Tre partite in sette giorni con Venezia e Samp in apnea in classifica e poi Juventus. Tutte e tre le gare al “Pio Signorini” sono considerate un lancio in vista del futuro per confermare la fiducia acquisita in questo inizio di stagione. Un futuro che vede tutti con i piedi ben piantati a Pegli sul campo e dietro le scrivanie: non sarà da vie en rose, ma tranquillo se l’infermeria si svuotasse.

Tre gare per il Genoa e il suo popolo che andranno affrontate e percorse senza “se” e senza “ma”. Dodici i pullman in partenza, mille biglietti concessi andati a ruba in poche ore. I cinque punti in classifica sono ampiamente meritati per quanto il gruppo sta costruendo con il lavoro da quasi due anni.

Cinque punti che devono servire come trampolino di lancio anche se la stagione  all’orizzonte ha ancora 34 giornate da giocare.  Un campionato che potrebbe essere pazzo, visto che l’Europa conta di più per le squadre partecipanti considerato il budget cospicuo da dividere per i team che andranno avanti. Può succedere qualsiasi cosa e le trappole ci  saranno in ogni giornata di campionato fino a Natale.

Nelle quattro gare giocate sin qui giocate sono stati evidenti cuore, forza, gioco di squadra e identità precise, ma Gilardino e lo staff lavorano per migliorare tutto. A Venezia, oltre a giocare, il Vecchio Balordo impugnerà la baionetta e mettersi l’elmetto contro una squadra ultima in classifica, dimostrando di averlo già fatto.

Dominare contro qualsiasi squadra in casa e in trasferta non è facile: nelle ultime tre interviste lo ha sempre comunicato il Violinista. E proprio grazie al mister e al suo gruppo di lavoro si lavorerà nella gestione della partita per non avere cali di intensità.

La forza di Gilardino è di non essere arrogante, di non pensare mai che tutto sia facile o scontato, ma da guadagnare gara dopo gara. Per riuscirci i suoi uomini dovranno continuare a correre per volare.

I momenti duri arriveranno e sarà proprio la gestione di quel periodo da parte di Gilardino, lo staff, i calciatori, la dirigenza, il popolo rossoblù a dover fare la differenza per raggiungere l’obiettivo, che ad oggi è la salvezza.

La settimana che ha preceduto la gara con il Venezia è stata non da Lotto e Superenalotto considerati i numeri di modulo discussi, non solo tra gli addetti ai lavori. I numeri di modulo non contano nulla: basta aver visto le gare di Champions in questa settimana. La manovra fluente, le funzioni dei calciatori in campo hanno sostituito i ruoli classici. I numeri dei moduli  sono statici e di base per leggere le formazioni, in particolare ad inizio gara.

Tutti i mister cercano di non abbandonarsi alla disputa dei numeri cercando di fare funzionare le nuove terminologie del calcio attuale: braccetti, quinti, sotto punte, mezzi spazi. Ciononostante, nulla è cambiato rispetto al passato: basta rivedere il Parma di Nevio Scala del 1993. Semplicemente attaccando e difendendo in tanti, riempiendo le aree avversarie  in fase di possesso e soprattutto non dimenticare dell’equilibrio nelle due fasi di gioco, va avanti chi difende meglio.

Non sarà una gara diversa da tante altre, Gilardino cercherà di imporre il proprio gioco. Loro cercheranno di attaccare subito per metterti in difficoltà e il Vecchio Balordo dovrà essere preparato e attento dal punto di vista tattico. La formazione domani alle ore 14.

Il  Venezia di Vanoli la scorsa stagione è tornato in Serie A dopo due anni attraverso i playoff, operazione non facile per il mister passato al Torino visto che ha dovuto combattere tutto l’anno con l’ombra di un disimpegno della proprietà americana che ha inciso parecchio sulla squadra .

il Presidente americano e miliardario Niederauer, folgorato dal ritorno in Serie A dopo due anni, ha subito detto: “siamo concentrati sulla costruzione di un futuro solido e sostenibile per il Venezia“. Fino a maggio scorso era alla ricerca disperata di  un socio di maggioranza da far entrare in società.

Dopo aver rinnovato subito il contratto al DS Filippo Antonelli ha cercato uno sponsor che si identificasse  con la città: il prescelto è stato il Cynar, che i veneziani apprezzano da mettere nello spritz.

A sorpresa dopo Vanoli è stato scelto allenatore Eusebio Di Francesco reduce da una retrocessione amara con il Frosinone dopo essere partito nelle prime giornate di campionato come squadra sorpresa, finendo nella parte sinistra della classifica.

La voglia di riscatto del nuovo tecnico è stata subito tanta, sicuro di non aver per le mani il Frosinone baby che lo aveva tradito, ma una squadra con un carico di conoscenza del calcio italiano diverso. Con il Grifo la panchina incomincia a scricchiolare.

D’accordo con la proprietà hanno deciso di voler mantenere intatto il gruppo tornato in Serie A: solamente l’acquisto di Oristanio dal Cagliari e dello svincolato Duncan per sostituire una delle pedine principali della promozione, Tessman. Negli ultimi giorni di calciomercato invece si sono rivolti alla Juventus per Nicolussi Caviglia per la sostituzione dell’americano passato al Lione.

Il cammino del Venezia è iniziato male, in Coppa Italia eliminato subito dal Brescia. Il calendario ad inizio stagione non è stato facile per Di Francesco: in trasferta Lazio e Fiorentina, unico pareggio al “Penzo” con il Torino. L’ultima con il Milan ha portato a tre le sconfitte con un gol fatto e otto subiti.

Di Francesco in queste cinque gare, compresa la Coppa Italia, non è riuscito a sistemare le lacune in casa e fuori casa incassando 11 reti e non trovando l’equilibrio tra le due fasi di gioco. Nell’ultimo 4 a 0 a San Siro in mezz’ora contro un Diavolo all’ultima spiaggia per il tecnico rossonero si è visto il compendio degli errori sia tecnici che tattici dei lagunari, anche se il protagonista principale in negativo è stato il portiere Joronen.

Oltre Oristiano, Duncan, Nicolussi Caviglia, squalificato con il Genoa in laguna sono arrivati Sagrado, terzino destro dalla serie B olandese; Doumbia, centrale dall’Albinoleffe; Raimondo, punta centrale di 20 anni dal Bologna.

Di Francesco tatticamente ha utilizzato il 3-4-2-1, contro il Milan nell’ultima il 5-4-1, cambiato dopo i quattro gol incassati in mezz’ora di gara. Spera di recuperare contro il Genoa in difesa Sverko, Altare e, difficilmente, il lungodegente Bjarkason. Contro il Diavolo nella mischia ha buttato l’ultimo arrivato sul gong del calciomercato, il belga Schingtienne, difensore centrale arrivato sempre dalla Jupiter League belga.

Nicolussi Caviglia squalificato, Busio o Andersen saranno il partner di Duncan a centrocampo. Se arretra Busio, Di Francesco ha provato il trequartista Yeboah (non quello del Genoa) tra le linee. Di Francesco non si dà pace per i pochi gol realizzati pur avendo in rosa Pojhanpalo, Gytkajaer e altri due islandesi classe 2000.

Arbitra Marchetti di Ostia Lido, classe4 1989, 34 gare in Serie A. Esordio nel massimo campionato il 23 gennaio 2021 in Genoa-Verona 2 a 2. Marchetti non è facile ai rigori e ai cartellini, gli piace parlare in campo con i calciatori, la laurea in Giurisprudenza lo aiuta.

Marchetti fa parte della “nouvelle” AIA e Rocchi nell’ultima riunione con gli allenatori ha pregato di avere pazienza con questi giovani.

Due gare dirette in stagione, mai Venezia e Genoa. L’ultima diretta con il Venezia è stata la sconfitta per 2-1 col del febbraio 2024. Con il Grifone quella dell’esordio in Serie A, poi un’altra in Serie B nell’anno successivo.

Primo assistente Carbone di Napoli, secondo assistente Peretti di Verona, quarto uomo Perenzoni di Rovereto. VAR Chiffi di Padova, AVAR Abisso di Palermo.