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Genoa, 40 anni fa il primo Gallinaccio sulle maglie. Il ricordo di “Ruspa” Testoni

Il Gallinaccio è tornato dopo quarant’anni sulle maglie del Genoa e ha esordito sabato con fortuna a Monza, come successo nel 1981. Uno dei personaggi che questa Serie A la conquistò e vide per primo il “gallinaccio” rossoblù fu Claudio “Ruspa” Testoni, ex rossoblu dal 1980 al 1987 con 183 presenze con la maglia del Grifone. A lui abbiamo fatto alcune domande.

Perché si cambiò il logo del Grifone con il Gallinaccio negli anni in cui eri qui al Genoa? Come squadra lo capiste?

“Onestamente no, io tra l’altro ero appena arrivato al Genoa. Penso fosse un fatto commerciale, e come vedi dopo quarant’anni sono tornati a riprendere questo simbolo che “divide” a metà i Genoani. I nuovi tifosi, i ragazzi, hanno in mente il Grifone, mentre noi ci identifichiamo anche nel Gallinaccio. Ma come spesso ho detto, ognuno ha la sua storia e l’importante è che questa storia sia Genoa. C’è il Genoa, col Grifone e col gallinaccio. È giusto che si parli del Grifone, del simbolo principale. Anche se sono anche per le fortune di quel momento là, di quando arrivai io. Ne ho un ricordo ultra-piacevole. Sabato ho rivisto il gallinaccio su una maglia che reputo stupenda. Ho persino lanciato una sorta di discussione sui social dicendo “ma quanto è bella questa maglia?“. Mi è rimasto in mente Pinamonti che segna a Monza, con questa maglia col gallinaccio che esulta di fronte ad un tifo incredibile. Non dimentichiamoci che si giocava fuori casa e sembrava di giocare in casa a Monza…”

Il Gallinaccio c’era anche nella partita contro Zico, quando gli venne dato un rigore un metro e mezzo fuori dall’area?

“Ma certo, mi stanno ancora prendendo in giro ancora oggi i miei amici (sorride, ndr) Incontrai un campione che mi fece una finta incredibile. Onore a lui, io posso dire che ero lì, a difendere i colori del Genoa, come fatto anche nelle partite successive. In quel periodo se non arrivavi tredicesimo retrocedevi e c’erano i migliori campioni al mondo che giocavano in Italia. Penso di aver avuto la fortuna di giocare negli anni d’oro del calcio italiano, sia perché vincemmo il Mondiale del 1982 sia perché ogni squadra aveva un fuoriclasse”. 

Il soprannome “Ruspa” te lo ha dato la Nord. Attualmente c’è qualcuno nel campionato italiano che fa il tuo lavoro di fare avanti e indietro continuamente? Forse Sabelli?

“Sì, in alcune cose mi assomiglia. La voglio mettere in scherzo: caso mai mi sentisse Sabelli, si offende (sorride, ndr). Ero un giocatore generoso, sono orgoglioso di quanto ho fatto. Il pubblico genoano me lo ha dimostrato perché, pur non essendo eccelso come tecnica, lo ero per grande volontà e generosità e il pubblico genoano voleva quello. E ancora oggi vedo che i tifosi rossoblù apprezzano i giocatori di generosità. Era facile parlare di Peeters, Onofri, Vandereycken che avevano sicuramente più tecnica di me. Ricordo benissimo quanto mi disse la sorella di mister Simoni. “In casa mia sentivo parlare di Corti, Faccenda e Testoni”, gli onesti lavoratori: suo fratello, infatti, apprezzava la generosità dei giocatori “portatori d’acqua”, per dirla così”. 

Due giorni a fine mercato: arriverà ancora qualcuno al Genoa secondo te?

“Sono qui con un amico genoano e stiamo parlando proprio di Pinamonti. Penso il Genoa abbia fatto un buon colpo. Non perché ha fatto gol sabato, ma perché se ricordate al Genoa arrivò Immobile dalla Primavera della Juventus e fu contestatissimo. Poi arrivò Pinamonti dall’Inter e fu contestatissimo. Erano, però, ragazzi ancora acerbi. Adesso ritroviamo un Pinamonti che ogni anno ha aggiunto qualcosa e anche l’anno scorso è andato in doppia cifra. L’attaccante dai 24 ai 32 anni ha le sue annate migliori. Con Pinamonti penso il Genoa abbia fatto un grande colpo. Mi aspetto casomai un’altra punta che possa dargli un cambio. Guardando intanto le prestazioni e mister Gilardino, bravissimo a ricucire tutte le situazioni possibili e immaginabili, il popolo genoano ha risposto con oltre 28.093 abbonati. Dove si trova una società così che non sia una società che vince lo scudetto? Non si trova. E infatti è una roba incredibile“. 


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