Spalletti ha ricominciato dopo il flop tedesco. Più che sulla tattica ha puntato sull’aspetto psicologico e delle motivazioni mancate a Berlino. Spalletti nell’eremo toscano in tutta l’estate non ha parlato prima della gara con Deschamps, ha detto che difenderà a tre per togliere l’obbligo di difendere a quattro e impostare a tre, per rendere le cose più semplici.

Polemico per le critiche ricevute, ha detto di non sapere quale sia la differenza tra allenatore e selezionatore visto che “i giocatori che seleziono sono quelli che alleno. La difficoltà è il tempo, perciò tolgo questa complicanza e giochiamo con il 3-5-2, al massimo  con  il 3-4-2-1. A livello personale non mi disturba nulla“. Alla fin fine è quello visto al Parco dei Principi.

I numeri contano poco o nulla: importante era non ripetere la partita giocata contro la Svizzera a giugno. Dopo il gol fantascientifico dei francesi con Barcola, addirittura con Donnarumma mentre stringeva i guanti di gioco e la sorpresa del capitano del Napoli, Di Lorenzo, saltato come un principiante c’era già il toto risultato da over per gli scommettitori. Invece no! La che macinavano gioco nel cuore del gioco vista la superiorità numerica che lo spocchioso Deschamps, già in crisi dopo l’Europeo 2024, non è riuscito ad arginare.

Il gol di Dimarco, una perla al volo di esterno su assist di Tonali, ha fatto diventare i Bleus neri. Azzurri in crescendo fino al riposo con palleggio e combinazioni di gioco. Nel secondo tempo una Italia che ha fatto ribaltare nella tomba Gianni Brera: catenaccio (adesso si chiama chiusura degli spazi) con una difesa a 5/6 e contropiede. Pardon, ripartenza nelle praterie francesi con cambi campo azzeccati e tre passaggi davanti a Maignan.

Bravo il selezionatore a rivoluzionare il cuore del gioco con Ricci e Tonali, bravo nell’utilizzare Calafiori alla Thiago Motta versione felsinea, bravo a lanciare altri giovani, bravi Dimarco e Cambiaso sulle corsie laterali, bravo Retegui a giocare a tutto campo sfiorare il gol e fare l’assist gol per Frattesi.

Le certezze all’arrivo di Spalletti sulla panchina azzurra dopo l’Europeo erano sparite per il ct ed è importante averle riconquistate. Gravina lo ha confermato e anche difeso pur non avendo digerito molte cose del maledetto giugno. Per la Nazionale i problemi vanno oltre l’allenatore, il filosofo di Certaldo ha dato una risposta forte.

La Nations League è l’occasione giusta per ripartire in un girone non facile con Francia, Belgio e Israele, e non tanto perché si qualificano le prime due, ma perché arrivando primi nel girone si conquista di essere teste di serie nelle gare di qualificazione per il prossimo Mondiale.

Adesso lunedì sera a Budapest battere Israele che ha perso per 3 a 1 contro il Belgio. La gara sarà giocata a Debrecen, in Ungheria, per motivi di ordine pubblico rifiutata dal governo belga, dimenticandosi di aver illuminato la Torre Eiffel di azzurro.