difensiva ricoprono il ruolo da mezzala e in fase offensiva si alzano per lavorare sulla trequarti. Questi giocatori qui mi piacciono molto. Messias è un giocatore che può ricoprire quel ruolo, andando a difendere da mezzala e poi giocare tra le linee una volta recuperata palla. Questa è una caratteristica che mi piace nei giocatori”. 

Qual è la differenza tra il gioco del Monza di Palladino, che attaccava velocemente cercando di andare subito in porta, e quello di Nesta, che è molto più prudente?

“Ho visto la partita di Empoli e credo questo Monza abbia una forte identità, dovuta anche ai tanti anni in cui i giocatori si sono allenati e hanno giocato assieme. L’anno scorso hanno giocato per un periodo a tre, poi han cambiato a quattro. Ad Empoli hanno riproposto i tre difensori, due centrocampisti e due trequarti, quindi hanno una chiara identità e hanno mantenuto un profilo di gioco col quale vanno ad esaltare le caratteristiche dei propri giocatori. La gara di Empoli ha fatto vedere che ci sono giocatori di palleggio come Pessina e giocatori incontristi come Bondo. Mancava Djuric, ma c’era Petagna che ha tante presenze e sa muoversi. Maldini è un talento, fortissimo in conduzione palla al piede. E hanno poi Vignato, Dani Mota. Hanno tanta scelta, ci sono qualità e forza fisica. Sarà tutta un’altra partita rispetto a quello casalinga con l’Inter. Dovremo essere molto, molto bravi nell’approccio mentale iniziale alla partita. Dovremo stare all’interno della partita con grande spirito mentale”. 

Sbaglio o non giocate più a difesa della porta e cercate la marcatura e l’anticipo?

“Dipende da situazioni e da valutazioni, da quanto vogliamo portare dentro la gara, mantenendo sempre una linea a cinque. L’idea è di voler rimanere forti dentro l’area di rigore coi nostri tre centrali, anche in base alle caratteristiche delle squadre avversarie. Facciamo valutazioni giorni dopo giorno, andiamo a lavorare su determinati concetti e princìpi che possono variare da partita a partita. Ci sono concetti chiari, che vogliamo portare nella prima persone. Sono situazioni che alleniamo e che costantemente cerchiamo di migliorare”. 

Vasquez domani potrebbe essere riproposto dall’inizio?

“Dietro ho scelta. De Winter e Vogliacco stanno bene. Vasquez sta bene. Martin, Sabelli e Zanoli pure. Ci saranno di sicuro ballottaggi dietro, ci saranno valutazioni che farò. Un’idea ce l’ho e nelle ultime ventiquattro ore farò le ultime valutazioni”. 

Su Bohinen: “Stava subentrando contro l’Inter, poi abbiamo subito gol e ho dovuto fare scelte diverse. In un centrocampo a tre può giocare basso, da play, e in un centrocampo a due può giocare come uno dei due centrocampisti. Questi sono i ruoli che può ricoprire”. 

Si chiude col gran rifiuto di Dybala?

“I soldi non sono tutto. Credo che la passione, il momento, l’emozione che un giocatore vive in un posto, quello che sente, sono situazioni personali. Le devi vivere, sentire, avere emozioni forti. Credo che quello che è passato nella testa di Dybala ieri sia stato questo. È stato un bello spot anche per il calcio: per un giocatore come lui aver fatto una scelta del genere è stata una grande cosa”


UFFICIALE – Calciomercato Genoa, ha firmato il classe 2006 Ifenna Dorgu

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