Il Vecchio Balordo “ubriacato” dal nuovo Sponsor. Invece lo sponsor del Venezia ha avuto l’effetto della vecchia pubblicità: “Bevi Cynar contro il logorio della vita (calcio) moderna”. Aperitivo a base di carciofo le cui spine hanno fatto effetto contro il Genoa.
Un Genoa che visto da fuori è stato né carne né pesce. Non è stata una partita particolare: nel primo tempo la ricerca di non subire le ripartenze avversarie, pronti a giocarsela vista anche la differenza tecnica.
Il Genoa ha provato a pungere e ci è riuscito in almeno tre occasioni con Vitinha che non stava a guardare la linea avversaria, che si alzava per poca attenzione per due volte procurandosi due rigori sacrosanti, annullati dal VAR, giustamente, per fuorigioco.
La terza occasione in una ripartenza 4 contro 3 nella quale Vitinha ha voluto tirare in porta di sinistro, lui che è un destro, con compagni Frendrup e Ekuban davanti al portiere avversario: l’assist in questo calcio conta come un gol.
In tutta la gara l’uomo partita è stato Busio. Nel primo tempo ha sbagliato un gol, nel secondo tempo si è procurato un calcio di rigore, parato ottimamente da Gollini, e ha fatto un gollonzo con un pallone che è balzato nel mezzo dell’area ingannando sia Vasquez che Gollini. La velocità dell’americano ha sempre fatto la differenza.
Il secondo tempo è iniziato subito male con l’infortunio a Malinovskyi, che fino a prima del brutto episodio (lussazione articolare e frattura del perone) era stato lento, ma con il rovescio della medaglia del rigore parato da Gollini.
Gilardino ha creduto che potesse arrivare la svolta facendo entrare Pinamonti, un Grifone a trazione anteriore perché la difesa lagunare tutte le volte che veniva attaccata appariva in gondola, invece è successo quello che nessuno dei genoani presenti al Penzo e davanti ai televisori si aspettava.
Il calcio dei lagunari si caricava, senza fare cose mirabolanti, con i suoi emblematici istinti primordiali, dando parecchio fastidio ai giocatori del Genoa: lo spirito travolgente degli uomini di Di Francesco, di conseguenza, dimostrava la mancanza di carattere dei rossoblù a quarti.
Bisogna dare a Di Francesco quello che tatticamente ha fatto bene. Nel primo ha bloccato le corsie laterali, mai un cross di Sabelli o Martin, e ha marcato quasi ad uomo Malinovskyi nel cuore del gioco . Il primo cross è arrivato da parte di Zanoli appena subentrato.
Tutto questo è avvenuto facilmente per quasi tutta la gara perché nel cuore del gioco il Grifone giocava troppo lentamente. Ruslan in difficoltà con le percussioni di Busio, Badelj anche lui quasi assente perché i compagni difficilmente giocavano senza pallone, mancanza di velocità che ha scaricato anche le ruote di Frendrup.
Gilardino le ha provate tutte attraverso i cambi, ma gli schemi hanno continuato ad essere improvvisati e mai trasformati in un calvario per il Venezia.
Il passato insegna che bisogna aver fiducia. Gilardino e il Genoa dalla Serie B alla Serie A hanno sbagliato poche partite , non si contano con le dita di una mano, ma si sono subiti ripresi. Hanno subito l’occasione giusta mercoledì sera per ripartire perché improvvisamente il Vecchio Balordo non può aver perso equilibrio tenendo allo stesso modo e nello stesso tempo le due fasi di gioco (possesso e non possesso), non può aver perso l’elasticità non adattandosi al tipo di atteggiamento avversario senza squilibri, pur cambiando schema e posizione in campo. È stato un Genoa poco razionale, dove i calciatori in campo sono andati in gondola perdendo le caratteristiche tecnico-tattiche di personalità.
Soprattutto nel Genoa del futuro la qualità non si può comprare, perciò i movimenti individuali devono diventare cause ed effetti dell’organizzazione di gioco. Nella tattica collettiva sempre funzionante nel Genoa c’è qualcuno che ne è in possesso: ad oggi l’unico che lo ha fatto vedere è Messias, ancora ai box, che deve cercare qualche volta anche il dribbling per creare superiorità numerica.
Bisogna finire di parlare e fare diatribe sui moduli, sono fuorvianti. Fondamentale che il Genoa già da mercoledì ritrovi la sua organizzazione e non si deve mai dimenticare che i veri protagonisti in campo non sono solamente lo schema e la tattica, ma i calciatori che devono interpretare e decidere l’azione motoria da compiere di conseguenza.
C’è fiducia perché la sbornia veneziana durante l’allenamento di stamattina sarà subito passata e tutti vogliono brindare in Coppa.