Assieme a Mario Ponti, che ormai da otto anni ci presenta i prossimi avversari del Genoa, andiamo ad avvicinarci alla sfida di questo pomeriggio contro la Roma.

Il momento attuale?

“Non è un bel momento per la Roma, che ha raggranellato appena due punti in tre partite: un pareggio immeritato a Cagliari, la clamorosa sconfitta interna contro l’Empoli  e un altro più sostanzioso pari contro la Juve. A Torino i giallorossi hanno giocato una buna partita. La Roma e De Rossi a Marassi si giocano a parecchio, ma lo stesso vale per il Genoa, reduce dalla brutta sconfitta interna contro il Verona, in cui i rossoblù non hanno concretizzato le occasioni avute sullo 0-0. Per il Genoa è obbligatorio fare almeno un punto, anche in vista del derby di Coppa Italia, per rasserenare l’ambiente. Il Genoa dovrebbe gestire al meglio i giocatori più tecnici, come Messias e Malinovskyi”.

I punti di forza della Roma

“Il centrocampo. Non so con quale sistema giocheranno, se con a difesa a tre o a quattro, però in mezzo hanno giocatori di tutto rispetto. A centrocampo sciorinano qualità, forza e struttura. Cristante, Pellegrini, Paredes sono ottimi elementi. E mi piace Koné, giovane francese di mezzi enormi, che però va disciplinato perché incorre speso in ammonizioni evitabili. Poi hanno Pisilli, un ragazzo delle giovanili, molto interessante. Sarà la classica partita che si deciderà a centrocampo”.

I punti deboli della Roma

“Per me l’attacco non è eccezionale, nonostante i nomi di peso. I giallorossi in tre giornate hanno segnato un solo gol. Questa rete l’ha realizzata Shomurodov, ex Genoa, contro l’Empoli, un gol inutile. C’è un difetto di base: Dybala, Soulé e Baldanzi hanno caratteristiche simili, amano avere la palla tra i piedi. E poi c’è il centravanti, Dovbyk, che però fin qui non ha colpito. Non mi sembra una rosa assemblata bene, poi magari fatti mi smentiranno. Totti ha detto che De Rossi rischia di diventare il parafulmine di un eventuale fallimento e credo che abbia ragione”.

L’allenatore?

“Daniele De Rossi ha fatto male alla Spal, in Serie B. Si è ripreso subentrando a Mourinho nella scorsa stagione alla Roma, quando ha ottenuto discreti risultati. Quest’annata sarà per lui la prova del nove, ma non so quanto questa rosa risponda alle sue esigenze, mi sembra che ci siano troppi giocatori focalizzati sul pallone. E anche in difesa hanno preso Hermoso e Hummels, svincolati: secondo me, ne bastava uno. A De Rossi piace costruire dal basso, creare e occupare gli spazi, ma per farlo servono giocatori adatti, che dettino il passaggio, e non so se in questa Roma ce ne siano abbastanza. Il problema è stata anche la mancata cessione di Dybala in Arabia. Se fosse andata in porto, forse avrebbero preso un giocatore diverso, più funzionale”.


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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.