È veramente difficile scrivere dopo l’amarezza dell’esito del Derby. Quasi una disperazione per chi credeva di raccogliere rose d’inverno dal giardino del Genoa illudendosi e non facendo i conti con il depauperamento della rosa a disposizione del tecnico non soltanto per le uscite importanti, ma anche per l’aver creduto nella possibilità di avere sempre a disposizione al tecnico per almeno 25 gare la qualità che c’era in rosa.
Qualcuno fa le pulci a Gilardino dimenticandosi che nel passato qualche volta ha fatto anche la moltiplicazione del gioco con i fichi secchi senza avere i mezzi necessari. Questa volta potrebbe essere più difficile se non ci pensa la proprietà che cerca di risparmiare spendendo il meno possibile. La speranza che le pulci non siano fatte al tecnico a Villa Rostan con strane idee.
Sarebbe un altro colmo nella stagione appena iniziata ingaggiare un altro allenatore, pagarlo e non ingaggiare uno svincolato per Gilardino. Non potrebbero arrivare Van Gaal, Sacchi, Capello o qualche altro fuori dalle panchine che chiederebbe, se affermato, più di un milione per essere ingaggiato per almeno due anni.
In queste prime cinque giornate di campionato la Juventus di Thiago Motta non ha chiarito di essere sempre la stessa. Senza presunzione a Vinovo, il quartier generale bianconero, si pensa di dover affrontare un cammino diverso rispetto ai cinque titoli consecutivi conquistati. La rivoluzione di Thiago Motta ha bisogno di tempo.
Al Ferraris domani alle ore 18 in questo momento non arriva Attila il flagello di Dio, che dove passava non cresceva più l’erba. Anche senza l’aiuto del Tempio, nonostante i cerotti e al di là della differenza della qualità, sarà altra gara da uscire dagli spogliatoi e generare l’inferno. Nessuno sale in alto se non con le sue ali e in questo momento quelle del Grifone hanno addosso del sale e non svolazzano: tutti insieme bisogna aiutarlo a sbatterle.
Il Vecchio Balordo in questo campionato dovrà scalare a mani nude molte montagne visti gli infortuni e senza la rete di emergenza. Badelj e compagnia dovranno dimostrare in ogni gara in casa e fuori casa, come ha detto Gilardino prima del derby, lo stesso atteggiamento visto nel passato e tanto spirito propositivo. Operazione già vista nel passato che alla lunga vale più di un risultato positivo.
Il Genoa deve giocare da squadra. Nel gruppo deve crearsi un’altra alchimia, quella che si è sempre vista, per fare e sperare bene, una Karma che Gilardino e lo staff vogliono dentro ogni allenamento al Pio Signorini. Lasciarsi alle spalle gli infortuni pesanti, quello di Ruslan e quelli ciclici di altri, mettendo da parte la qualità e puntando su altri momenti della partita nella gestione dei palloni inattivi, seconde palle, senza avere flessioni nel corso dei 100’ di gioco.
Nelle ultime tre giornate la Juve e Thiago hanno patito gli avversari blindati votati alla chiusura di ogni spazio e alla caccia all’errore bianconero per filare via in ripartenza o contropiede. Motta avvertito il pericolo ha attaccato senza rischiare. Gilardino vuole sempre tenere la squadra al centro del villaggio e in ogni intervista fa capire che nello spogliatoio del Genoa non deve esistere l’io, bisogna ragionare da noi e solo ragionando al plurale possono arrivare i risultati, ricompattando la sfiducia che aleggia all’esterno del Pio Signorini.
Contro la Juventus bisogna inceppare gli ingranaggi della Signora, un blocco difensivo basso per chiudere tutto e tutti azzerando la profondità cercata da Thiago Motta con i tagli degli esterni e centrocampisti.
Il black-out di Venezia una figuraccia deve essere e sarà quella lucida follia che può starci in un campionato, lezione che si spera abbia dato una lezione non solo a Gilardino e ai calciatori, ma anche alla Dirigenza, che dovrà essere prontissima prima della fine della prossima sosta della nazionale per rimpolpare la rosa. Domani alle 17 la formazione, anche se in anticipo non sarà difficile indovinare.
Venendo alla Juventus, gli ultimi anni sono stati turbolenti: dalle rivoluzioni di Sarri e Pirlo al ritorno di Allegri tanto discusso sul piano del gioco con il suo non prenderle he ha deluso sul piano dei risultati in campionato rifacendosi nelle gare di Coppa.
La famiglia Agnelli dopo le note vicende delle penalità stabilite dalla FIGC e l’Uefa ha subito ricostruito l’area sportiva affidandola a Giuntoli, arrivato nel 2023 incidendo poco nella costruzione della squadra, ma rifacendosi nell’ultima sessione di calciomercato.
La rivoluzione di Giuntoli è iniziata con l’ingaggio di Thiago Motta. Entrambi la rivoluzione l’hanno fatta subito nella rosa della scorsa stagione mettendo ai margini giocatori importanti. Thiago Motta subito al lavoro durante l’estate, giocando poche amichevoli da business, per studiare la rosa a disposizione e capire chi poteva incastrare nel suo gioco sempre con un principio basilare al di là del numero di modulo: la fluidità.
Strano l’inizio di questo campionato di Thiago Motta. Dopo le tre sberle al Como e al Verona, tre pareggi consecutivi da 0 a 0. Le vittorie sono arrivate con la favola dei Samuel Mbangula e dei Nicolo Savona, i tre pareggi con gli ultimi arrivati: Douglas Luiz, difficilmente in campo, Conceicao, Koopmeiners, Nico Gonzalez, Thuram dal Nizza. Cinque che avevano scatenato l’adesione del popolo bianconero. Invece dopo cinque giornate l’unica soddisfazione è l’imbattibilità del portiere Di Gregorio arrivato dal Monza.
I tre pareggi hanno scatenato i paragoni con Max Allegri, quello del “prima non prenderle”. Per Sacchi Thiago è uno stratega, Max un tattico. Per entrambi lo stesso problema Vlahovic.
La squadra di Motta nelle ultime gare ha fatto vedere di saper riempire gli spazi che vengono concessi, in ritardo di crearne con ampiezze e profondità, mancando gli automatismi e la velocità negli scambi, la trama c’è ma lenta. Thiago rimpiange Calafiori e Zirkzee. Senza i due ex Bologna il gioco di Motta è in controluce pur non mancando l’aggressività al recupero pallone, il possesso e il palleggio alla ricerca della verticalizzazione, tanti elementi che fino alla quinta giornata di campionato non hanno prodotto gol all’altezza delle aspettative.
Thiago Motta ad oggi è vissuto sulle scommesse di Yildiz e sulla regia di Cambiaso. Tatticamente la Juventus con tutte le variabili del 4-4-2 con la difesa a quattro e l’arrivo all’ultimo minuto di Kalulu dal Milan. Modulo mai statico: tutti devono partecipare attivamente sia in fase di possesso che in quello di non possesso, con costruzione bassa, cercando di sfruttare le corsie laterali (non bene ad oggi per mancanza di esterni) per cercare triangoli con Cambiaso che sale alto e si accentra. La formazione alle 17 di domani anche per la Signora.
Arbitro Colombo, Como, giovane internazionale tra i più interessanti dei 48 a disposizione di Rocchi, compresi gli internazionali affermati. Primo assistente Rossi (La Spezia), secondo Mokhtar (Lecco), quarto uomo Tremolada (Monza). VAR Guida (Torre Annunziata), AVAR Di Bello (Brindisi).